4•capitolo

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Elena:

Dopo aver finito di lavorare, mi dirigo verso il bar in cui mi aspetta Stefano, dato che dobbiamo pranzare insieme. Gli ho appena mandato un messaggio per dirgli che sto per arrivare e lui ha detto che è già arrivato.

Prendo l'auto posteggiata proprio sotto l'edificio in cui lavoro, ci entro dentro e la faccio partire. Percorro le strade di Napoli, rimembrando vecchi ricordi andati, in cui ho gioito, ma anche sofferto. Questa città non posso negare che mi fa un gran effetto, più di ciò che avevo immaginato. Prima, mentre ero a lavoro, ho rischiato di essere assorbita ancora dai vecchi ricordi, fortunatamente so che la presenza di Stefano mi ridesterà.

Perché lui è la cura ad ogni mio male. Lui è la ragione per la quale non affondo ogni giorno. Lui è il mio ossigeno, la luce infondo al tunnel.

Arrivo a destinazione, posteggio l'auto e scendo da essa. Non appena vado verso il bar, da dietro la vetrata mi accorgo che lui è già li. Sta muovendo la sua mano nella barba come fa sempre. È preso dai pensieri, e io osservo i suoi movimenti come ammaliata. Sono innamoratissima di lui, amo ogni cosa di lui, anche le sue imperfezioni. Ogni volta che lo vedo, penso quanto sono stata fortunata ad aver trovato una persona come lui in grado di sorreggermi, di non lasciarmi cadere, di tendermi la mano nei momenti più difficili. Per questo lo amo, perché lui riesce a percepire i miei stati d'animo, riesce ad infondermi sicurezza, mi da protezione, non mi fa pensare a tutto ciò che è stata la mia vita passata, alla perdita che ho dovuto affrontare.

Entro dentro il bar, lui è ancora assorto nei suoi pensieri. Sorrido mentre mi avvicino e, lui finalmente alza gli occhi verdi scuri verso i miei, abbagliandomi con la sua luce, che ancora una volta riesce a scacciare l'oscurità delle ultime ore. Perché basta poco per me che io affondo ancora nel mare di dolore in cui ero completamente annegata qualche anno fa. Ero sola, senza speranza di poter ritrovare la felicità, in balia di emozioni negative, apatica. Lui invece mi ha fatto credere di poter riuscire a rialzarmi, che potevo andare avanti, non mi ha fatto dimenticare ciò che è successo, perché certe cose non si possono dimenticare. Ho perso qualcosa di troppo importante per poter cancellare, ma ho anche trovato qualcuno che ama ogni cosa di me e ne fa tesoro.

Mi mostra uno dei suoi più calorosi sorrisi, pieni di amore che prova nei miei confronti. Perché mi basta guardarlo negli occhi per capire ciò che prova davvero per me.

Io mi avvicino a lui, lui si alza e mette una mano nella mia schiena, attirandomi verso di lui e rilasciandomi un casto bacio sulle labbra.

"Mi sei mancata tanto", mormora sulle mie labbra.

Faccio un sorriso che gli dimostra che anche per me è lo stesso, e replico: "anche tu". Lui mi è mancato, perché so che se lui ci fosse stato avrebbe rimosso i pensieri negativi che stavano circolando nella mia testa nelle ultime ore.

Ci sediamo l'uno di fronte all'altro, lui poggia la sua mano nella mia e l'accarezza dolcemente con il pollice. Mi guarda dritto negli occhi come fa sempre, io li abbasso leggermente imbarazzata.

"Tutto bene, amore?", mi domanda un po' preoccupato.

Annuisco lievemente, alzo gli occhi inchiodandoli ai suoi. "Si, sto bene", asserisco.

"Sicura? Oggi al telefono mi sembravi strana e anche ora percepisco nei tuoi occhi qualcosa che ti preoccupa. Puoi parlarne con me, lo sai!" Dice il mio ragazzo, con un tono di voce calmo, per incutermi quella sicurezza che mi da sempre.

"Adesso che ci sei sto bene", esclamo, mostrandogli un sorriso pieno di sincerità. "Oggi a dir il vero non mi sono sentita bene, ma adesso va davvero bene"

"Okay, l'importante che ora stai bene!"

Mangiamo un pasto, anche se io mangio poco e niente perché nonostante adesso io stia meglio, ho lo stomaco chiuso.

Paura d'amare (COMPLETA IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora