26 capitolo (pt.2)

2.2K 162 319
                                    

Stamattina ho già pubblicato la prima parte.

Elena:

Per quanto so che non sarei dovuta andare, mi ritrovo al supermercato in compagnia di Alessio. Per tutto il tempo del tragitto, non ho fiatato. Ho pensato e ripensato a tutto ciò che sta succedendo e a quanto mi sto mettendo in discussione in pochi minuti, ma anche se vorrei negare tutto a me stessa, capisco bene che è inutile scappare perché potrei anche essere a Londra, a New York o in qualche altro Paese nel mondo, ma non si scappa da ciò che senti perché questo ti perseguiterà. Non lo avevo capito fino ad ora, ho sempre cercato di negare a me stessa ciò che Alessio rappresentava per me, anche perché ad oggi non lo so nemmeno io. Sono sicura di quello che provo per Stefano, ma non sono sicura di quello che sento per Alessio. Devo capire me stessa, non posso rinnegare le sensazioni provate nello stargli vicino e quelle che continuo a provare nonostante le ore nell'orologio hanno continuato a scorrere.

"Allora prendiamo questo". Solo in quel momento mi accorgo che Alessio sta parlando, perché ero presa troppo dai miei pensieri.

"Cosa?", domando, non capendo bene cosa ha detto.

"Dico: prendiamo la salsa?", chiede ancora, indicando lo scaffale in cui è riposta.

"Oh si... si".

"Elena, ma sei con me?", chiede a quel punto, girandosi verso di me e guardandomi negli occhi.

"Si, scusa, ero soprappensiero!", esclamo abbassando lo sguardo.

"Vorrei che tra noi fosse tutto a posto", poi dice.

"Lo è, te lo assicuro". Tiro un sorriso forzato, e mi sforzo di essere me stessa. Da quel momento in poi, passiamo il tempo a scherzare e fingiamo che i pensieri non ci stiano logorando.

"Elena", poi lo sento dire, e mi giro verso di lui, vedendo che gli spunta un sorriso sulle labbra.

"Dimmi". Lo scruto per capire cosa vuole dirmi.

Si avvicina a me, appoggia le sue labbra sul lobo dell'orecchio portando il mio corpo a sentire delle scosse elettriche propagarsi. "Che ne pensi...", sussurra facendo delle pause. In quel momento, chiudo le palpebre e mi manca il respiro. "Se ti faccio fare un giretto?" Il tempo che finisce di parlare, che mi afferra dalla vita e mi posiziona sul carrello.

"Ma sei scemo", esclamo fingendo di essere offesa, ma lui comincia a ridere e fa scorrere il carrello velocemente. "Ma pesi Elena, sei ingrassata". Ride di gusto, continuando a prendermi in giro e, in quel momento, rido insieme a lui annullando ogni cosa e pensando quanto stare così con lui, mi fa stare bene.

Poi mi fa scendere dal carrello, afferrandomi ancora dalla vita e in quel momento sento le sue dita sulla mia pelle che a quel contatto provocano elettricità. I nostri occhi si scontrano ancora, esattamente come il giorno prima, e non riesco più a sentire alcun suono se non quello dei suoi respiri e del suo fiato sul mio viso. Si avvicina a me, le labbra a pochi centimetri dalle mie e le guardo, dicendo a me stessa quanto è sbagliata questa situazione ma non riesco a reggere il peso del mio cuore che è come se si fosse appesantito.

"Alessio", sospiro sul suo viso.

"Elena", anche lui fa la stessa cosa, perché so che vorrebbe trattenersi ma è difficile anche per lui. "Io te lo giuro che ci provo con tutto me stesso, ma quando sei vicino a me io non capisco più niente!", ammette avvicinando ancora il suo viso a me.

"Dovremo stare lontani", soffio sul suo viso, abbassando per qualche secondo lo sguardo, ma poi lo rialzo.

"E a che servirebbe? Lo sai che è stato tutto inutile". E alza il suo braccio e con le nocche accarezza il mio viso. "Non voglio che te ne vai più da me"

Paura d'amare (COMPLETA IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora