Capitolo 2 Parte 3

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E così iniziò quel giorno, sotto uno scuro ombrello, accanto alla mia Holly, davamo un ultimo saluto ad un nostro caro compagno. Smith era stato un padre, un amico, e un ottimo maestro di vita e delle arti degli Assassini.

La bara era di un nocciola chiaro. Era elegante quanto lui lo era stato in vita.

Al funerale vi erano presenti oltre noi, alcuni membri della Gilda che riconobbi, e quelli che ricordo fossero dei parenti di Smith.

Scendeva ancora la pioggia quel giorno, così come gli anni successivi.

Passarono due anni da allora. La "Strage di San Valentino" era diventata un simbolo nella criminalità organizzata, un segno indelebile dalla mia mente.
Ero da solo con Holly di fronte alla tomba di Smith, un fascio di fiori posava vicino la lapide.
"Il tempo sembra scorrere così veloce quando una persona non c'è più" mi disse mentre si stringeva al mio braccio. "È stato un esempio per me, ed è grazie a lui che sono cambiato, ora riposa in pace fratello." diedi un saluto e ci avviammo verso la nostra auto.

In tutto quel tempo gli Assassini avevano dato la caccia a dei criminali con contatti nei Templari, Bugs Morgan era scomparso da allora, Al Capone comandava ancora con il pugno di ferro i traffici illegali, e restava ancora una spina nel fianco della Confraternita e per il Proibizionismo che continuava ad essere il problema che il popolo voleva risolvere.

Arrivò la sera e mi trovavo alla Gilda.
"Sei arrivato tardi come al solito, Miles!" Carl mi accolse col suo bel caratterino di sua abitudine. "Jeremy mi ha detto che abbiamo una pista su cui indagare, di cosa si tratta Carl?" gli chiesi, "Julia e Harold hanno scoperto di un incontro oggi tra i maggiori boss criminali di Chicago e non. Dobbiamo trovare un modo di entrare e capire i loro intenti." mi spiegò Carl.
"Roba che scotta. Dobbiamo muoverci e andare subito, dove lo terranno?", "Alla villa di Capone, e sarà molto sorvegliata".

Dopo anni avevamo la possibilità di scoprire i piani criminali che non facevano altro che fomentare i traffici illegali e rallentare il governo nelle soluzioni al Proibizionismo.

Io e Carl ci avviammo nella mia auto. La villa di "Scarface" era in una zona distante dalla nostra Gilda. Mentre guidavo i miei ricordi andavano ancora a due anni prima, il mandante della Strage era stato proprio Scarface Al Capone, ed era mio compito vendicarmi di ciò.

Dopo un bel viaggio in auto, arrivammo alla tanto lussuosa quanto sorvegliata villa di Al Capone.
"È praticamente un forte inespugnabile" osservò Carl. Infatti non vedavamo modi di entrare. "Ehi aspetta!" notai qualcosa, un furgone di catering sulla fiancata destra del cancello. "Lì, il furgone del catering, possiamo intrufolarci nella brigata dei camerieri ed entrare senza problemi." proposi. "Ottima idea Miles, vediamo di prenderci quelle braghe da servi"

Ci intrufolammo dietro al furgone, con delle forcine Carl aprì il retro e trovammo delle divise che ci infilammo.

"E voi da dove diavolo uscite?" ci chiese una guardia all'entrata, mentre agitava il suo mitragliatore Thompson verso di noi.
"Ehm, gentile signore, ci hanno fatto controllare se tutto era stato scaricato per il servizio. Non vorremmo peccare di qualità nel buff...", "ho capito, ho capito, andate dentro e non fatevi più vedere qui." disse l'uomo e sgattaiolammo all'interno della villa.
Avevamo avuto molta fortuna nell'entrare, ora dovevamo trovare il meeting segreto.

Ci dividemmo. Carl rimase al piano inferiore, si mise a girare con un vassoio di bicchieri pieni di Champagne. Era bravo lì in mezzo. Iniziai a pensare che in passato aveva lavorato in qualche locale.

Al piano superiore c'erano delle guardie vicino ad una porta chiusa in fondo.

"Sicuramente i vostri uomini non sono alquanto buoni nel compiere certe azioni" I miei sospetti si fecero fondati, Al Capone in persona accompagnato da uomini in pelliccie e giacche vistose entrava proprio da quella porta nella stanza.

Mi avviai di soppiatto in un corridoio, scorsi una porta che dava laterlamente nella stanza del meeting. C'era una guardia che fumava all'esterno.

Pensai ad un modo per farlo avvicinare. Avevo dei tappi di sughero nella mia giacca da cameriere. Ne lanciai uno vicino ad un mobile nella stanza. Cadde un bicchiere, rompendosi.
"Oh merda, non ci voleva. Sonny mi ucciderà se lo scopre" l'uomo si avviò nel raccogliere i cocci, cercando di nasconderli.
Pensai di ucciderlo in un primo momento, ma mentre mi avvicinavo silenziosamente, riflettei sul fatto che mi sarei sporcato di sangue, dando nell'occhio in seguito. Presi un posacenere che aveva accanto e lo colpii dietro la testa. L'uomo cadde subito a terra privo di sensi. Lo nascosi dietro un divano e mi avviai alla porta semiaperta, dove potevo seguire il meeting. Uomini di classe sedevano in una dozzina di sedie, accanto ad un tavolo stracolmo di cibo e bevande.

"Il proibizionismo è diventato la nostra arma più forte, il denaro e l'occupazione vacillano, ci rendono tutto più semplice" conobbi il volto dell'uomo che stava parlando, Henry Ford. Uno dei più ricchi imprenditori americani di quei tempi e secondo le fonti degli Assassini, era membro dell'ordine Templare. Cosa ci faceva lì, e perché complottava con dei criminali, mi chiedevo.

"Signor Ford è sempre molto bello sentire le sue notizie" Al Capone iniziò a parlare "l'Ordine sta traendo molti benifici dal suo lavoro. Ed è proprio per questo che oggi ho voluto fare questo incontro. Io, Alphonse Capone, mi proclamo Capo della criminalità di tutta Chicago e presto lo sarò di tutto lo stato!"
si alzò un uomo anziano "Cosa stai farneticando? Credi che restiamo qui a guardare te che fai i tuoi sporchi affari senza darci un pro..", si bloccò, sembrava essere pietrificato "Ehi cosa vi succede?" chiese un uomo accanto all'anziano.
Quest'ultimo prese una forchetta e lentamente se la infilzò nel collo da solo, il sangue che schizzava fuori con lo sgomento degli altri. Ero senza parole.

Quell'uomo anziano si era appena ucciso da solo. Che diavoleria era mai accaduta.

"Come potete vedere" parlò Capone, "Oggi, mi proclamo Capo della criminalità, sono in possesso di un oggetto che voi dell'Ordine Templare eravate alla ricerca. La Mela dell'Eden!"

Una luce dorata piombò nella stanza. Un oggetto che sembrava non di questo mondo era in mano a quel criminale.

"Il signor Edison qui presente si occuperà di studiare questo nostro piccolo tesoro, e ci permetterà di avere qualsiasi cosa" un uomo avanti con l'età si fece avanti, era proprio Thomas Alva Edison in persona. Anche lui si rivelò essere un Templare.

Al Capone poi si rivolse a tutti con l'oggetto puntato verso di loro
"Con questa, io sarò il più potente, con questa i Templari regneranno ancora e..."
Un fiume di sangue sgorgava sul tavolo mentre molti uomini giacevano morti sulle loro sedie
"...sarà sempre pace!"

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