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Mi vesto, mi metto la gonna che mi sono messa quando Shawn è venuto ad abitare qui e la abbino a un maglioncino rosso in lana e delle calze nere, esco dalla stanza e Ann esulta vedendomi indossare nuovamente la gonna di mia spontanea volontà.
Le ore passano in fretta, io e Shawn non parliamo tutto il giorno. Nemmeno a tavola abbiamo spiccicato parola l'una con l'altro, spero non succeda così tutti i giorni perché ho un bisogno matto di lui, della sua voce, dei suoi sorrisi sinceri.
Prendo le chiavi di casa, il telefono e i soldi e infilo tutto in borsa, saluto con un "ciao" collettivo ed esco di casa, entro in ascensore, dal penultimo piano arrivo al primo e mi incammino per strada verso il negozio.
Non ho voglia di stare in giro a lungo quindi prendo la mia solita scorciatoia, certo, non è molto rassicurante dati i due palazzi ai lati e le scale antincendio che stringono il vicolo rendendolo poco piacevole da percorrere ma con un po' di musica tutto passa e il mondo sembra un posto migliore, quasi favoloso, quindi prendo il telefono, scelgo la mia playlist preferita, mi metto le cuffiette e continuo per la mia strada coccolata dalla dolce voce di Ariana in "my everything" , questa canzone è bellissima, dolce e triste con la sua voce che rende tutto ancora più tranquillo e rilassante.
All'improvviso qualcuno mi prende per i fianchi facendomi cadere le cuffiette a terra e ride rumorosamente,  «piccola vieni che ci divertiamo un po'» mi dice con una voce profonda, mi dimeno cercando di liberarmi ma niente da fare, mi sbatte contro al muro, continua a toccarmi ovunque con le sue mani, chiudo gli occhi e inizio a piangere, mi sembra di essere in un incubo. Mi arrendo al fatto che nessuno verrà a salvarmi, inizia ad infilare le sue mani sotto ai miei vestiti poi me li toglie, piango a singhiozzi sempre più forte, maledetta me e il momento in cui ho deciso di uscire da sola.
Dopo minuti che sembrano interminabili mi lascia lì, seduta nella fredda strada con le calze strappate, il maglioncino riposto accanto al mio corpo mezzo nudo, le lacrime agli occhi e la gonna alzata, se ne va ridendo, la stessa risata di prima, mentre io piango ancora a singhiozzi cercando con fatica di riprendere fiato e avere le forze di alzarmi, ho freddo e la neve sta cominciando a scendere come per prendermi in giro, allungo un braccio verso il mio indumento, lo raccolgo da terra e me lo infilo, stringo le mie mani attorno al mio corpo come per cercare conforto ma l'unica cosa che ottengo è la visione dell'accaduto, le sue mani su di me, le sue parole, il freddo, le mie lacrime, il mio pregarlo di smetterla e il suo continuare, provo ribrezzo e mi vengono i conati di vomito al sol pensiero. Cerco di rialzarmi con difficoltà, mi tiro su le calze, abbasso la gonna e cerco di togliere il mascara colato, il telefono inizia a squillare ma lo ignoro, raccolgo la borsa e continuo lentamente la mia strada verso il market mentre le mie lacrime continuano a scendere rigandomi le guance del nero del mascara, finalmente arrivo, attraverso in fretta le corsie prendendo i prodotti dagli alti scaffali, tutti mi fissano, mi vedono respirare a fatica e piangere mentre prendo cose alla rinfusa ma nessuno dice niente, nessuno mi chiede cosa è successo, nessuno si domanda se è tutto ok, sono tutti indifferenti, come se vedere una persona piangere in questo modo sia una cosa normalissima, nessuno è più empatico, a nessuno importa più di nessuno se non di se stessi, ecco perché continuerò sempre e comunque a preferire la musica alle persone. Prendo anche l'ultima cosa e mi dirigo alla cassa, adocchio lo struccante e decido di prendere la boccetta piccola in modo da rimuovere le macchie di trucco colato dal mio viso prima di tornare a casa. Pago ed esco.
Una volta arrivata all'appartamento entro in ascensore e lotto contro me stessa per non piangere ancora, sono finalmente riuscita a smettere e ora sto per rincominciare. Si aprono le portine, frugo la borsa, prendo le chiavi ed entro, trovo tutti in salotto a parlare ma appena varco la soglia si zittiscono, saluto con un cenno del capo, non ho voglia di parlare anche se non è colpa loro.
Vado verso la mia camera e Ann inizia a parlare, «hey, sei stata via tanto, ci stavamo preoccupando...dove vai? Ti metti il pigiama e ci raggiungi in cucina? La cena è quasi pronta» sorride, «emh, no, mi faccio la doccia e vado a dormire, non ho fame» le rispondo senza guardarla negli occhi, non lascio trasparire emozioni, non ce la faccio, «emh, ok» dice incerta, «sicura di stare bene? È successo qualcosa?» mi chiede Alex preoccupato e io scuoto la testa come risposta, «aspetta, lascia, prendo io» mi dice Shawn venendo al mio fianco e prendendomi le buste della spesa, sorride delicatamente e per qualche secondo dimentico tutto e mi sento meglio, «grazie» gli sussurro prima di entrare in camera. Prendo il mio pigiama e vado in bagno, stavolta prendo quello con i pois, largo e in pile, mi sento protetta quando lo metto. Lentamente mi tolgo i vestiti cercando di non pensare all'accaduto, trattengo le lacrime e la gola mi brucia, faccio partire la musica dal mio telefono, lascio scorrere l'acqua fino a che non raggiunge la temperatura perfetta ed entro in doccia, strofino con violenza la spugna insaponata sulla mia pelle come per cancellare i ricordi di quello sconosciuto su di me. Rimango ore dentro la doccia, sotto l'acqua immobile cullata dalla musica calma della mia playlist fino a quando non sento le gocce fredde gelarmi il sangue, così decido di uscire e cambiarmi, poi ancora con i capelli bagnati mi chiudo nella mia stanza e mi butto nel letto, spero stanotte Shawn dorma con me, ho bisogno di sostituire il ricordo delle mani di quell'orribile ragazzo con le braccia del mio nuovo coinquilino che mi stringono forte a se, ho bisogno di lui, del suo profumo e della sua buonanotte.
Sono passate ore da quando mi sono coricata, sono ancora sveglia ad aspettarlo ma nulla, credo dormirà anche stanotte nel divano, come biasimarlo, rovino sempre tutto...mi obbligo a dormire anche se mi viene difficile.
È ormai mattina, anticipo la sveglia quindi la disattivo prima del dovuto, mi cambio e rimango a guardarmi allo specchio, in silenzio a pensare.
Qualcuno entra in camera mia,«hey pi-piccola» mi dice avvicinandosi a me e prendendomi per i fianchi, no,no,no,no,no,no, non di nuovo, nooo. Inizio a dimenarmi, lui lascia la presa e indietreggia fino all'uscio della porta, «NOOO, VATTENEEE, LASCIAMIII, NON TOCCARMI, NO NO NO NOOO, VATTENE, NON SONO LA TUA PICCOLA, NON FARLO ANCORA, TI PREGO» urlo piangendo, mi butto a terra coprendomi gli occhi con le mani spaventata. «CHE SUCCEDE?» urla Alex entrando nella mia camera, «io...io non lo so...volevo solo abbracciarla...non le ho fatto nulla, lo giuro, sai che non le farei mai nulla, io...io...mi dispiace, non volevo, non sapevo avrebbe reagito così, l'ho solo abbracciata...» dice lui spaventato, solo ora mi rendo conto di essere a casa mia e non in quel freddo vicolo. «Io...io...scusate, scusa Shawn, non volevo...io...» singhiozzo, «non piangere, non ti preoccupare, è stata colpa mia, forse ti ho spaventata» mi dice aiutandomi ad alzarmi e asciugandomi le lacrime, «no, io...ecco, vi devo raccontare una cosa» confesso guardando per terra, al solo pensiero rabbrividisco ma devo raccontarglielo, è meglio così, devono sapere.

[Spazio me]
Non odiatemi,
vi prego,
vi amo tanto
*angel face*

Ditemi che ne pensate ma non uccidetemi, voglio arrivare almeno ai 18 anni.

Secondo voi cosa succederà ora?

Che mi raccontante? È successo qualcosa di bello nella vostra life? O qualcosa che volete raccontare? Io sono sempre qui pronta a parlare

Cooomunque
Doppio capitolo
Uno ieri e uno oggi
Bc devo partire (oh si) e quindi
Non avrò il tempo di aggiornare fino al 3 aprile circa but faró una "storia" chiamata "il mio viaggio a Roma" in cui racconteró tutto quello che mi succederà da sabato al 4 aprile,
così vi tengo aggiornati!
spero vi faccia piacere sapere un po' di me, a me piace raccontare le mie avventure

Room Mates||Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora