7•capitolo

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Alessio:

Dopo aver visto quella scena raccapricciante per i miei occhi, cioè la donna che ho amato più della mia vita insieme ad un altro, sono tornato a casa.
Ho chiamato Ginevra e l'ho fatta correre da me. Gabriella era occupata, quindi non è potuta venire.

Bussano alla porta e vado subito ad aprire, e dal momento in cui lo faccio, ciò che mi ritrovo davanti non è proprio la figura che mi aspettavo.

"Mamma", esclamo inaspettatamente.

"Ciao tesoro, posso entrare?"

Vorrei dire di no, che sta arrivando qualcuno per me, ma i suoi occhi mi fanno capire che dovrei annullare qualsiasi tipo di appuntamento.

"Entra", le dico, allargando il braccio per permetterle il passaggio.

La faccio accomodare nel tavolo della sala da pranzo, la guardo negli occhi non riuscendo a capire cosa la turbi.

"Vuoi un caffè?", le chiedo per spezzare il ghiaccio.

Spero solo che non si dilunghi troppo, perché Ginevra sta per arrivare. Forse dovrei dirle di non venire più ma, dopo ciò che ho visto, ho bisogno di staccare i pensieri. Di solito mi do alla boxe, ma in questo momento la palestra è chiusa. So cosa mi ci vorrebbe, ma non so se farlo. Avevo detto che il mese scorso sarebbe stata l'ultima volta e non vorrei ricaderci, ma so qual è il mio punto debole e so che quel posto riesce davvero a farmi staccare i pensieri e ad annullarmi.

"Si, grazie". Mia madre mi rivolge un sorriso, io vado nell'altra stanza a farle un caffè nella macchinetta.
Non appena è pronto, le metto due cucchiaini di zucchero come so che piace a lei e torno in salone, dove trovo mia madre nella stessa posizione in cui l'ho lasciata.

Mi siedo di fronte a lei e le porgo il caffè, guardandola dritto negli occhi.

"Come mai sei qui?", le chiedo, riuscendo a capire che c'è un motivo sotto per la sua improvvisa visita. Di solito mi chiama prima di venire, forse per paura di trovarci qualche presenza indesiderata. Mia madre odia vedere donne in casa mia, è ancora legata a Elena e vorrebbe che provassi a riconquistarla. Me lo dice sempre, sa che nonostante il mio comportamento verso di lei, mi ha visto felice solo con lei. Non posso darle torto, nonostante sia stata la cosa più giusta la nostra separazione perché avrei continuato a farla soffrire, gli unici momenti felici li ho vissuti con lei. Purtroppo sono rinchiusi nel passato e non permetterò di riaprire delle ferite che non so nemmeno se sono davvero completamente chiuse.

"Una madre non può venire a trovare suo figlio?", dice, facendo un sorriso a trentadue denti. So bene che sta mentendo, mia madre è la persona più importante della mia vita e la conosco molto bene.

"Mamma"

"Alessio", mi guarda accigliata.

"Dai mamma, ti conosco, so che c'è un motivo se sei qui senza avvisare"

"È soltanto che... volevo dirti una cosa"

Annuisco e la osservo, per ascoltare ciò che ha intenzione di dirmi.

"Elena è tornata a Napoli". Ecco, appunto, come se non lo sapessi già. Come se averla vista non mi avesse devastato, annullato, fatto pompare il cuore ad un livello irrefrenabile. Quando ho visto le sue braccia attaccate a quelle di quell'uomo davanti la caffetteria, mi sono sentito morire. Li ho capito che nel mio cuore lei non è mai morta. È lì, rinchiusa nel cassetto del cuore, aspettando che io lo riapra per permettere che tutto ciò che ci ha legato riaffiorisca.

"Lo so anche io", ammetto, emettendo uno sbuffo e abbassando gli occhi verso la tavola, sentendo il frastuono che fa il mio cuore a quel semplice nome. Com'è possibile che sono passati cinque cavoli di anni e ancora al solo suono di quel nome, divento uno stupido e non capisco più nulla. Sento il dolore in tutto il corpo, i muscoli che si atrofizzano, e mi viene voglia di correre da lei e chiederle se si sia davvero dimenticata di me. Non posso negare che in questi cinque anni l'ho pensata molto spesso, continuavo a rimembrare i suoi occhi verdi azzurri che mi guardavano con tristezza quell'ultima volta che ci siamo visti.

Paura d'amare (COMPLETA IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora