10•capitolo

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Alessio:

Devo parlarti di una cosa importante..

Devo parlarti di una cosa importante..

Devo parlarti di una cosa importante..

Quelle parole mi risuonano incessantemente, mentre corro come un forsennato da non so quanto dopo ciò che ho sentito dire dalle labbra di mia madre. Continuo a sentire l'adrenalina in tutto il sangue, sento che sto per esplodere, ma non lascio venir fuori le lacrime.

Dio, perché ti sei accanito contro me?

Corro, corro ancora, non smetto, le gambe sono diventate la colonna portante del mio corpo, non faccio altro da circa un'ora.
Ad un certo punto, mi fermo di botto, porto le mani sulle ginocchia inclinando il corpo e respirando a fatica. Sento gli occhi pizzicarmi, alzo la testa e strizzo gli occhi, guardando il cielo che sembra sia diventato nero o forse è solo il mio cuore che si è appena scurito.

"Perché, perché?", urlo come un disperato in cerca di una spiegazione a ciò che ho appena udito, e sento ancora il mio cuore che si spezza alle mie parole e non sopporto il peso, la matassa che avverto, ricomincio a correre senza una meta.
Per qualche ragione, o forse so la ragione, mi ritrovo in un posto che conosco molto bene. Metto le mani nei fianchi, alzo gli occhi guardando l'insegna affissa che dice "The Big". Conosco molto bene questo posto ma, avevo promesso che non ci avrei più messo piede. Lo avevo promesso a lei, a mia madre, ma adesso sembra l'unica soluzione a tutto ciò che mi opprime. Anche se so che non risolverò nulla ma, è l'unico posto che mi permette di eliminare i miei pensieri delle ultime ventiquattr'ore. Di solito vengo qui quando devo scacciare quei dannati occhi verdi azzurri che mi si parano davanti ogni giorno, ma che cerco di cancellare ormai da anni senza però aver successo. Però, quando vengo qui, è l'unico istante in cui riesco a cancellarla per quelle ore in cui sono impegnato.

Entro dentro, il solito locale in cui la puzza d'alcool mi danneggia l'olfatto. Porto una mano tra i capelli scompigliati, emette un sospiro frustrato e, vedo gente che ormai conosco bene che appena si accorgono della mia presenza, mi fanno un piccolo sorriso.

Dico sempre che è l'ultima volta, ma non è mai l'ultima perché la mia vita è uno schifo!

Vado verso di loro, non ricambio il sorriso, sento solo che ho la mascella contratta e non riesco nemmeno a fare un sorriso di circostanza.

"Brutta giornata, amico?", dice Giacomo, guardandomi dritto negli occhi.

"Dammi da bere, subito!", esclamo spazientito. Mi avvicino al bancone, mi lascio cadere a peso morto nello sgabello e aspetto che mi porti il mio liquore.

Non appena me lo porge, lo butto giù senza nemmeno guardarlo, sentendo che scorre nella gola quasi a raschiarla per l'intensità, ma è come se non sentissi più niente.

"Ancora!", urlo come se lui avesse una qualche responsabilità su ciò che sto sentendo.

"Ehi calma, sembra piuttosto seria", dice Giacomo, guardandomi per capire ciò che ho. "La tua ragazza ti ha lasciato?", ridacchia. Lui non sa nulla della mia vita, sa solo che vengo qui quando ho qualche problema.

"Non sono fatti tuoi", ringhio tra i denti, afferrando il suo colletto e stringendolo.

"Ehi, stai calmo!", dice indietreggiando con la testa.

"Allora non farmi incavolare e fai ciò che ti chiedo, adesso!"

Lui annuisce, sa che non deve mettersi contro di me quando sono incavolato!

Butto giù una decina di cicchetti pesanti, ma non sento nemmeno l'intensità dell'alcool, perché ormai sono completamente annebbiato e pronto per ciò che mi aspetta.

Paura d'amare (COMPLETA IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora