Capitolo 5 Parte 1

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Congelato, immobile.
La Polizia di Chicago era arrivata in un battibaleno sul luogo dello schianto.
Diversi agenti accorsi mi avevano accerchiato puntandomi le pistole contro.
Non potevo fare nulla, ero braccato.

"Alza le mani lentamente e non fare scherzi, o ti riempiamo di piombo."
Uno degli agenti si fece avanti.

Iniziò a perquisirmi.

"Che razza di criminale sei? Sei armato fino ai denti!"

"Non toccarlo, lasciatemi stare!"
Stava per prendere il mio coltello.

Un pugno nei fianchi mi fece piegare davanti all'agente.
"A quanto pare abbiamo un tipo combattivo qui!" esclamò il poliziotto mentre se la rideva con i suoi colleghi.

"Stai cercando di metterti nei guai ragazzo?"
Mi chiese l'agente. Vidi il suo distintivo.
Si chiamava Stuart J. Montano, e sembrava tutt'altro che un poliziotto.

"Sai, questo coltello mi ricorda molto quello di un tizio che conoscevo tanti anni fa, poi però è morto, si era ficcato in una brutta situazione" iniziò a parlare, facendosi più vicino al mio viso.
"Proprio come stai facendo tu, ragazzo."

Mi s'incendiarono gli occhi.
Montano parlava di Smith, ne ero certo.
Conosceva il mio vecchio Mentore e sicuramente sapeva degli eventi del Massacro di San Valentino.

"Chi sei tu? Un'agente corrotto dalla Mafia?"
Chiesi infuriato.

Mi arrivò un altro pugno.

"Brutto bastardo! Come osi rivolgerti così ad un pubblico ufficiale? Ti ammazzo se provi solo a ripeterlo"

"Stuart, questo qui potrebbe sapere troppo."

Uno degli altri agenti, un tipo alto e biondo si avvicinò a noi.

"Dici che appartiene anche lui a quegli smidollati? Vediamo un momento."
Mi bloccarono e fecero vedere il mio guanto con la lama celata.

"Hai una lama nascosta. Mi sa che sei nella merda, mio caro assassino."

Montano prese il coltello.

"Tenetelo fermo. Donovan, Moore, controllate che nessun curioso venga qui."

Ero sicuro che volesse uccidermi.
Sarei dovuto morire con la lama del mio Mentore, un oggetto a cui tenevo, che stava per togliermi la vita.

"Salutami il tuo amico Smith dall'altra parte."

Il coltello partì.

Cercai con tutta la forza di smuovermi.
Fui colpito in faccia.
La lama mi aveva preso alla bocca. Sentivo le labbra bruciare e urlai dal dolore.

Gli altri agenti erano inciampati ed ero libero.

"Miles!"

Un esplosione di fumo mi investì.
Sentivo colpi e gemiti nella confusione creatosi.
Vidi il mio coltello a terra e cercai di prenderlo scappando.

Dopo alcuni secondi mi accorsi di ciò che era successo, mentre il fumo si dissolveva.
Scorsi due figure incappucciate, e il corpo di Montano e i due agenti a terra.

"Hai fatto un bel casino questa volta, Adam."

Harold e Julia erano arrivati in mio aiuto, mettendo fuori combattimento gli agenti.

"Hey, cosa succede?"

"Harold ci sono altri due agenti lì." gli dissi mentre la mia bocca continuava a sanguinare.

"Cosa diavolo è successo! Fermi tut..."

Come un fulmine, una figura incappucciata scese dal cielo uccidendo i due agenti con una doppia lama celata conficcata nelle loro gole.

I corpi dei due agenti caddero morti al suolo.

"Stuart Montano, un poliziotto corrotto dalla malavita di Chicago. Faceva parte del piano del Massacro di San Valentino."

Jeremy si mostrò a noi con il suo lungo cappotto verde scuro.
Si tolse la bandana a coprire il viso e si avvicinò a noi.

"Adam, abbiamo sentito del tuo bel viaggio in auto di poco fa. Spero avrai delle spiegazioni da dare."
Mi disse mentre si avvicinava a Montano.

"Jeremy, ha una brutta ferita, andiamo alla Cripta e poi..."
"Certo Julia. Ma prima, finiamo questa cosa."

Jeremy girò il corpo ancora vivo di Montano.

"No. Vi prego non fatemi del male. Mi pagavano soltanto per dare informazioni e..."

Sangue. La lama di Jeremy si era conficcata nella gola di Montano.

"Requiescat in Pace."

Il nostro Mentore prese una piuma dal suo cappotto, e la fece impregnare del sangue della sua vittima.

"Ora, Confratelli, lasciamo questo posto al più presto."

Scappammo fino alla cripta. Sentivamo sirene di auto della polizia ovunque. La notizia di quella strage era arrivata subito all'orecchio di tutti.

Dopo alcune ore, alla Cripta, Julia mi chiuse la ferita con alcuni punti di sutura.
La ferita sul labbro era davvero larga, ma lei era davvero brava nel medicare.

"E così, il Corvo Cremisi centra in tutto questo. Rapimenti, corruzione e tanto altro.
Bisogna capire chi è questa persona, dove si trova, e sopratutto se ha la Mela."

Jeremy stava riepilogando la spiegazione di ciò che avevo scoperto.
La donna chiamata Corvo Cremisi era stata una figura alquanto oscura e misteriosa per molto tempo.
Dopo la morte di Edison probabilmente ha avuto più potere dai Templari, e per questo decidemmo di mettere il Corvo Cremisi come prossimo obiettivo.

"Jeremy, Harold, Julia. Vi ringrazio per l'aiuto di oggi. Sarei rimasto ucciso senza di voi."
Ringraziai i miei confratelli.

"Dovere! Anche se hai fatto un giro in auto troppo movimentato per tutta la città, hai scoperto informazioni utili e grazie a te abbiamo tolto di mezzo uno degli agenti corrotti più fastidiosi." mi spiegò Harold.

"E non dimenticare che hai vendicato Smith. Come hai sentito, Montano centrava nella storia della strage."
Spiegò Jeremy.

"Vi ringrazio ancora di cuore, salute e pace."

Salutai e andai via.

"Adam! Cos'hai fatto al tuo viso?"
Holly mi vide rientrare per cena. I punti di sutura erano visibili e la sua reazione era scontata.

Spiegai l'accaduto e tutto ciò che avevo scoperto.

"E quindi da una parte ho vendicato Smith, e presto anche tutti coloro che ti hanno fatto del male Holly."

"Adam. Amore mio, promettimi una cosa." mi disse guardandomi con i suoi splendidi occhi
"Promettimi che una volta conclusa questa storia, ti libererai di tutto questo, niente più Assassini, niente più morti, niente più sofferenze."

Le presi la mano.

"Si amore, sarà una battaglia ardua fino alla fine. Ma ti prometto, un giorno tutto questo sarà solo un lontano ricordo."

Assassin's Creed Black HandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora