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Ho deciso che questa sarà una giornata di puro relax quindi niente sveglia o cose di estrema importanza da fare, nessuna questione di vita o di morte, solo noi, questa casa e New York.
Ci siamo svegliati con molta calma, l'imbarazzo sparisce maggiormente ogni volta che ci svegliamo con i nostri corpi attaccati l'uno all'altro, per esempio stamattina abbiamo deciso di ignorare e riaddormentarci abbracciati con la mia testa sul suo petto e le sue braccia che mi strigevamo dolcemente alla vita, ci siamo svegliati circa tre ore dopo, verso le 11:00 am, abbiamo fatto colazione e a mezzogiorno siamo usciti a fare shopping, abbiamo comprato un sacco di cose, ci mettevamo a turno fuori dai camerini seduti nei divanetti e ci giudicavamo a vicenda,come una sorta di sfilata colma di risate e movimenti goffi, abbiamo, anzi, ho comprato anche due libri che non vedo l'ora di leggere davanti alla grande vetrata di casa in compagnia di un bel plaid caldo e una tazza di thè bollente; infine abbiamo preso anche delle maschere per il viso e mangiato in un fastfood scelto all'ultimo secondo, ci siamo ritrovati davanti all'ingresso nel momento esatto in cui la fame ha iniziato a farsi sentire, non abbiamo avuto scelta, al diavolo il cibo sano e la linea da controllare, in carne o meno io sono questa, se piaccio bene, altrimenti chi se ne frega, devo stare bene con me stessa per me stessa, non per gli altri.
Ora ci troviamo su uno dei tanti marciapiedi illuminati dalle mille luci della città che non dorme mai, si è fatta sera, sono quasi le 9:00 pm, a farci compagnia ci sono le voci delle persone attorno, le nostre risate che non cessano, continuano ininterrottamente ad uscire dalle nostre labbra senza nessuna intenzione di smettere; e i miei infiniti pensieri.
«Quuuuuuindi, hai una crush?» sparo la bomba ed aspetto che esploda, «cos? No, cioè, si...cioè, no?» dice ma più che un'affermazione sembra una domanda, quindi ha una crush o no? «ho capito, non vuoi dirmelo» gli dico fingendomi offesa quando invece sto solo cercando di nascondere la curiositá e la gelosia, «no no, solo: perché me lo chiedi?» cavolo, ora che gli dico?!
Distoglie lo sguardo da me e si gratta la nuca, credo di starlo mettendo in imbarazzo e mi pento di avergli posto la domanda, ma più la conversazione va avanti meno ci capisco qualcosa, «per nessun motivo in particolare, curiosità, tua sorella l'ha accennato in videochiamata, ricordi? Siamo amici, non credevo avessi problemi a parlarmi di queste cose, però in effetti ci conosciamo solo da un mese, no? Forse sono io che parlo troppo» più parlo più aumento la velocità delle parole e desidero con tutta me stessa di smettere, vorrei tornare indietro a qualche minuto fa, quando parlavamo spensierati per le strade affollate di New York con qualche busta di vari negozi, la parola "amici" pesa sul mio cuore come non aveva mai fatto e mai avrei pensato che tutto questo sarebbe potuto accadere. «No no no, non parli troppo, mi piace ascoltarti e parlare con te, è solo che non capivo a che ti riferissi, ora è tutto più chiaro, non dare retta a tutto quello che dice Aaliyah, le piace mettermi in imbarazzo» si rilassa e torna a guardarmi, indugia sul mio viso quasi in cerca di un qualsivoglia segnale, «afferrato! Ma quindi la crush la hai o no?» insisto confusa, «no, no» scuote la testa eccessivamente ridacchiando. Sarà sincero? E perché non vuole dirmelo? «Comunque, crush a parte-» inizio a dire ma lui mi interrompe, «e tu?» mi chiede a sua volta, «io cosa?» alzo il sopracciglio sinistro e abbasso quello opposto, «tu hai una crush?» continua, «cos? Pfff, nah, io? Pffff» tossisco per camuffare la bugia e riprendo a parlare, «no, assolutamente, ho finito con i ragazzi, ne ho abbastanza...cioè, anche con le ragazze, beh, non sono mai stata con una ragazza, sono etero, voglio dire, non che ci sia qualcosa di male a non esserlo, eh, sono una ally, non sono omofoba, odio gli omofobi...insomma, hai capito» termino esasperata, santo cielo, parlo decisamente troppo, dovrei smetterla. «Traquilla K, si, ho capito» ridacchia ancora e io scuoto la testa mettendomi le mani nei capelli, «comunque che stavi dicendo? Scusa, ti ho interrotta» cambia argomento e gliene sono grata, «ah si, giusto, dicevo che ora andremo in uno dei miei posti preferiti in assoluto» sorrido, «un altro negozio?» chiede , «davvero credi che io sia cosí superficiale? In tutta NY uno dei miei posti preferiti dovrebbe essere uno stupido negozio? Nemmeno una libreria, UN NEGOZIO!» mostro più stupore di quanto dovrei, «non so, date le nostre recenti, anzi, recentissime attivitá mi sembrava una risposta ovvia» fa spallucce, «beh, non lo è, spero solo tu sia coperto abbastanza, vedrai che ti piacerá, l'hai visto sicuramente in almeno un film di natale, c'è sempre» dico entusiasta, spero davvero sia coperto per bene, non vorrei mai che si ammalasse per colpa mia. Gli prendo la mano e inizio a correre, qualche tempo dopo ci troviamo al Rockefeller Center, il posto più natalizio che esista sulla faccia della terra, l'enorme pista da ghiaccio e l'immenso albero di natale cosparso di lucine colorate e palline scintillanti lo dimostrano.
«Hai ragione, è così bello qua» guarda affascinato ogni millimetro, «verooo?! È stupendo.» dico con entusiasmo, «è molto romantico» commenta, «io credo sia più natalizio» non mi mancavano affatto le mie guance cosparse di rosso, fingeró che sia colpa del freddo sperando che ci creda, «e il natale non è romantico?» «mmmh, non so, il natale mi sembra piùù mhh...come dire...Natalizio?» faccio spallucce e lui ride, «touchè» fa un cenno col capo ed io mimo un inchino.
Prendiamo i pattini e subito entriamo in pista, «sai pattinare, giusto?» gli chiedo e lui annuisce, «ho fatto hockey» spiega, «perchè la cosa non mi stupisce?» lo prendo in giro e mi viene in mente la conversazione fra lui e Alex di quando stavano giocando alla wii, lui di tutta risposta mi fa la linguaccia e va verso il centro della pista invitandomi a seguirlo, faccio come suggerito e mi prende per mano, «se mi fai cadere mangerai pomodori tutta la settimana» lo minaccio, «non ti faccio cadere, tranquilla» accenna un sorriso e mi fa volteggiare stringendomi poi in una sorta di abbraccio, «sicuro di aver fatto hockey e non pattinaggio artistico?» scherzo e lui ride immergendo la testa nei miei capelli portati in avanti dalla cuffietta grigia che indosso, «non hai idea di quanto ti voglia bene stupida» ha ragione, non ne ho la più pallida idea, so solo che dovrebbe rallegrarmi e invece non mi fa sentire altro che un vuoto incolmabile nel cuore. Non rispondo, lo strigo un po' di più e poi lo lascio solo mentre mi perdo tra la folla sorridente.
«Hey, eccoti, ti stavo cercando, perché ti sei allontanata?» mi chiede posandosi una mano nel fianco, siamo ancora sul ghiaccio, mi sono fermata stremata e sono rimasta ad aspettarlo mentre mi reggevo a una ringhiera, aspettavo mi vedesse, ero convinta non ci avrebbe messo molto ma mi ha trovata solo ora, dopo quasi un'ora e mezza.
«Credevo mi seguissi» improvviso una risposta, «in effetti ha senso, ma ti ho persa subito di vista» risponde, sto diventando brava a mentire e non so se é un bene o un male, «usciamo dalla pista?» chiedo, «hai freddo?» chiede a sua volta senza darmi risposta, «un po' e sono stanca, ma in veritá volevo uscire per prendere una bella cioccolata calda» gli spiego, «allora si, meglio se usciamo e alla cioccolata non si puó dire no» ridacchia, mi afferra la mano e assieme usciamo dalla pista.
Dopo aver consegnato i pattini siamo andati nel caffé preferito di Ann, siamo seduti uno davanti all'altro.
«Ti manca mai casa?» gli chiedo concentrando lo sguardo su i suoi occhi, «mmmh, é difficile da spiegare in realtá, casa nel senso di quelle quatro mura dove ho vissuto no in realtá, mi mancano le persone che stavano con me, la mia famiglia, poi se per casa intendi la mia cittá si, un po' mi manca Toronto, peró mi sento a casa anche qua a New York perché ho trovato delle persone fantastiche ad accogliermi, certo, eccetto la nonna del mio amico» ride e fa una breve pausa, «sono stato molto fortunato» sorride, «il karma da quel che tu gli dai» dico accennando un sorriso, sta per replicare quando arriva una cameriera a prendere la nostra ordinazione, «allora, cosa gradite in questa fredda giornata innevata di New York?» dice la ragazza col blocchetto in mano facendo brillare i suoi occhi, «una cioccolata calda con molta panna grazie» diciamo all'unisono per poi guardarci divertiti, «si, insomma, due cioccocolate calde con molta panna» dico, «e un muffin» aggiunge Shawn, «ho quello che fa al caso vostro» ci congeda la cameriera con uno strano entusiasmo e torna dopo un quarto d'ora con un vassoio contenete l'amato muffin di Shawn e una sola enorme tazza piena di cioccolata fino all'orlo e colma di panna che sborda.
«

Scusi?» richiamo l'attenzione della cameriera riccioluta, «si?» si gira con un sorriso smagliante, «abbiamo ordinato due cioccolate» ricambio il suo sorriso per essere cortese, «si, giusto, scusate» dice, si gira verso una delle tre panadore della sala, prende una cannuccia a due a forma di cuore e tutta contenta la inserisce nella nostra gigantesta tazza strapiena. «Oh, e buon appuntamento!» aggiunge rendendo la situazione ancora più imbarazzante, «noi non st-no, niente, non importa» dice Shawn e la ragazza va via verso altri tavoli in legno decorati da una tovaglia rossa e dei mini vasi di stelle di natale.
Dopo qualche minuto di imbarazzo iniziamo a bere da quella insolita cannuccia.

[Spazio me]

Heeeey, il capitolo 28 è fuori, ditemi che ne pensate, siamo a -2 per la fine di questa ff e goosh.
In "onore" del finale, come ho detto nel gruppo whatsapp, ho deciso di pubblicare questi 3 ultimi capitoli assieme, spero apprezziate

Presto arriverà l'epilogo

Detto questo volevo farvi notare che ho messo una frase in corsivo sottolineata, volevo fosse evidente perché questa è una ff ma vale anche nella vita reale, fate di tutto per piacere a voi stessi, non pensate agli altri, solo così troverete la vera felicità

Room Mates||Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora