38•capitolo

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Alessio:

Questi giorni sono stati difficili. Mi manca sempre più mia madre, non è passato molto eppure sembra che sia passata un'eternità da quando non la vedo. A volte davvero penso di non ricordare il suo viso e, al sol pensiero di poterla non rivedere almeno nella mia mente, mi fa profondamente male. Poi penso a Elena, ai suoi occhi, a come mi guardava mentre facevamo l'amore solo qualche settimana fa e capisco che ho bisogno di lei nella mia vita. Capisco che al momento è confusa, che anche se non c'è più Stefano non può cancellare tutto da un momento all'altro, per questo ho provato in tutti i modi in questi giorni a darle i suoi spazi e non pressarla, ma mi manca terribilmente e vorrei averla con me. Sono stato cinque anni senza di lei e mi rendo conto che ho buttato via il nostro tempo, e che se non ci fossero stati questi eventi traumatici, lei non sarebbe mai stata con me nemmeno per un istante e probabilmente starebbe organizzando un matrimonio con qualcuno che non sono io. Per questo capisco che non posso darle colpe che non ha, che se lei è in questo modo è a causa mia e che quindi devo rimanere calmo e riuscire a riacquistare la sua fiducia. Capisco che non sarà facile, mi basta guardarla dentro gli occhi per capire quanto è destabilizzata. Nonostante ha lasciato quel ragazzo, lei non è ancora pronta per me e io che la amo più della mia vita, non posso non darle il tempo che ha richiesto.

Quando ce l'ho davanti però, non posso non baciarla. Ho bisogno di lei più dell'aria che respiro.

Siamo da poco partiti con la moto, lei mi sta stringendo da dietro e io con una mano reggo il manubrio e con la l'altra la sua mano.

Quanto vorrei che il tempo si fermasse e che lei rimanesse con me. Ma so che non appena questa giornata finirà, noi torneremo ad essere conoscenti.

Fermo la moto non appena arriviamo sotto casa di mia madre, sento già il respiro mozzarmi quando sposto lo sguardo verso la casa in cui ho visto per anni mia madre sorridere, e soffro terribilmente nel sapere che niente sarà più lo stesso.

Perché io sarò sempre solo senza di te.

Metto il cavalletto della moto, e di sottecchi vedo Elena togliersi il suo casco e posarlo nel sellino. Prendo un lungo respiro che sento bloccato nel petto e faccio qualche passo verso quella casa, mi pento di essere venuto perché penso di non aver la forza di affrontare tutto questo. Elena mi da forza nell'essere accanto a me, ma non ci riesco comunque ad affrontare che lei non c'è davvero più.

Perché io non lo accetto.

Non posso accettarlo.

E fingo che dietro quelle quattro mura ci sia ancora lei, con il suo grembiule che mi fa un sorriso e che dice: Alessio ti ho fatto la torta di mele, quella che ti piace tanto.

Ma invece lei non c'è più, e non voglio che sia così.

Deglutisco a fatica e senza nemmeno riuscire a mandare input alle mie gambe, cambio rotta e torno indietro.
Ma, subito dopo, sento delle braccia arpionarmi da dietro e mi blocco, avvertendo la testa di Elena che poggia sulla mia schiena e che tenta di darmi aiuto.

E ci riesce: mi sento più tranquillo con un solo suo tocco.

Quante cose riesce a fare un gesto d'amore. Gli abbracci sono la più grande forma di affetto, gli esseri umani senza quelli forse non riuscirebbero ad essere felici davvero, soprattutto se lo ricevono da chi amano.

"Girati", sussurra dietro la mia schiena. Anche se tentenno, faccio un lungo sospiro e mi volto verso di lei, incontrando quegli occhi che mi guardano cercando di incutermi sicurezza.

Ma non ce la faccio, mi sento di affondare.

"Ehi", mi fa ancora un sorriso e prende il mio viso tra le mani, accarezzandomi dolcemente. "Stai tranquillo, okay? Lo facciamo insieme!", tenta di rassicurarmi con le sue parole. L'ansia però, non accenna a placarsi, così lascio fuoriuscire un lungo respiro che si infrange sul suo viso, facendo muovere i suoi capelli biondi.

Paura d'amare (COMPLETA IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora