- Tesoro, è ora di alzarsi! - disse la signora Morrison da dietro la porta della stanza di sua figlia. Erano le 7:10 e se non volevano fare tardi a scuola si sarebbero dovuti sbrigarsi. Scese in cucina, preparò la colazione alla famiglia, vestì il piccolo di casa dopodichè, vedendo che la sua primogenita non era ancora scesa al piano di sotto, si recò nella sua stanza per verificare cosa stesse facendo. Aprì molto lentamente la porta e la trovò seduta su una poltroncina intenta a fissare il vuoto. Aveva in dosso gli stessi vestiti del giorno precedente.
- Amore, ma non sei ancora pronta! - provò ad iniziare una comunicazione ma il tentativo non andò a buon fine - Te la senti di andare a scuola oggi? Se vuoi prenderti un giorno di pausa per me non ci sono problemi tranquilla. ok? - Non rispose neanche questa volta - Tesoro mio, ti prego, dimmi qualcosa, mi si spezza il cuore vederti così. - in quel momento le barrierre della ragazza crollarono facendola esplodere in un pianto disperato - Shhhh... va tutto bene amore, piangi se ne hai bisogno. - la strinse a se per confortarla - Rimani a casa oggi ok? - come per le volte precedenti non ottenne risposta. - Vado di sotto, tu cerca di dormire un po ok? - con il cuore che le si stava spezzando usci dalla stanza e si diresse in cucina.
- Judy - la chiamò il marito - Tutti pronti, possiamo andare?
- Andate voi, io mi prenderò un giorno di ferie, non mi fido a lasciarla a casa da sola. Fa impressione David
- Lo sapevo che non dovevamo fidarci di quel ragazzo. Si è riempito la bocca di belle parole solamente per uscirne pulito ai nostri occhi ma lo sappiamo benissimo che cosa è successo. Vuoi che non l'abbia lasciata a causa di una nuova fiamma?
- Dici? Sai... ho pensato la stessa cosa ma poi ho pensato: Jen è praticamente devota a lui, lo ama e penso che anche lui provava qualcosa, per quale motivo avrebbe dovuto farlo?
- Perchè è un ragazzo di 19 anni in preda agli ormoni. Pensaci Judy, a 19 anni chi va a pensare di lasciare la propria ragazza solo perchè lei vuole rinunciare ad un sogno per trascorrere la vita con il proprio fidanzato? Te lo dico io... nessuno. Era tutta una scusa per mollarla in modo carino. Sarà meglio per lui se non si faccia più vedere da queste parti.
- David sono ragazzi. Pensavi davvero che la loro storia sarebbe durata? Quante probabilità ci sono che il primo vero amore di una persona sia quello giusto? Sapevamo che prima o poi avremmo dovuto affrontare questa cosa. Quel giorno è arrivato.
- Odio vedere mia figlia soffrire.
- Lo so ma preparati psicologicamente perchè, spero di no, ma potrebbe riceverne ancora altre di delusioni in questo campo. Ora va... o farete tardi.
- Se hai bisogno di una mano chiamami!
- Lo farò.
Per tutta l'intera giornata Judy non sentì il che bel minimo rumore provenire dalla stanza di sua figlia. Inizialmente pensava stesse dormendo ma poi con il passar delle ore cominciò a preocciparsi, non era da lei starsene in silenzio, era una caciarona anche quando stava male o era arrabbiata. La situazione doveva essere grave se era ridotta così. Passò a controllarla un paio di volte ma la trovò perennemente nella stessa posizione in cui l'aveva lasciata quella mattina.
Passarono un paio di giorni e la cosa non sembrava migliorare. L'unico cambiamento fu che dalla poltroncina si spostò su letto ma per il resto stessa routine dei gorni precedenti.
- Mamma sono tornata! - disse Julia rientrando a casa con a seguito altre cinque ragazze - Loro sono amiche di Jen, magari riescono a spronarla un po' e magari farla uscire di casa.
- Buonasera signora!
- Salve ragazze, grazie di cuore per essere qui, lo apprezzo molto. Jen è di sopra andate pure.
Julia fece strada alle ragazze conducendole davanti la stanza di sua sorella
- Dici che dovremmo bussare? - chiese una di loro
- Ma no... entrate e basta, sono sicura che le farà enormemente piacere.
Seguirono il consiglio di Julia ed entrarono
- Jen ciao, possiamo entrare?
come le volte precedenti non rispose ma le ragazze non si diedero per vinte, si sedettero sul letto insieme a lei e iniziarono a parlare del più e del meno come erano solite fare. Parlarono della scuola, dello spot , dello shopping, l'unico argomento che non toccarono era quello che includeva la parola ragazzi. Jen non partecipò alla conversazione e non sembrava neanche starle a sentire. Alle ragazze non importò, erano sicure che parlare così, come se niente fosse successo, l'avrebbe aiutata pian piano a sbloccarsi. Scesero al piano di sotto dopo un paio d'ore
- Allora? Vi ha detto qualcosa? Come sta?
- Ci abbiamo provato in tutti i modi ma niente. Non una parola, non uno sguardo. Non ha mai reagito così.
- E' particolarmente provata, ha bisogno di sostegno.
- Non si preoccupi signora, abbiamo tutta l'intenzione di farla tornare quella di un tempo a costo di venire tutti i giorni a fare conversazione con i muri. Lei ci è sempre stata accanto, ora tocca a noi stare accanto a lei.
E' fortunata ad avervi nella sua vita.
- Adesso mi sente! - gridò Julia scendendo le scale
- Chi? - rispose incuriosita sua madre
- Quel depravato! E' tutta colpa sua se mia sorella sta così! - prese il cellulare e digitò il numero
- Julia, lascia stare. - ma ormai era tardi
- Pronto?!?!?!
- Pronto un corno!
- Julia?!?!?! - chiese
- Si sono io. Bene... sembrerebbe quindi che un po di cervello ti sia rimasto in quella zucca bucata.
- Credo che tu abbia sbagliato numero, non so cho stavi cercando ma...
- Sei Colin?
- Si
- E allora ho chiamato esattamente la persona che cercavo!
- Cercavi me? E perchè mai?
- PERCHè SEI TE IL DEPRAVATO CHE HA PIANTATO MIA SORELLA COSì SU DUE PIEDI! SEI TU IL MOTIVO PER CUI NON PARLA, NON MANGIA E NON DORME DA GIORNI. TU SEI LA PERSONA CHE ADESSO VORREI PRENDERE A PUGNI PER AVER RIDOTTO MIA SORELLA COSI'. TU...
- Si! OK OK... ho capito! Ascolta... sta davvero così male?
- Stare male non è abbastanza. Fidati, l'hai uccisa!
- Mi dispiace... davvero mi dispiace tanto ma non potevo fare altrimenti.
- C'è sempre un'altra scelta Colin!
- Non sarebbe stata adatta a lei. Ho agito per il suo bene
- Non tentare di giustificarti, non serve a nulla!
- Credimi non mi sto giustificando. E' la pura verità. Ascolta visto che tanto ci siamo... non è che posso parlare?
- Stai scherzando? Non ci pensare nemmeno! Cosa ti fa pensare che io possa anche farle sentire soltanto la tua voce. Ho tolto tutto quello che ti riguardava dalla sua stanza, non do fuoco a nulla solo per rispetto a lei, deciderà lei cosa farne di tutte quelle cianfrusaglie quando si riprenderà. Solo un paio di cose non sono riuscita a toglierle. Il bracciale che ha nascosto non so dove e la foto di quella recita scolastica dove appare in bella vista la tua faccia da schiaffi che tiene ancorata a se come fonte d'ossigeno. Credimi Colin... troverò il modo di staccarla dal tuo ricordo perchè non vale la pena star male per un poco di buono come te!
- Julia basta! - la rimproverò sua madre
- Non ho ancora finito.
- JULIA!!!! Passamelo. - a malincuore la ragazza smise di insultarlo e passò il cellulare a sua madre
- Colin...
- Signora Morrison... io... io l'ho...
- Lo so colin, lo so. Lo hai fatto per lei.
-Lei capisce perchè l'ho fatto vero? Non volevo si annullasse per me.
- Se il motivo è effettivamente questo lo capisco e ti ringrazio.
- Quale altro potrebbe essere il motivo - ci ragionò su - Non penserà mica che l'abbia tradita o l'abbia lasciata per un'altra?
- Non so che pensare Colin, ma il dubbio mi sfiora.
- Non mi sarei mai permesso. Deve credermi
- Spero proprio sia cosi.
- Sta davvero così male come dice Julia?
- Purtroppo si. Sta malissimo. In sedici anni della sua vita questa è la prima volta che la vedo così.
- Pensa anche lei che non sia il caso che le parli? Magari riesco a...
- NO. Sentendoti rivivrebbe i bei momenti passati insieme e dovrebbe affrontare nuovamente il distacco. Lasciamola affrontare il dolore da sola, piano piano si rialzerà. Deve farlo.
- Almeno c'è la scuola e il teatro che la tengono impegnata gran parte della giornata.
- Non sta andando ne a scuola ne a teatro. Sono quattro giorni che non esce dalla sua camera. Sono riuscita a farle mangiare qualcosa Dio solo sa come.
- Non va assolutamente bene.
- Lo so, le ho provate tutte credimi, ma non reagisce.
- Mi dispiace.
- Te? Come stai?
- Come vuole che stia. Non bene. Amo sua figlia e l'idea di averla dovuta lasciare, di non poterla vedere o sentire mi sta mandando ai matti. Spero solo che le cose possano sistemari un giorno e chissà magari torneremo insieme.
- Spero che questo non accada. Sei una brava persona non fraintendermi ma non vai bene per mia figlia. Se dovesse esserci un nuovo distacco tra di voi sarebbe la fine. Non posso permetterlo.
- Potrebbe andare bene però
- Preferirei non correre il rischio.
- Glielo giuro signora non ho tradito sua figlia. Lo so che lo sta pensando e sicuramente anche suo marito lo penserà ma davvero non ho fatto nulla del genere.
- Colin... ormai quel che è successo è successo. Spero davvero che sia come dici tu però ripeto il dubbio mi è passato. Ora scusami ma vado a controllare se ha bisogno di qualcosa. Stammi bene.
- Arrivederci.
***
Di settimana in settimana passò un mese da quel fatitico giorno. Un mese chiusa in camera, un mese senza scuola, senza teatro e senza uscite. Tutti, amici e familiari tentarono di tirarla su coinvolgendola in varie attività, ma tutto ciò che le veniva proposto lei lo bocciava sul nascere. Continuava a tenere stretta a se quella famosa mezza foto e piangeva. piangeva senza sosta.
- Come sta oggi? - chiese sua madre a Julia che era appena stata in camera a trovarla
- Come ieri e come i giorni scorsi. Oggi i suoi professori mi hanno chiesto quando tornerà in classe, non ho saputo rispondergli. Pensi che starà così ancora per molto?
- Non lo so, ma una cosa è certa, non puo continuare cosi. Un mese di vacanza è più che sufficiente. Se non riusciamo a sbloccarla entro la prossima settimana comunque a scuola dovrà tornarci lo stesso.
- E' stato uno stronzo!
- Non dire così! E' stato fin troppo maturo, ha ragione... non poteva continuare a vivere la sua vita in base a quando si sarebbero visti.
- Perchè invece ora la vita se la sta godendo alla grande vero?
- Questo è solo un periodo che piano piano passerà. Tutti nella vita affrontiamo le delusioni d'amore, sono queste che ci fanno crescere e andare avanti.
- Spero proprio di non innamorarmi mai allora. - sua madre sorrise per quella battuta - Se devo trovarmi uno che mi fa soffrire così come ha fatto quel demente è meglio non trovarlo.
- Smetti di parlare male di quel ragazzo. Lo sai il perchè l'ha lasciata. Lo ha fatto per permetterle di inseguire un sogno.
- Mamma sarò anche una quindicenne ma non sono stupida. Non ci credi neanche tu a quello che ha raccontato, è inutile che cerchi di farmelo andare a genio. Ti ho sentita che parlavi con papà l'altra sera. Pensate che l'abbia tradita. Le ha messo le corna cavolo!
- Modera il linguaggio e abbassa la voce. Non lo sappiamo se l'ha tradita o se il motivo è quello che dice lui. Ormai si sono lasciati, non ha importanza. L'unica cosa che ne ha in questo momento è che tua sorella si riprenda al piu presto.
- Hai ragione.
- AH... magari evita di dirle del sospetto del tradimento. Sta già male così... meglio non metterle dubbi in testa.
-Va bene. Sai una cosa? mi è venuta fame.
- Guarda sto preparando la merenda a tuo fratello se vuoi la faccio anche a te.
- No, ci penso da sola. Grazie lo stesso.
- A proposito. Dov'è Daniel? Era qui fino a quando non sei scesa.
- Boh...
- Vado a cercarlo.
***
Mentre Julia parlava con sua mamma, al piano di sopra, un piccoletto quatto quatto si diresse verso la camera di sua sorella. Si arrampicò sul suo letto e gli si buttò sopra facendole un grande sorriso.
- Sorpresaaaaaa!!!!!! - esclamò ridendo
- Daniel! Mi hai messo paura
- Per quanto altro durerà il segreto che parli solo con me?
- Non è un segreto, perchè pensi che lo sia?
- Perchè tutti dicono che non parli più.
- Ti sembra forse che non stia parlando? tranquillo va tutto bene - cercò di rassicurarlo, non voleva turbare anche lui con i suoi problemi.
- Perché non ridi più? Sei arrabbiata?
- No amore non sono arrabbiata...
- Sono settimane che non giochi più con me.
- Sono solo un po' triste.
- Perchè? Non devi essere triste, sei la mia sorellona io ti voglio bene anche se faccio la spia a mamma e papà su quello che fai. - La fece sorridere. - Vedi che quando sorridi sei più bella?
L'abbracciò e le diete un bacino sulla guancia.
- Hai pianto vero?
- No
- Hai gli occhi rossi.
- È la stanchezza tesoro...
- Non è vero... chi ti ha fatto piangere? Dimmelo che ci penso io! - disse alzando le maniche della sua magliettina per farle vedere i muscoli!
- Sei il mio eroe! - Disse riempiendolo di baci
- Ti voglio bene Jenny e te ne vorrò per sempre!
- Ti voglio bene anche io piccolo guastafeste e sai che ti dico? Ke gli uomini più importanti della mia vita sarete sempre tu e papà! - il bimbo rise contento.
- Davvero?
- Assolitamente si!
- Danielll?!?!? Dan!!!!! Ma dove sei finito? - lo chiamò sua madre
- Qualcuno ti sta cercando, ti conviene andare!
- No, non ti voglio lasciare qui da sola a piangere.
- Io starò bene.
la loro mamma entrò in stanza - Allora ecco dov'eri! Che stai facendo? Non disturbare tua sorella.
- Sto facendo le coccole a Jen! - Disse stringendola forte
- Si, è vero! - disse lei prendendolo di peso e consegnandolo nelle braccia di sua madre - Ma ora basta coccole! Devo mettermi sui libri, ho un intero mese di lavoro arretrato. - disse mostrando un sorriso sincero.
- Jen amore! Che sollievo sentire nuovamente la tua voce! Come ti senti? Hai bisogno di qualcosa?
- Me la caverò mamma! E no tranquilla... non mi serve nulla.
Non sapeva in che modo, ma quel piccoletto era riuscito a farle tornare il buon umore. Iniziò piano piano a riprendere la scuola, il teatro e in meno di due settimane si rimise in pari con tutto il programma. C'erano ancora giorni bui questo si, ma cercava di buttarsi a capofitto tra il teatro e le amicizie per non pensarci. Il problema era qundo rincasava la sera e si metteva a letto: la sua mente ripensava a tutti quei bei momenti passati con lui e non poteva far a meno di intristirsi. Varie volte provò a scrivergli, ma prima di inviare il messaggio un barlume di lucidità e orgoglio si impossessava di lei e cancellava il tutto. Chissà cosa stava facendo... stava ancora pensando a lei? Sperava di sì ma non ne poteva avere la certezza assoluta. Pensarlo abbracciato ad un'altra gli faceva venire solamente il mal di stomaco. Lui voleva che lei andasse avanti con la sua vita e forse era arrivato davvero il momento di farlo. Cambiò il suo numero di cellulare, le mail e fece un nuovo profilo Facebook privato in modo da non essere più tentanta di scrivergli o quant'altro. Prese tutte le foto e i ricordi di lui che era riuscita a nascondere a Julia e li mise in uno scatolone per poi portarli su in soffitta. Le uniche cose da cui proprio non riuscì a liberarsi furono la famosa mezza foto nel portafoglio e il braccialetto portafortuna, che nonostante non indossasse più comunque lo portava sempre con se. Girò il suo primo film e da li ne susseguirono molti altri. Passarono gli anni, si diplomó con il massimo dei voti, andò al college e una volta presa la laurea si trasferì a los Angeles dove si alternava tra lavoro, amicizie e nuova vita amorosa. Aveva ormai raggiunto una certa notorietà.
***
Era il suo giorno libero, aveva programmato di dormire un po' di più visto che non aveva da lavorare e visto che anche il suo fidanzato era fuori città, ma il destino per lei aveva altri programmi. Il suono del suo cellulare la portò ad aprire controvoglia gli occhi. Era il suo agente:
- Che vuoi a quest'ora?????? - si lamentò
- Ho un lavoro per te! Una parte da protagonista in una nuova serie TV su ABC. Saresti una stupida a rifiutare.
- Ti ricordo che sto lavorando già per un' altra produzione. Da contratto non posso comunque accettare.
- Di questo non devi preoccuparti. Parleremo con i produttori e troveremo insieme una soluzione. Hai già una bella fama, ma con questo progetto Jen raggiungerai le vette! Ti mando il copione della puntata pilota leggilo immediatamente e dimmi cosa ne pensi.
Neanche il tempo di riagganciare che le era già arrivata la mail:Oggetto: New work.
Titolo: Once upon a timeLesse tutta la sceneggiatura dopodichè richiamò il suo agente.
- Allora? Gia letto?
- Si. E' incredibile, assolutamente fantastico. Fammi sapere per il casting. Sono interessata
- Nessun casting. I produttori ti hanno vista in altri lavori e si sono innamorati. Hanno scritto il personaggio della protagonista pensando a te. VOGLIONO TE CAPISCI??????? L'unica cosa che vogliono fare è incontrarti per sicurezza. Penso ti faranno leggere delle battute ma solo per formalità. Ti aggiorno appena so qualcosa.
- Grazie a presto.
Si presentò due giorni dopo negli studi a Vancouver, entrò nella sede principale dell'ABC e attese che venisse chiamata. Stringeva tra le mani un braccialetto. Non uno qualunque ma proprio quel bracciale regalato da quel suo primo amore di cui ormai ricordava solamente il nome. Dal suo primo provino quel bracciale l'aveva sempre accompagnata e da allora non l'aveva mai tradita. Era il suo miglior portafortuna.
"Non so dove tu sia ma grazie! Grazie perché senza la tua caparbietà nel lasciarmi non sarei mai arrivata dove sono ora." - pensò tra se e se.
- Morrison! - la chiamarono riportandola alla realtà.
- Eccomi! - disse alzandosi ed entrando nell'ufficio dei produttori. Il provino, se così possiamo chiamarlo,durò cinque minuti, quando uscì stringeva già tra le mani il contratto firmato. Un nuovo capitolo della sua vita stava per essere scritto. Non poteva sapere però che da lì ad un anno le cose sarebbero improvvisamente cambiate.
Note dell'autore:
Eccomi... Spero che non siate ancora troppo arrabbiati con me per il capitolo precedente. XD
Da questo capitolo si capisce chiaramente che la loro separazione non è stata una crisi passeggiera ma una vera e propria rottura. Jen ci è stata male ma alla fine si è rialzata ed è riuscita ad andare avanti. Adesso è cresciuta, si è trasferita, ha una nuova relazione, una carrierra brillante e un nuovo progetto niente male. Cosa mai potrebbe succedere adesso???? Lo scopriremo nel prossimo capitolo. A prestooooo

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Legati dal destino
FanfictionE se Jennifer e Colin si fossero già incontrati prima di Once upon a time? Piccolo viaggio nel tempo dai loro anni adolescenziali fino ai giorni nostri.