Capitolo 1 Parte 3

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"Al Capone oggi dinanzi alla Giuria Federale, Bugs Moran incentiva il mercato degli alcolici nei locali in periferia!"

La voce squillante del ragazzo dei giornali echeggiava per tutto l'isolato, mentre il cingolare delle monete ai suoi piedi continuava come un fiume di montagna.

Era il giorno, quel giorno.

Non avevo dormito molto dall'ansia della prova, ma ero nervoso e pronto allo stesso momento.

Guardai per qualche altro minuto il ragazzo dei giornali riempirsi le tasche con aria soddisfatta per le monete appena guadagnate, quando un'auto si fermò dinanzi a me.

Una stupenda Lincoln nera si era posta sul ciglio della strada, era un'auto molto lussuosa, una chicca di quei tempi. I finestrini scuri mi impedivano di guardare dentro quello splendore su quattro ruote.
Ma proprio in quel momento il finestrino del lato conducente si abbassò rivelandomi uno Smith alquanto elegante alla guida.

"Buongiorno signor Miles, vuoi salire?" mi sorrise mentre il solito fumo di sigaretta usciva dall'auto.
"Cavoli Smith! Sei diventato ricco in una notte?" gli chiesi salendo e chiudendo la portiera dell'auto.
"Beh ho una mia auto, ma non è di certo questa bella puledra, è stata una gentile concessione di un amico per oggi, dobbiamo sembrare il più possibile simili a dei gangster" iniziò a spiegare Smith. Aveva un'aria alquanto seria anche se mi pareva felice, forse era il fatto di trovarsi nell'auto dei suoi sogni.

Ci avviammo verso la nostra destinazione, un parco isolato nel centro della città.

"Dobbiamo infiltrarci in un incontro tra gli uomini di Bugs Moran e un'altra gang, purtroppo non sono venuto a conoscenza di chi saranno gli altri uomini, ma noi saremo sotto falsa copertura e ci crederanno uomini di Moran" mi spiegò Smith,
"Bugs Moran? L'irlandese! Uno dei capi del giro degli alcolici di tutta Chicago, perché agli Assassini serve questo incontro? Dobbiamo aprire un bar o un ristorante?"
iniziai a riderci su ma fui subito ammonito dal mio maestro, "Frena il tuo sarcasmo ragazzo." un silenzio piombò nell'auto.

L'aria di tabacco mischiato all'essenza di pino dell'auto diventò d'un tratto pesante.
"Bugs Moran e le altre famiglie di Chicago stanno complottando contro la libertà delle persone di tutta la città, noi, gli Assassini, dobbiamo garantire la libertà, la pace, ed eliminare ogni forma di criminalità che ci si presenta davanti, se non conosci nemmeno queste cose, mio caro Miles, non diventarai mai un Assassino."

L'auto si fermò al semaforo.
I nostri sguardi si incrociarono, fuoriosi, e quindi parlai, "Conosco i pericoli di questo mondo, conosco come affrontarli, sono nato e cresciuto in queste strade, e ho visto morire persone a me care davanti ai miei occhi, se oggi sono qui, Smith, è perche diventerò un Assassino."
lo guardai negli occhi con tutta la mia rabbia, che si placò quando mi disse
"Questo è il Miles che conosco".

Arrivammo nel posto dell'incontro, due uomini ci stavano aspettando, erano due loschi figuri, alti e minacciosi, avevano due lunghi cappotti scuri, uno di loro aveva una sciarpa a coprire il volto.

" Miles, aspetta qui in auto, aspetta il mio segnale, se succede qualcosa, per scendere dall'auto, solo se ti chiamo esci, intesi?" mi spiegò Smith,
"intesi, tranquillo" lo rassicurai, "Hai la mia pistola, il mio vecchio coltello e tutta l'esperienza che ho potuto darti e mi aspe...",
" Non sarà come per Vincent, questa volta aspetterò te."
lo interruppi, sapendo già cosa dire. Infatti Smith mi guardò soddisfatto e deciso, aprì la portiera e mi disse prima di scendere
"Mi sa che sei davvero cresciuto abbastanza Miles".

Smith si avviò verso gli uomini che stavano appostati davanti una porta, lo accolsero come uno di loro, li conosceva sicuramente dato che era sotto copertura da parecchio tempo.

Passarono diversi minuti quando si aprì la porta, dove ne uscì un uomo molto elegante di mezza età. Lo riconobbi e quasi non ci credevo, era Bugs Moran in persona. Non avevo mai visto un boss criminale da vicino prima d'ora.

Smith lo salutò e iniziarono a parlare. Passarono ancora una decina di minuti, stavo iniziando a pensare che l'incontro non ci sarebbe stato, quando due auto arrivarono all'improvviso sul posto.

Erano poliziotti.

"Fermi che nessuno si muova!" urlò uno degli agenti.
Smith si mise il cappuccio del suo cappotto per cercare di non farsi riconoscere.

Furono controllati e disarmati. Dopo un breve dialogo li portarono in auto. Mi gettai subito al volante della Lincoln, non mi avevano visto dato che ero molto distante da loro.

Accesi l'auto e iniziai a seguire le auto. Smith si trovava nell'auto davanti con Bugs Moran mentre gli altri due nell'auto più vicina a me.

Guidai per oltre 10 minuti, ci eravamo spostati dal centro, andando verso la periferia fuori città. Molto strano pensai, il distretto principale si trovava da tutt'altra parte.

Arrivammo vicino ad un parcheggio, dove si trovavano ben poche auto.
Gli agenti portarono Smith, Moran e gli altri due in un garage.

Dopo pochi secondi accostai e parcheggiai la Lincoln dall'altra parte della strada, sgattaiolando fuori al luogo dove erano tutti riuniti.
Mi arrampicai sul muro, trovando un posto che dava sul garage, da li potevo sorvegliare la situazione.

"E così credevate veramente di avere il monopolio dell'alcool qui a Chicago" uno degli agenti stava parlando davanti a Smith e gli altri, che intanto erano stati messi in ginocchio.
"Brutto bastardo irlandese, il controllo ora è di Scarface, uccideteli."
Moran si congelò al suono di quelle parole, dovevo intervenire.

Ma lo fece Smith. Scagliò di lato Moran, buttandosi dietro un ammasso di casse, mentre gli agenti iniziarono a sparare con dei mitragliatori.
Non persi un attimo e mi gettai dietro uno di loro, presi il coltello di Smith e lo uccisi trattenendogli le urla coprendo la sua bocca, mentre la gola gli era stata aperta.

Ci fu scompiglio mentre entrarono altri due uomini, probabilmente alleati degli agenti. Smith balzò dal nulla facendo scattere la sua lama celata, il suo asso nella manica, che fece subito una vittima.

Ma due agenti lo videro, e iniziarono a sparare, fu colto di sorpresa e venne colpito.

Urlai correndo verso di lui, dove quei due agenti lo stavano per uccidere ma ci fu un crollo di un macchinario appeso al soffitto, caddi a terra svenendo dall'impatto.

Silenzio, mi alzai ancora stordito, mentre il rumore di auto che sgommavano fuori mi fece riprendere. Stavano scappando. Corsi verso la porta quando vidi dei cadaveri davanti a me, erano due agenti, i due uomini di Moran, e Smith, ancora ansimante ma vivo.

"Smith! Cazzo, Smith!" urlai correndo verso di lui. Era pieno di sangue, il suo volto coperto dal cappuccio, che gli tolsi, oltre alla ferita da proiettile era stato colpito da scaglie dopo la caduta del macchinario. Mi accovacciai accanto a lui e lo presi in braccio.

Mi guardò,
"Miles, figliolo.." disse debolmente 
"Devi... Devi seguirla... Segui la luce... Lei.. Lei ti guiderà sempre" i suoi occhi che un attimo prima mi fissavano, si spensero.

"Smith... Hey Smith, forza non andare! FORZA!" ma non ebbi risposta.

Il mondo mi era crollato addosso.

Assassin's Creed Black HandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora