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Dopo pranzo sparecchiamo in un batter d'occhio e ci fiondiamo al computer, apriamo subito i messaggi di risposta che nel frattempo si sono triplicati.
Il primo viene da una certa Lexie e chiede quando puó venire a conoscerci, a giudicare dalla foto e dal modo in cui scrive sembra davvero fantastica ma si sa, mai giudicare un libro dalla copertina.
Poi c'è questa Amanda, non ha un viso molto rassicurante e la sua pagina è abbastanza inquietante...mi fa un po' paura a dire la verità. «Non voglio diventare un vittima sacrificale» dico leggermente terrorizzata, «dai, su, non esagerare, è solo un po'...punk...ecco tutto» dice Alex cercando di tranquillizarmi nascondendo una risata, a differenza di Ann che ride a quattro ganasce.
Dopo aver letto tutte le risposte ci prepariamo, incontreremo tutti oggi stesso tra esattamente 3 ore.
Mi cambio e mi rendo il piú presentabile possibile anche se mi viene difficile dato che non ho voglia nemmeno di respirare, figuriamoci di infilare qualcun'altro in questo che una volta era il MIO appartamento.
Tra tutte le persone che ho visto in mezzo a tutte quelle risposte solo uno mi è rimasto in testa, un ragazzo con gli occhi castani,caramello quasi, di nome Shawn, ricordo che ha scritto che suona la chitarra e ci chiedeva se era possibile suonarla a casa, se non ci desse fastidio, io amo il suono della chitarra ma la cosa che mi ha colpita è la richiesta, la gentilezza. Insomma, se una persona paga ha tutto il diritto di fare quel che vuole, diventa anche casa sua, ma lui no, lui l'ha chiesto comunque. «KAAAAAAAL» sento gridare Annabeth e Alex dall'altra stanza, «sii?» chiedo «VIENIII, SONO ARRIVATIIII» continua Ann.
Wow. Sono già passate 3 ore, incredibile come il tempo sia passato, a volte mi stupisco da sola di quanto sono piú sulle nuvole che qui, con i piedi per terra.
Li raggiungo in salotto e vedo solo una ragazza seduta su una sedia davanti al divano. Avete presente gli speed date? Sembra proprio uno di quelli.
«dove sono gli altri?» bisbiglio all'orecchio del mio amico, «fuori che aspettano il loro turno, sono troppi, non ci stavano tutti, non è cosí grande questa casa in fondo» mi risponde sussurrando, faccio spallucce.
«Bene, quindi, perchè vorresti abitare qui con noi?» chiede Anna a questa ragazza che credo sia Lexie.
«perchè è vicina a scuola, sai, vado alla Northon university, dista a tre isolati da qui circa e poi mi è sembrato un prezzo ragionevole» dice con voce stridula, decisamente troppo stridula, quasi mi viene mal di testa.
Io,Annabeth e Alex ci guardiamo, le sorridiamo e Alex inizia a parlare «ok, perfetto, ti faremo sapere», le fa cenno di dirigersi verso la porta ma lei continua «ma come, già finito?» chiede confusa, «sisi, basta questo, sai, avete risposto in tanti, dobbiamo cercare di risparmiare tempo per parlare con tutti» le dico con calma, lei fa cenno di sì con il capo ed esce dall'appartamento.
«Il prossimooo» dico strofinandomi il viso per scacciare via il rumore fastidioso della voce di quella ragazza che mi è rimasta impressa nei timpani.
Entra un ragazzo. Quel ragazzo. Quello della chitarra. Lo ammiro imbambolata, sembro Alex questa mattina. «Tesoro chiudi la bocca e asciuga la bavetta» mi sussurra Anna prendendosi gioco di me «non è per niente male, concordo con te, ma dobbiamo essere tutti e tre convinti, non solo i tuoi ormoni» mi dice abbracciandomi, la guardo male e ignoro le sue battute sarcastiche. «Piacere, io sono Shawn» dice alzando leggermente la mano in segno di saluto, «piacere, io sono Kaley, lei è Annabeth e lui Alex, suoni la chitarra, giusto?» dico velocemente. Ma che mi prende? Dio mio, sono imbarazzante.
«Si! Anche tu?» mi chiede sorridente, «no ma mi piacerebbe» dico sorridendo a mia volta. Davvero mi piacerebbe? Beh, penso di si dato che gli ho detto cosí. «Se ti va un giorno potrei insegnarti» mi dice guardandomi negli occhi, «si certo, perchè no» annuisco.
«Quuuuiiindi...perché vorresti abitare qui con noi?» chiede Alex interrompendoci.
«Mi sono trasferito da poco qui a New York, stavo da un mio amico ma ha avuto problemi con la famiglia e ho dovuto cercare altro, sai, la casa era di sua nonna ma a quanto pare non vuole più emh, prestargliela» dice lui «poi mi piace un sacco questa zona e ora che vi ho davanti sembrate davvero simpatici» dice sorridendo ancora. Si, sai, lo sembri anche tu, ma non solo simpatico, anche bellissimo, dolcissimo, educato, con scaglie di perfezione incastrate negli occhi. Oddio, non mi riconosco più.
«Va bene, dai, ti faremo sapere» conclude cosí la conversazione Alex mandandolo via, lui sorride ancora, ci saluta ed esce.
Dopo circa quindici persone ecco la da me tanto temuta Amanda.
Dal vivo è ancora peggio e io senza volere indietreggio leggermente verso lo schienale del sofà e afferro il braccio di Alex come per avere conforto. «Non ti preoccupare piccolina, ti proteggo io, ma tu mi fai dormire con te stanotte» dice Alex ridendo per provocarmi, «coglione.» lo guardo male e lascio la presa.
«Ciah, sono Amanda» dice con fare rozzo. Ha i capelli neri, è vestita completamente di nero, una linea spessa di eyeliner rigorosamente nero le contorna gli occhi, i quali sono completamente neri, sclera compresa, spero siano delle lenti perché se i suoi occhi sono davvero così è ancora più inquietante di quello che sembra; e infine indossa dei grossi anfibi. Insomma, il suo aspetto non è per niente rassicurante.
«hey tu, piccolina in mezzo, non mangio mica» dice riferendosi a me, deve aver notato i segni rossi lasciati dalle mie mani nel braccio del ragazzo accanto a me.
«Prego, siediti pure lí, su quella sedia...dimmi...come mai vorresti abitare qui con noi?» dice Ann ignorando la situazione. «beh, mi sembrava abbastanza bello, sai, da questa vetrata si ha una bella vista della cittá» dice indicando con l'indice la mia vetrata preferita, magari non è cosí male come sembra. «e della luna. Perfetto per fare i miei riti con la luna piena.» come non detto, è terrificante .«Perfetto, ti fare-ti faremo sapere» dice Annabeth, sembra impressionata almeno quanto me. A quanto pare il mio istinto non sbagliava.
Dopo aver visto tutti chiudiamo definitivamente la porta e ci buttiamo sul divano esausti e iniziamo a decidere chi abiterà con noi da settimana prossima.
Una volta deciso e averne parlato anche a tavola ci diamo la buonanotte e ci dirigiamo verso le nostre stanze.
«Stavolta ricorda il pigiama» mi dice Alex facendomi l'occhiolino prima di entrare in camera sua e chiudere la porta.
Roteo gli occhi ed entro in camera, mi metto il pigiama e mi butto sul letto.
E anche questa giornata è andata.

Room Mates||Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora