Capitolo 50

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Buio.
Solo buio.
Nient'altro che buio.
C'eravamo solo io e il buio.
Che p***e però, accendessero almeno una luce.
Non sapevo da quanto tempo ero lì, so solo che non ne posso più, ovunque io mi giri vedo solo buio, mi sento sola, ma sento tutto, sento le voci dei miei amici parlarmi, ma non li vedo, non ricordo niente di ciò che è successo, ricordo solo un forte rumore, un dolore al petto e l'urlo di Thomas…
Già!
Thomas!
Chissà come sta, sento spesso la sua voce, ma la sento distrutta e stanca, forse è colpa mia.
Sì.
Da quando sono qui non faccio altro se non metterlo nei guai, mi sento in colpa per questo, soprattutto per averlo coinvolto in questa storia.
Non se lo merita diamine!
Vorrei non averlo mai incontrato.
Vorrei non essermene mai andata di casa. Vorrei non aver mai incontrato Manuel. Vorrei un po' di pace non riesco a gestire tutta questa situazione, non ci riesco.
Quando sento parlare Thomas dice sempre cose bellissime, se non le sentissi da lui non ci crederei veramente, lui è sempre stato buono con me, mi ha sempre dato una mano quando ne avevo bisogno, quando volevo sfogarmi lui c'era sempre, ho cercato di tenerlo lontano da me, ma non ce l'ho fatta, non riuscivo a dimenticarlo, non accettavo l'idea di perderlo, eppure ciò provato ho cercato di farlo uscire dalla mia vita, ma lui puntualmente rientrava in essa.
Immersa da questi pensieri profondi non mi accorsi di una figura familiare che si avvicinava a passo lento verso di me.
La figura a me ancora ignota si avvicinava a me, eccoci è giunta la mia ora, sono spacciata, sapevo che prima o poi la morte sarebbe venuta a prendermi è la fine, certo me la immaginavo più cadaverica e vestita di nero, magari con un cappuccio che gli copriva la faccia, oh…
Aspetta!
Quello è mio padre, si è proprio lui che mi veniva in contro <<Papà!>> gridai correndo verso di lui abbracciandolo <<Tesoro!>> gridò ricambiando l'abbraccio <<Papà sono così felice di vederti, cosa mi è successo?>> dissi cercando di calmarmi <<Tesoro rilassati, sei troppo agitata>> disse cercando di calmarmi <<Papà come faccio a calmarmi non capisco cosa mi è successo>> dissi in preda ad una crisi isterica <<Ora te lo spiego, però ti prego calmati prima>> disse accarezzandomi la guancia <<Ok>> dissi tranquillizzandomi <<Ok, Manuel ti ha sparato, sei stata operata d'urgenza sono riusciti a rimuovere il proiettile ma durante l'operazione hai perso molto sangue e sei finita in coma>> disse stringendomi di più a se <<Mi sveglierò mai papà?>> domandai sperando in una sua risposta positiva.
Seguirono minuti di silenzio colmati solo da i nostri respiri e i battiti dei nostri cuori <<Morirò papà?!>> gridai piangendo <<Morirò?!>> urlai stavolta <<Tutto sta a te>> disse con un atteggiamento misterioso <<Che significa papà?>> domandai non capendo <<Che solo tu puoi decidere che fare della tua vita, vuoi arrenderti ora o combattere?>> domandò con voce incredibilmente seria e calma <<Combattere>> dissi smettendo di piangere <<Ecco! Questa è mia figlia!>> disse con tono di voce orgoglioso.
<<Papà, ho paura>> dissi di punto in bianco dopo alcuni secondi <<Di che cosa tesoro?>> domandò tornando serio <<Di non riuscire più a svegliarmi>> dissi abbassando la testa <<Amore mio, tu puoi basta che tu lo voglia>> disse rassicurandomi <<Grazie papà, non so cosa farai senza di te>> dissi sorridendo <<Ricordati che io veglio sempre su di te, sei la mia piccolina, il mio raggio di sole, sangue del mio sangue e se non lo facessi che padre sarei?>> disse rivolgendomi un sorriso <<Grazie papà, ti voglio bene>> dissi abbracciandolo <<Anch'io te ne voglio piccolina mia>> disse ricambiando l'abbraccio stringendomi nelle sue forti braccia, finché non venimmo interrotti da una voce familiare…

Ciao gente, cinquantesimo capitolo, che ve ne pare?
Votate e commentate.
Alla prossima gente✨✌
~Noe~

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