Come da programma il mattino seguente partirono per Chicago. Una volta atterrati presero una macchina a noleggio e iniziarono a vagare per la città.
- Allora, cosa mi dici? Contenta di essere nella tua patria? - chiese lui
- Si! Adoro Chicago ma dimmi... quale sarà il programma per i prossimi giorni?
- A dire il vero non ho molto in mente... c'è solo una cosa che voglio mostrarti ma lo farò questa sera. Per oggi giornata libera. Cosa vuoi fare? Vuoi andare a trovare i tuoi o fare un giro per la città? Hai carta bianca.
- Preferirei la seconda opzione! Non ho detto nulla ai miei che sarei passata, se ci presentassimo a casa così ci riempirebbero solamente di domande e non mi va.
- Come vuole signorina. Anche se non sono molto pratico della zona che ne dici se ti faccio da cicerone?
- Ma smettila scemo! - lo spinse giocosamente mentre iniziarono a perlustrare la città.
Camminarono per tutto il giorno ed ora erano seduti su una panchina in un parco ad ammirare il tramonto...
- Non dire mai più che non sono una persona romantica. Due tramonti in due giorni: sono un uomo da sposare!
- Poverina...
- Chi?
- Quella poveretta che ti dovrà sopportare per il resto della sua vita. - rispose lei ridendo
- Non ho capito bene... ti spiace ripetere? - iniziò a farle il solletico
- Scusa scusa scusa, la smetto! Pietà! - disse tra le risate ma lui non voleva saperne di fermarsi
- Dammi un buon motivo per terminare questa tortura.
- Sarai un ottimo compagno per quella poveret..... per quella brava ragazza!
-D'accordo sarò clemente. - Guardò l'orologio - si è fatto tardi direi che è giunto il momento di andare. Ho prenotato un posto da urlo per la cena di questa sera.
- Davvero? Dove siamo diretti?
- Non te lo dirò! Voglio che sia una sorpresa fino alla fine quindi... TADA'A'A'A'A'A'! - Estrasse un foulard nero dalla tasca dei pantaloni e gielo mostrò. - Girati, ti devo bendare.
- No ti prego! - chiese supplichevole.
- No no no... non iniziare a fare storie perché tanto non cederò. Avanti signorina non aver paura, voltati.
- Almeno ne varrà la pena?
- I punti di vista sono due: o ti piacerà da impazzire o mi odierai! Non credo ci siano vie di mezzo.
- Questa cosa non mi rincuora!
- Io Sono fiducioso...
- D'accordo, procedi. - Si fece bendare e con il suo aiuto arrivò fino alla macchina. Colin guidò per circa dieci minuti dopodiché, una volta raggiunta la destinazione, accostò l'auto, le aprì la portiera e l'aiutò scendere.
- Fidati di me, ti guido io! - le disse mentre avanzavano - Ci sono cinque scalini adesso quindi attenta. - Jen si ancorò a lui per non inciampare e insieme affrontarono la scalinata. senti una serratura aprirsi e poi il rumore della porta.
- Entra!
- Posso toglierla adesso? Per favoreeee.
- La tolgo io ma prima ricorda... tu mi vuoi troppo bene quindi sarebbe ingiusto uccidermi! - con queste ultime parole sciolse il fulard. Jen si guardò attorno e rimase di sasso alla visione che le si presentò davanti. L'aveva portata niente popo di meno che in quella villetta dove lui aveva alloggiato per le vacanze e dove avevano passato la loro ultima notte insieme prima che ripartisse e che iniziassero i loro primi problemi. - Ho anche ordinatoncibo cinese per ricreare l'atmosfera. - le disse per ottenere una sua reazione ma lei continuava a non proferire parola. Fissava la sala e iniziarono a venirle gli occhi lucidi
- Allora non mi dici niente?
- Dovrei ucciderti...
- Invece? - chiese speranzoso.
- Invece spero che ci sia un motivo valido per salvarti le penne.
- Certo che ho un motivo valido ma prima ceniamo.
- Vorrei prima sapere le tue motivazioni.
- Dopo! Avanti vieni con me! - la portò in cucina e notò che aveva ordinato non solo cibo cinese come aveva già annunciato, ma anche lo stesso menù di quella sera.
- Non hai lasciato proprio niente al caso. Mi meraviglio di te! Solitamente voi uomini non ricordate tutti questi dettagli.
- Io ricordo solamente le cose veramente importanti e la storia con te è stata una di queste. Porto tutto qui dentro Jen - disse prendendole la mano e portandosela sul suo cuore. - Fai silenzio adesso. Senti come batte veloce? Batte per te... solo ed esclusivamente per te! - lei continuava a fissarlo con aria indecifrabile e lui naturalmente la prese come una reazione negativa. Sperava davvero che riuscissero a ricominciare ma era ovvio come il sole che la cosa non era più fattibile.
- Prima di uccidermi che mi diresti di mangiare qualcosa? Vorrei morire con la pancia piena.
- Non ho fame. - si limitò a dire.
- Dai... Non sarai davvero arrabbiata? - provò a salvare la situazione.
- Non ho fame - ribbadì
- Ok ho capito, sei arrabbiata. Facciamo così, prima ceniamo e poi ti prometto che mi farò insultare.
- Non voglio mangiare cinese...
- Ordino altro allora! Che preferisci? Italiano, messicano, non so... dimmi tu! Tutto quello che vuoi.
- Tutto quello che voglio?
- Assolutamente si!
Ok.... Mmm fammi pensare... cinese come ho già detto no! pizza no... - mentre parlava avanzava verso di lui - Niente messicano o italiano... che rimane? A già! - disse sussurrandogli all'orecchio - Manchi tu! Di sicuro il mio piatto preferito! - disse per poi posare le labbra su di lui.
- Sto sognando non è vero? - chiese stupito dopo aver ricambiato il bacio.
- Diciamo che ci siamo fatti del male abbastanza in questo ultimo periodo per cercare di rimanere ognuno al proprio posto on trovi?
- Io...
- Abbiamo miserabilmente fallito e lo sai perchè? Perchè abbiamo... o almeno io... ho cercato di stare lontano da te quando il mio posto è esattamente accanto a te!
- Se mi stai prendendo in giro sappi che non è divertente.
- Shhh! Non puoi interrompermi sempre, lasciami parlare! Dicevo: non riesco a stare lontano da te e rivivere tutto questo mi ha fatto solamente trovare il coraggio di dirtelo. L'altro giorno a casa tua mentre studiavamo... non è vero che ricordavo solo quello che ti ho raccontanto. Ricordo anche di esserti letteralmente saltata addosso. Non ero alticcia Colin, ero in me, volevo mettere la parola fine a questa lontanazza che continuo a mettere tra di noi ma poi ho avuto paura e ho fatto finta di nulla. Non riesco a pensare ad altro se non a te! Non riesco ad allontanare il mio vecchio amore e non riesco a restare indifferente al mio amico e collega. Sono persa di te ed ora di uscire allo scoperto...Almeno con te! E' giusto che tu lo sappia.
Colin rise istericamente - No no no no no no... sto sognando, non c'è alcun dubbio!
- Può essere, ma se stessi sognando come potrei farti questo senza svegliarti? - disse dandogli prima un pizzicotto sul braccio e poi una serie di baci. I primi molto casti, gli altri decisamente più passionali.
- Jen! Sto per perdere il lume della ragione quindi se vuoi tirarti indietro ti conviene...
- Shhhh... ancora che parli? Che aspetti a portarmi di sopra?
Non se lo fece ripetere due volte, la prese in braccio, lei ancorò le gambe al suo bacino e in questo modo cominciarono a salire le scale continuando comunque ad amorggiare. Una volta raggiunta la camera da letto l'adagio sul letto e staccò le labbra da lei per poterla guardare negli occhi:
- Ne sei sicura? Se hai anche solo un minumo dubb - gli morirono le parole di bocca poichè lei iniziò a sbottonargli la camicia con molta... molta lentezza.
- Ti ho già detto di non parlare. Rilassati Col!
- Mi stai facendo morire...
- Soffri in silenzio allora! - disse maliziosa per poi tirarsi su a sedere in modo da essere alla sua stessa altezza.
- Altro che sofferenza, la chiamerei più impazienza tesoro...
- Shhh... sbottonò l'ultimo bottone e mente gli sfilò la camicia iniziò a vagare sia con le sue mani sia con le sue labbra su tutto quel ben di Dio che si trovava davanti. Partì dal collo per scendere sui suoi pettorali e poi sempre più in basso...arrivò all'altezza dei suoi pantaloni. Stava per sbottonarglieli ma lui la trattenne
- Non credo di essere un po' troppo vestita? - la provocò
- Lasciami divertire, non vedi che sto giocando? - Disse ridendo - non disturbarmi!
- Piccoletta che non sei altro vieni qua! - la prese tra le sue braccia - Diamo uno sguardo a questa magliettina - disse osservando il suo vestiario. - Decisamente da buttare! - gliela sfilò per poi lanciarla sul pavimento.
- EIIIIIIII! Ma come ti permetti! - Voleva fare la voce autoritaria ma le venne da ridere.
- MmmH mamma mia quanto mi sei mancata! - Le disse per poi stendersi sopra di lei e baciarla un po' ovunque le andasse a tiro.
- Colin... - cercò di liberarsi dalla sua presa.
- Stai ferma! E' inutile che ti agiti mia cara... non scappi!
- Non mi piace ricevere ordini! - così dicendo avvolse le gambe nuovamente su di lui e con un colpo di reni ribaltò la posizione sorprendendolo - Ecco fatto! e ora continuiamo a giocare... dove ero rimasta? Ah gia! Si mise su un fianco e tornò ad armeggiare con i suoi pantaloni sfilandoglieli e facendoli cadere esattamente accanto alla maglia lanciata in precedenza da lui. - Qualcuno qui è in un leggero svantaggio! - lo istigò
- Ancora per poco! - non si mosse inizialmente facendole credere di avere campo libero, solo quando lei posiziono le mani sui suoi boxer allora lui le boccò i i polsi e la fece tornare supina sul letto. Con le mani bloccate all'altezza della testa era ormai difficile muoversi
- Non è giustoooo!!!!! - piagnucolò
- Hai voluto la guerra? La guerra avrai! Non muoverti! - mentre con una mano la teneva ferma con l'altra iniziò ad armeggiare con il gancetto del reggiseno che nel giro di poco si ritrovò a terra a far compagnia ai precedenti indumenti.
- Wow che agilità! - scherzò lei
- Ho fatto pratica sai? Sul set. Avendo un uncino devo fare tutto con una sola mano.
- Mmh utile come cosa!
- Stai zitta... - Dopo il reggiseno fu il turno dei suoi pantaloni - Direi che siamo pari adesso... - le sussurrò in un orecchio con voce calda per poi iniziare a mordicchiargleilo. Sapeva che le piaceva infatti la ragazza non proferì parola. Dalle sue labbra uscivano solamente gemiti di piacere che lo incoraggiavano a continuare. Approfittando di quel suo momento di distrazione le lasciò i polsi e con entrambe là mani si adoperò per toglierle l'ultimo indumento che aveva indosso. Una mano andò ad accarezzarle il viso mentre l'altra andò ad occuparsi del suo centro lasciandola interdetta.
- Allora piccoletta... - le disse mentre continuava quella piacevile tortura - chi ha vinto?
Non ce la faceva a parlare ma si sforzò per dire l'unica cosa sensata al momento - Zitto e continua! - Da lì successe di tutto. Si amarono come non succedeva da tanti... troppi anni ormai. Quando decisero che era ora di prendere un attimo di respiro ormai era quasi l'alba. erano stretti l'uno nelle braccia dell'altra e si guardavano negli occhi.
- Non è che devo aver paura di farti uscire da questo letto?
- Perchè me lo chiedi?
- Ho paura che una volta uscita da qui tu possa in qualche modo tornare sui tuoi passi e avercerla doppiamente con me per aver approfittato di un tuo momento di debolezza.
- Sei paranoico lo sai? Ti fai troppo problemi!
- Non devo?
- Assolutamente no. Chi ti ha detto che voglio uscire da questo letto! Anzi... peccato tu sia diventato un vecchietto che non regge più i ritmi di questa piccoletta, come la chiami tu!
- Non ti sei ancora saziata? - chiese malizioso
- Regola numero uno: sono più giovane di te e quindi ho più resistenza. Regola numero due: non sono per niente sazia. Regola numero tre: non sarò mai sazia di te! - gli diete un bacio a stampo.
- Mi stai rendendo l'uomo più felice del mondo! - disse prima di baciarla a sua volta per poi riniziare quella maratona d'amore che durò fino a tarda mattina quando lei, questa volta esausta, si addormentò. Lui era troppo emozionato per la svolta della serata che non riuscì a chiudere occhio. Era imbambolato dalla sua bellezza. La coprì con un lenzuolo lasciandole scoperta solamente la spalla a cui prestò notevoli attenzioni che la portarono nel giro di poco ad aprire nuovamente gli occhi.
- Scusami non volevo svegliarti! - le sussurrò accarezzandola.
- E' Il miglior risveglio che ho ricevuto da ormai troppi anni a questa parte.
- Non sei per nulla pentita?
- Assolutamente no. - La baciò e lei di tutta risposta gli si avvicinò ancora di più.
- Rimarrei qui con te per sempre ma direi direi che ci dobbiamo alzare.
- Noooooo! - protestò lei
- Se non ci alziamo ora dubito che faremo qualcosa in giornata a parte ripetere le belle cosucce che abbiamo fatto stanotte.
- Non ho nessun interesse ad alzarmi!
- Avanti signorina non fare la pigrona, alzati da questo letto e avrai la tua ricompensa. - le fece l'occhiolino
- Se la metti su questo piano allora.... - Stava per alzarsi quando lui l'afferrò per un braccio e la riportò accanto a lui sul letto - Ma adesso che ti prende? - chiese non capendo
- Dobbiamo fare una cosa prima!
- Cosa?!?!
- Fare impazzire Josh, Lana e Ginny! - estrasse il cellulare - Sorridi piccoletta!!!! - Si fecero un selfie abbracciati e avvolti tra le coperte. Non c'era bisogno di un genio per capire cosa avevano fatto tra quelle lenzuola ma quando Colin decideva di fare qualcosa nessuno glielo toglieva dalla testa. - Io la invio a Josh, tu alle ragazze!
- Sei pessimo... e no! Non lo farò!
- Tu lo farai eccome! Ora vestiti che ci andiamo a fare un giro.
Si prepararono e si avviarono verso l'uscita. Jen aprì la porta ma mentre stava per uscire lui la trattenne per un braccio facendola voltare.
- Grazie per questa stanotte. - le disse - Mi hai regalato emozioni indescrivibili.
Lei a quelle parole sorrise.- Grazie a te!
- Per cosa?
- Per avermi fatto finalmente aprire gli occhi!
Note dell'autore:
Evvivaaaaaaa!!!!! Ce l'hanno fatta a buttare questa benedetta ascia di guerra. Ora la domanda è solamente una: la situazione rimarrà così o subentreranno altre complicazioni? Alla prossima!
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Legati dal destino
FanfictionE se Jennifer e Colin si fossero già incontrati prima di Once upon a time? Piccolo viaggio nel tempo dai loro anni adolescenziali fino ai giorni nostri.