(IN REVISIONE)
Lei: misteriosa, stronza, temeraria, bella e intelligente.
Conosce dei ragazzi nella sua nuova scuola tra cui un ragazzo che le farà perdere la testa, ma lei, per paura di farlo soffrire a causa di un segreto, lo tratta male.
Un pa...
Me ne stavo sul divano da tre giorni, non sono andata a scuola o tantomeno uscita di casa, dopo ciò che successe tre giorni fa a casa di Denise non ho avuto più coraggio di farmi vedere, quel pomeriggio mentre ero a fumare non ce l'ho fatta e, spenta la sigaretta, ho iniziato a correre finché non sono arrivata a casa.
I ragazzi hanno provato a contattarmi, ma ho ignorato tutti i messaggi e le chiamate, so di avere un atteggiamento veramente stupido e maleducato, ma se fossero nei miei panni farebbero la stessa cosa.
Quindi sono tre giorni che me ne sto sdraiata sul divano a vedere film e a bere birra, davvero triste come cosa, vero?
Stavo facendo zapping per i canali, finché non sentii il cellulare squillare guardai chi era e notai che erano i miei amici Nicolas e Maicol, e decisi di accettare la chiamata
"Hey" dissi io con la mia classica voce depressa
"Ok, ORA TU TI ALZI DA QUEL C***O DI DIVANO E DOMANI VAI A SCUOLA, CI SIAMO INTESI?!" urlò Michy rompendomi un timpano, doveva essere leggermente incazzato dal mio modo di 'affrontare le cose', io dal canto mio me ne stetti zitta avevo spiegato loro la cosa e avevano provato a farmi uscire da quella casa, ma niente, tenevo testa a tutti, purtroppo il mio era un vizio tremendo.
"Ascolta Ambra quello che cercava di dirti Michy, è che devi reagire, non puoi autodistruggerti così e noi vogliamo sentirti allegra ci fa male sentirti così depressa" disse Nico con voce calma e dolce
"Forse avete ragione, ma se raccontassi tutta la verità a loro ho paura che potrebbero giudicarmi" dissi con voce neutra
"Beh nessuno ti ha detto che devi per forza dirglielo, ma almeno torna a scuola, continua a vivere, fa qualcosa, non puoi buttarti giù ogni volta che succede qualcosa, devi reagire, fallo per noi che ci teniamo a te, ma soprattutto fallo per te stessa" disse Nico con la sua voce sempre calma e pacata, così calma da farmi quasi commuovere
"Grazie ragazzi non saprei proprio casa farei senza di voi, vi adoro" dissi con le lacrime agli occhi
"Non serve che ci ringrazi stellina noi per te ci saremmo sempre lo sai" disse Nico
"E non piangere che sei più bella quando ridi" disse Michy ridendo
"Dai ci sentiamo domani, vado a letto che domani ritornerò a scuola" dissi facendo un piccolo sorriso
"Oh così ti vogliamo a domani stellina" dissero all'unisono
"A domani un bacio, ciao" dissi e riattaccai.
Andai a letto sperando che domani sarebbe stato un giorno migliore.
Drinnnnn drinnnnn drinnnnn
"E si ricomincia" dissi scendendo dal letto e andando verso l'armadio, lo aprii e decisi di vestirmi così:
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Guardai l'orario e mi accorsi che mancavano 15 minuti alla lezione.
Merda!
Iniziai a correre per casa a prendere zaino cellulare e chiavi, uscii e iniziai a correre come non avevo mai fatto in vita mia.
Quando arrivai a scuola entrai per un pelo, andai verso la mia classe e vidi che la porta era già chiusa, bussai e ricevetti un 'avanti' del professore di filosofia, entrai e vidi tutti gli occhi puntati su di me.
Oh madre!
Mi scusai col professore e mi sedetti in un banco vuoto lontana dai miei 'amici' che mi guardavano da lontano con espressioni che non riuscii a decifrare, cercai, quindi, di concentrarmi sulla lezione di filosofia.
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2 ore dopo
Finalmente la campanella della ricreazione non aspettavo altro, per tutta la lezione i ragazzi non hanno fatto altro che guardarmi facendomi sentire uno schifo, per questo appena è suonata la campanella sono uscita prima di tutti, non avrei retto le loro innumerevoli domande, motivo per cui invece di andare al solito muretto andai dietro la scuola per stare un po' da sola, quando arrivai mi sedetti su una panchina a gambe incrociate, estrassi dalla tasca il mio pacchetto di Marlboro ed iniziai a fumare.
Rimasi lì, a guardare di fronte a me la strada e la gente che passava, sembravo un imbecille, probabilmente la gente mi avrà preso per una serial killer o una malata mentale
"Eccoti finalmente!" disse una voce a me ormai familiare, facendomi venire un infarto, quando mi girai vidi Thomas e giuro che in quel momento era veramente bello con quei capelli scompigliati, probabilmente dalla corsa dato che aveva il fiatone.
Possibile che riesca a rincoglionirmi così per un ragazzo che a mala pena conosco
"Hai corso?" domandai inclinando la testa da un lato e socchiudendo gli occhi
"Si vede così tanto?" domandò ironico sedendosi accanto a me sulla panchina
"E perché hai corso?" domandai curiosa
"Cammini troppo veloce è difficile starti dietro" disse accennando un sorriso
"E sentiamo perché mi avresti seguito?" domandai aspettandomi già la risposta
"Scherzi vero?! Esci di casa dicendo che ti saresti fumata una sigaretta e sparisci, non ti fai viva per tre giorni, non rispondi né messaggi né alle chiamate, arrivi a scuola in ritardo, cosa che non è da te, e a ricreazione vieni qui dietro la scuola isolata da tutto e da tutti, poi arrivo qui e mi chiedi perché ti o seguito?" disse leggermente irritato, dal canto mio abbassai la testa senza dire niente.
Cosa avrei dovuto dirgli? Tutta la verità? Per poi vederlo andar via? No, non ce la facevo, non riuscivo a confidarmi, era più forte di me, non volevo perderlo.
Passammo qualche minuto in silenzio poi fu lui a parlare
"Io e gli altri quando non ti abbiamo visto rientrare ci siamo preoccupati, e quando siamo usciti e non c'eri ci siamo preoccupati non sai quanto, quando ti chiamavamo e non rispondevi abbiamo tutti temuto il peggio, non sapendo dove abitavi non siamo potuti venire a cercarti a casa tua, quando sei entrata in classe oggi abbiamo notato le occhiaie che hai sotto agli occhi, vedendoti ci siamo tranquillizzati, ma la domanda è: cosa è successo? Perché sei scappata e ci hai ignorato tutto il tempo?" disse quasi supplicante mentre mi guardava cercando di leggermi fin dentro l'anima, io sempre a testa bassa sussurrai un 'mi dispiace' appena udibile
"Non sono brava a gestire le situazioni così scappo da esse, l'ho sempre fatto, ho troppa paura delle conseguenze per poter restare, sono una vigliacca che non sa gestire le situazioni e come ho fatto quattro giorni fa scappo e non mi faccio sentire per un po' e poi ritorno facendo finta di niente, che stupida che sono" dissi spegnendo la sigaretta sulla panchina lasciandola poi cadere a terra
"Non sei una vigliacca e tanto meno una stupida, hai solo bisogno di qualcuno con cui parlare, che riesca a capirti" disse con voce dolce e calma mettendomi una mano sulla spalla
"Tu pensi che sia facile, ma non è così, tu non sai niente di me, non mi conosci" dissi con voce triste e nervosa allo stesso tempo
"E allora dammi l'opportunità di conoscerti" disse supplichevole
"Se ti lasciassi entrare nella mia vita scapperesti, come hanno sempre fatto tutti" dissi alzandomi dalla panchina per poi girarmi e andarmene, ma fui bloccata dalla sua mano che bloccò il mio polso facendomi girare di scatto
"E se invece non lo facessi? E se rimanessi?" disse con tono serio e deciso, ma in quel momento suonò la campanella che ci intimava di entrare in classe, mi liberai dalla sua presa e a passo veloce mi diressi verso la classe
"Io non mi arrenderò finché non ti fiderai di me" disse quando ormai ero già abbastanza distante da lui, mi lasciai sfuggire un sospiro e mi diressi in classe con la mente più confusa che mai.
Ciao gente, quarto capitolo, che ve ne pare. Riuscirà Ambra a fidarsi di Thomas? Votate e commentate. Alla prossima gente✨✌ ~Noe~