40•capitolo "posso fidarmi di lui?"

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Attenzione a non saltare capitoli, ricordo che ieri ne ho postato due. Quindi controllate per evitare di avere già lo spoiler del finale 😅

Elena:

Da quel giorno sono trascorsi un paio di mesi; mesi in cui Alessio mi ha dato il mio spazio, non mi ha assillato, anche se abbiamo continuato a vederci soprattutto quando si sentiva solo a causa della madre. Gli avevo promesso che gli sarei stata accanto e l'ho fatto, non potevo lasciarlo solo proprio in quei momenti. Questo non vuol dire che dall'ultima volta a casa mia, che adesso non lo è nemmeno più perché l'ho lasciata, ci siamo più baciati. Mi è mancato, lo ammetto, ho desiderato poter passare le mie notti con lui, le mie giornate a sorridere come una coppia normale con lui, ma mi rendo conto che la decisione che ho preso è stata la più giusta.
Questi mesi sono stati molto importanti per me, mi sono resa conto di ciò che ancora mi logorava dentro e ogni qualvolta ci pensavo, ancora sentivo quella fitta al petto. Più e più volte mi sono domandata se dovevo lasciar perdere con Alessio, non rovinare quello che ci aveva unito e rimanere amica con lui. La domanda che mi bazzicava per la testa era sempre e solo una:

Posso fidarmi di lui?

Ammetto che la risposta a questa domanda è variata più e più volte, ho compreso anche da questo che il mio stato mentale non era ancora tornato a posto e che quindi non ero pronta per intraprendere una vera relazione. Però, ogni volta che ho visto Alessio, la voglia di tornare con lui era forte. Poi però, ho dovuto fare i conti con la parte razionale e quella entrava in gioco ogni volta che tornavo a casa stanca di lavorare e mi coricavo nel letto matrimoniale della nuova casa che ho comprato, dopo aver lasciato quella in cui vivevo con Stefano. E ogni volta che mi giravo nel lato destro del letto, poggiavo la mia mano sul cuscino lo prendevo tra le mani e lo stringevo come se potessi stringere lui, chiedevo ancora a me stessa: stare senza di lui per sempre, è ciò che vuoi? Ne puoi davvero fare a meno?

A questa domanda la mia risposta era sempre uguale: no, non ne posso fare a meno. Il problema che a questa risposta aggiungevo un ma... il ma è: e se tornassi con lui, ma mi rendessi conto che non riesco a superare tutto?

Sono stati mesi davvero difficili, però mi sono serviti eccome per capire me stessa e ora so cosa voglio davvero. Mi sono autoesaminata, messa alla prova e adesso non ho tutte le risposte alle domande della vita, perché probabilmente a meno che non siamo Dio non possiamo averle davvero. Non possiamo guardare nel futuro e capire cosa comporteranno determinate decisioni, possiamo però esaminarci e capire cosa esigiamo per la nostra vita e se la scelta che prendiamo ci rende davvero felice. E io l'ho presa, pensando che probabilmente è quello che voglio ma non potendo leggere il futuro.

Ed ecco perché, sono in casa mia, sento la testa che vortica in maniera incessante, e il cuore che è accelerato di colpo dal momento che ho chiamato Alessio per chiedergli di raggiungermi a casa mia. Sto respirando a fatica e non è facile per me tutto questo, sto andando incontro a una scelta, ma le scelte hanno sempre milioni di sfaccettature e non è detto che siano sempre quelle più giuste, ma forse se prese al momento giusto possono portare a qualcosa di positivo per la propria vita. Le scelte quelle ponderate e non affrettate, quelle prese con razionalità ma anche col cuore. Perché non puoi scegliere seguendo solo una di quelle, perché inevitabilmente ti troverai sempre ad un punto morto e presto o tardi ti troverai a riporti le stesse identiche domande, chiedendoti se effettivamente è stata giusta la decisione. Ma io oggi che la sto prendendo, col senno di poi potrò dire che ho riflettuto su quello che desidero davvero e anche se un giorno mi accorgerò che non era giusta, saprò che si sbaglia nella vita ma è stata presa con ragionevolezza.

Dopo qualche minuto, il campanello della porta di casa mia prende a suonare, io così mi alzo dal letto in cui ero seduta e vado verso la porta di ingresso. Prendo un lungo respiro prima di riuscire ad aprire la porta, metto la mano sulla maniglia che al contatto sento gelida, ma dà solo un po' di freschezza a quel viso che sento avvampare per l'ansia che ho. Apro la porta e quando lo faccio, Alessio è davanti a me, con le mani sulle tasche, la mascella contratta. Percepisco la sua ansia da qui, non c'è nemmeno bisogno che lui mi dica cosa pensa perché lo so che sta tremando dentro, esattamente come me. Quando l'ho fatto venire, non gli ho detto che avevo preso una decisione ma, lui mi conosce e dalla voce stessa avrà capito che c'era qualcosa che gli volevo dire.

Paura d'amare (COMPLETA IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora