27

326 17 10
                                    

Shawn si trova proprio davanti a me, mi perdo nei suoi occhi, mi sento leggera un'altra volta e capisco che sta per succedere, lo sto per baciare, ho aspettato cosí tanto per questo momento. Un semplice bacio agli occhi di tutti é diventato un grande evento per me, qualcosa di incredibilmente speciale e unico.
Mi poggia una mano nel viso facendo avvicinare le nostre labbra, lentamente combaciano e tutto attorno a noi sembra svanire, mi sembra di vedere un semplice sfondo bianco e capisco che è l'emozione che distorce le cose, decido di godermi il momento e chiudere gli occhi lasciandomi trasportare dalle sensazioni anche se non sono per niente come mi imaginavo e rimango un po' delusa.
Do un ultimo sguardo attorno a me e inizio a chiudere gli occhi quando vedo Shawn che mi guarda shockato, ma non é il ragazzo che sto baciando, é distante da me, perso in quella distesa di bianco mentre mi guarda e trattiene le lacrime a stento.
E allora chi é quello che sto baciando?! Mi prendo qualche secondo per osservare la persona che mi ha rubato il mio primo bacio e non posso credere ai miei occhi.
É Tom.
Shawn inditreggia sempre di piú, vorrei gridargli che posso spiegare, anche se in realtá non so come sia successo, ma non riesco a staccare le labbra da quelle di Tom, sembrano come incollate con una colla speciale e non so come fare.
Quando finalmente riesco a respingerlo e gridare scusa al ragazzo per cui provo tanto, lui sparisce nel nulla lasciandomi sola ormai in lacrime, anche Tom sparisce con lui poco dopo, fino a quando non torna Shawn.
«Shaaawn, ti prego, scusa, non so-non so come sia possibile, io-io credevo fossi tu, so che sembra assurdo, una scusa campata in aria ma é la veritá, devi credermi» singhiozzo, mi rivolge un sorriso, sembra avermi perdonata cosí vado da lui ma lo raggiunge un'altra ragazza prima di me, Shawn mi fa un cenno con il capo e subito lei gli prende il viso e inizia a baciarlo proprio davanti ai miei occhi, un lungo, lunghissimo bacio.
Ed ecco che le mie guance appena asciugate con il palmo della mano ricominciano a rigarsi di lacrime e mascara fino a quando non spariscono entrambi nel nulla e la distesa di bianco diventa oscuritá.
«Hey K, Kaleey, piccola Kal, tutto ok? Ci sono io qua con te, va tutto bene, sei al sicuro, che succede? Che hai sognato piccola?» mi stringe a se costringendomi ad aprire gli occhi, mi guardo attorno confusa e mi accorgo di essere nella mia stanza tra le sue braccia.
Il mio cuore si ferma per un attimo quando il suo tocco si posa sulla mia guancia per scacciare via alcune lacrime.
Mi guarda, attende una risposta ma sono troppo impegnata a metabolizzare e regolare il battito e il respiro per parlare.
«Ei K, davvero, sei al sicuro adesso, vuoi raccontantarmi che hai sognato? » insiste e allora annuisco, «dai, ti ascolto» mi incoraggia rivolgendomi un sorriso di conforto, «beh, non so, io ero- e tu eri- e io- non so, io stavo- e c'era- c'era anche Tom e- noi stav- e una ragazza che non ho mai visto e poi tu e- la ragazza e- non lo so, era tutto bianco e poi sei sparito e- era tutto nero ed ero completamente da sola e- e-»non riesco a formulare una frase di senso compiuto, ci sto provando ma non ci riesco e da una parte lo trovo come un sollievo perché credo sia meglio che lui non sappia cosa stavo sognando, raccontargli quell'incubo sarebbe come sputargli addosso tutti i miei sentimenti e pensieri di questo mese quasi giunto al termine, sarebbe come dirgli che occupa la mia testa abusivamente ma che ha anche una super villa con piscina e tv 3D nel mio cuore.
«Non importa, ora riposati, era solo un brutto sogno» mi rassicura rendendosi conto che non faccio altro che dire cose senza senso.
Annuisco ancora una volta e mi addormento sotto le sue inaspettate coccole.
Questa mattina non è stata delle migliori ma decido comunque di mandare via quel pensiero e di lasciarmi distrarre dalla mano di Shawn dolcemente intrecciata con la mia nella bellissima Times Square.
Siamo diretti al Ginza, il mio ristorante giapponese preferito in assoluto.
Siamo solo io e lui, come sempre ultimamente, sto cominciando ad abituarmici. "Non farlo, tanto dopo il concorso tornerà a casa sua, in canada, lontano da te" mi ricorda il subconscio che sembra odiarmi.
«Da quanto vieni in questo ristorante?» mi chiede appena imbocchiamo la 5th avenue, «mmmh, quasi un anno credo, prima di venire qua li ho provati praticamente tutti ma solo questo mi piace davvero» spiego, "chissá se ti piacerá ancora quando Shawn ti avrá lasciata sola in questa immensa cittá e il ristorante ti ricorderá lui. Lascia un'impronta permanente ovunque lui vada, puoi vedere il suo viso in tutte le facce che vedi e che vedrai, sentirai il suo profumo in ogni luogo, ti sembrerá di udire la sua voce in ogni suono, sai, sono fatti cosí i ricordi, sopratutto quelli come questo, che ti tormentano ancora prima di diventare tali."
«Come mai ti piace tanto?» mi chiede ancora, «non so, forse è l'atmosfera che emana o la gentilezza del personale, oppure la qualità del cibo. Forse tutto a dire la verità.», lui ridacchia vedendo la mia indecisione, «non è che ci lavorano i tuoi genitori?» dice con umorismo, ma io mi rabbuio, mi guarda per un secondo e incupisce lo sguardo, «ho detto qualcosa che non dovevo dire?» chiede preoccupato, scuoto la testa, «no, è solo che non ho un bel rapporto con i miei, tutto qua» accenno un sorriso per tranquillizzarlo, «scusa, non ne avevo idea» si scusa, «non preoccuparti, davvero».
Entriamo nel ristorante e veniamo avvolti nuovamente dal buon umore.
«Buonasera, avete prenotato?» ci accoglie la maître con un sorriso caloroso mentre poggia lo sguardo sul ragazzo accanto a me, ci si sofferma troppo a lungo per i miei gusti, distoglie lo sguardo dal suo delicato viso solo quando inizio a parlare, ma lo posa nuovamente su Shawn subito dopo la prima parola, «Si-per due-a nome di Davis» evidenzio il "per due" e lei annuisce sempre con quel sorriso di etica, ora guarda me, deve aver percepito la leggera vibrazione di gelosia nell'aria.
«Allyson accompagnali pure al tavolo» dice con un tono deciso ma sempre cordiale, «certo, seguitemi prego» dice la sua collega passandoci avanti.
Possibile che ci siano solo bellissime donne in questo locale? Non l'avevo notato fino ad ora.
La ragazza ci accompagna al tavolo e ce lo mostra con un leggero gesto della mano, dopodiché ci porta i menú e si congeda con un imbarazzante «buon appuntamento»; «grazie» le risponde Shawn con il suo solito sorriso radioso.
Non sapevo fosse un appuntamento, voglio dire, non l'ha specificato quindi non immaginavo affatto che lo fosse.
Stavamo in giro per Times Square, si è fatto tardi e mi ha chiesto se mi andasse di mangiare fuori, si è offerto di pagare perché "sto facendo tutto io", mi ha sorriso, mi ha chiesto dove preferissi andare e poi mi ha presa per mano.
In effetti ha tutto l'aspetto di un appuntamento last minutes e mi sento stupida a non averlo intuito, il mio cervello non l'aveva percepito, forse perché non è abituato o forse perché era troppo concentrato sui suoi occhi per ragionarci su, o forse entrambi.
Le mie labbra si allargano in un enorme sorriso ma subito si spengono quando il ricordo della ragazza misteriosa che possiede il suo cuore balza nella mia mente.
Magari ha ringraziato solo per cortesia, per non stare lí a spiegare tutta la storia.
«È un appuntamento?» chiedo con aria sorpresa mentre concentro lo sguardo sul menú, anche se non sono sicura di starlo davvero leggendo, appena le sue guance rosee iniziano a colorarsi accentuando il rossore del suo viso, mi pento di avergli chiesto la domanda e mi rimprovero mentalmente perché non so tenermi un cece in bocca.
«Si...cioè...no...cioè, si- se lo vuoi-no, non se lo vuoi, se ti va bene-voglio dire, se ti fa piacere...insomma, si, si se non ti da fastidio, mi piacerebbe considerarlo tale» il suo nervosismo mi rincuora, vuol dire che non sono l'unica a non riuscire a collegare il cervello oggi; si schiarisce la voce, «si, è un appuntamento» sorride ancora paonazzo e non riesco a credere a quel che dice, sento che il cuore mi stia per esplodere.
«Se ti va bene» aggiunge ancora in un sussurro e sento sciogliermi, come potrei non volerlo?! Non credo abbia la minima idea di quanto ogni suo singolo gesto abbia impatto nel mio cuore.
«Certo che mi va bene, voglio dire, non per accontentarti, mi fa piacere, cioè- piacerebbe anche a me considerarlo tale» accenno un sorriso imbarazzo e lui ricambia con uno di comprensione, «sai che c'è?» chiede e io faccio cenno di no, «forse dovremmo prenderla un po' piú alla leggera questa cosa, altrimenti passiamo la cena a provare ad articolare parole per formulare qualche frase di senso compiuto» ridacchia distendendo un braccio sul tavolo verso la mia direzione, «si, forse hai ragione» rido anche io intrecciando la mia mano con la sua un'altra volta.
La cena continua cosí, tra chiacchiere e risate, parliamo di tutto, ci confrontiamo su un sacco di cose e scopriamo di avere in comune molto piú di quanto potessimo immagine, come ad esempio la passione innaturale per l'acqua frizzante.

[Spazio me]
Heeey, ed eccomi again con un nuovo capitolo, spero vi piaccia con qualche colpo di scena, let me know.
Come prosegue la vostra estate? La mia per ora in modo noioso, spero cambi.

Room Mates||Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora