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Il giorno dopo...

È già passato un intero giorno e Ann ancora non mi ha fatto sapere niente, sopratutto perché non ho pensato ad insistere, ero troppo concentrata sulla questione "me-Shawn", non so davvero che fare, anche perché dopo ieri mattina non abbiamo fatto altro che evitarci e ignorarci a vicenda. Ora sono accanto a lui nel letto mentre distrattamente prova di abbracciarmi i fianchi cercando di non farmelo notare e ride per una cavolata gridata da Alex che si trova in salotto, sto guardando il soffitto e sto pensando come al solito. Com'è possibile che io abbia sempre la voglia irrefrenabile di prendergli il viso e baciargli quelle labbra?! È tutto così complicato...
«Hey, che facciamo? Andiamo?» dice sorridente, oggi sembra incredibilmente felice, e spero lo sia davvero.
«si si, andiamo» gli sorrido, mi siedo nel letto prima di trovare la voglia di alzarmi e lui ancora coricato mi abbraccia alla vita poggiando la sua testa nella mia schiena, «ti voglio bene K», lo sento sorridere, «anche io» dico sollevandomi dal letto e uscendo dalla stanza.
«Hey Kal, vuoi fare colazione?» mi dice Alex mentre gioca con la Wii assieme ad Ann, «dopo si» dico, mi guardano straniti per quel "dopo" ma non gli do il tempo di farmi domande perché prendo la mia amica per il braccio e la trascino in camera sua proprio mentre Shawn sta entrando in salotto e ci guarda divertito, «ma io stavo vincendooo» si lamenta come una bambina piccola quando chiudo la porta, «lo so, però dobbiamo parlare, su su, sono curiosa» le dico entusiasta, capisce subito che voglio parlare di lei e Alex e alza gli occhi al cielo.
«Che vuoi sapere esattamente? Che mi piace già lo sai, che ci siamo baciati anche, non c'è altro da dire» mi dice diventando rossa in viso, «invece si. Che vi siete detti? State assieme? PARLA RAGAZZA.» insisto, «eeeemh» inizia, «ODDIO, STATE ASSI-» mi tappa la bocca, «ZITAA KAAAL» mi grida contro, «si, stiamo assieme» mi dice coprendosi la faccia, «WAAAAAAAAAAA, OMMIODIOOOOO» salgo nel letto e inizio a saltarci sopra, «KAL SMETTILA, PER PIACERE» continua ad urlarmi, «okok, voglio i dettagli» mi siedo nel letto con un saltello, sembro una bimba felice.
«Allora, non esaltarti troppo» mi dice con voce più bassa e calma, «COME FACCI-» mi tappa di nuovo la bocca, «stiamo assieme ma non stiamo assieme» dice con tono interrogativo come se lo stesse chiedendo a se stessa, non è sicura di quel che dice, «cioè?» le chiedo confusa, «diciamo che siamo in un periodo di...prova?» continua con il tono di prima, «cosa vuoi dire?» sono ancora più confusa, «allora parlando è saltato fuori che entrambi proviamo lo stesso ma abbiamo paura di rovinare la nostra amicizia con qualche cazzata quindi ci siamo presi questo-questo periodo, si, e se andrà bene ci metteremo assieme seriamente, se non sarà così ignoreremo tutto e torneremo amici come prima» mi spiega, è una cosa intelligente, spero davvero vada bene tra di loro.
«Vedrai che andrà tutto come speri» le sorrido per tranquillizzarla, «lo spero» sorride a sua volta, «torniamo dai ragazzi prima che combinino qualche casino» ride e io faccio lo stesso, poi li raggiungiamo.
Davanti a me in questo momento ci sono due ragazzi concentrati sulla tv e sui loro movimenti quasi impeccabili intenti a battersi a vicenda a golf, è una scena da film comico, la loro concentrazione, quel che si dicono, le espressioni facciali, tutto comicissimo.
«Sei canadese, vai a giocare a Hockey e smettila di superarmi ogni volta che sono in vantaggio» gli dice, sono a un punto di differenza e stanno giocando con la Wii ma sembra siano a qualche gara ufficiale con un grande premio in palio.
«No, scordatelo, devo vincere, devo dirglielo io quando sono pronto, non tu. E poi non tutti i canadesi fanno hockey» gli risponde Shawn, «tu scommetto di si però, non è vero?» si mette a ridere Alex, «per un paio d'anni, ma ero al liceo, non conta» dice lui velocemente abbassando la testa, Alex continua a ridere, «ASPETTATE. DIRE COSA A CHI?» gli dice Ann, «dire...a mia mamma, si, a mia mamma che-che il mese prossimo torno in canada» dice il ragazzo davanti a me, vedo i suoi muscoli contrarsi per la tensione, «COME TORNI IN CANADA?!» spalanco gli occhi, non può essere vero, no, non può esserlo, ho rovinato tutto.
Anche la mia amica è shockata.
«Cioè, li vado a trovare» dice rilassandosi, «oh, ok» dico a voce bassa arrossendo più che mai per la reazione che ho appena avuto.
Tutti mi guardano con un'espressione indecifrabile, io cerco di ignorarlo e corro in cucina.
Mi raggiunge Alex, mi prende le guance e me le strizza, «Ei, che fai?!» lo guardo male, «hai le guance rosse, sei cute, non potevo non farlo» si giustifica, «ma- non è vero, non sono rossa, perché dovrei esserlo?!» nego l'evidenza, «perché ti piace il canadese» dice, «NON È VEROO. E ABBASSA LA VOCE» gli grido contro, «in realtà l'unica che sta strillando sei tu» mi sussurra, «non importa, non mi piace e si chiama Shawn» insisto, «mhmh, non ti piace per niente, infatti non ti ha dato fastidio come l'ho chiamato, naah» mi prende in giro, «non mi ha dato fastidio, semplicemente è il suo nome.» provo a essere credibile, «certo certo, sbiancati la faccia con una di quelle robe che usate voi ragazze e preparati che dobbiamo uscire» mi dice, non sapevo dovessimo andare da qualche parte, «un fondotinta?» gli chiedo divertita, «si, una di quelle cose lì, usalo perché un peperone a confronto con te è bianco candido» si prende gioco di me, alzo gli occhi al cielo e lo ignoro, «dove dobbiamo andare?» gli chiedo, «a fare delle commissioni, niente di importante, vestiti comoda» mi risponde sorridente, «oh, ok, ma quando?» ormai è quasi ora di pranzo, «appena siamo pronti» mi spiega, «e pranzo?» io esigo il cibo. «mangiamo fuori» dice vago, faccio spallucce e mi dirigo verso la mia camera.
Sento bussare alla porta, «posso?» chiede Ann, «si si, entra, ho quasi finito» le dico, entra e mi sorride.
«Vuoi venire così?» mi chiede squadrandomi, «si? Perché non dovrei, dobbiamo solo fare delle commissioni, vestita così andrò benissimo» dico sicura mentre mi osservo allo specchio; ho un felpa gigante che mi arriva sotto le ginocchia, una delle mie preferite, e poi ho un jeans nero, se non fosse ormai febbraio non mi sarei messa anche i jeans ma c'è ancora freddo quindi eccoli qua. «No no no, non va bene così» dice esaminando da ogni angolazione la mia felpa, prima che arrivasse lei nella mia vita mi vestivo sempre così, da quando c'è lei nelle mie giornate c'è aria nuova, ero la classica sedicenne chiusa in se stessa, sempre con le cuffie, nessun amico, quella che a scuola vedi in mensa tutti i giorni seduta da sola e che nei corridoi quasi non noti, quella troppo spavalda per stare al primo banco ma troppo timida e silenziosa per stare all'ultimo.
Da bambina invece ero vivace, amavo andare a giocare al parco o ai compleanni dei miei compagni di scuola, mi piaceva divertirmi e scherzare, ma verso i 13 anni tutto è cambiato, la mia famiglia si stava sfasciando e sembrava essere colpa mia, questo mi faceva sentire un difetto così ho smesso di parlare con tutti, ho tagliato i rapporti con tutte le persone che avevo attorno, la mia camera era il mio regno, non facevo altro che ascoltare musica, la mia vita era formata da questo, è proprio a 13 anni infatti che ho conosciuto Katy e Ariana.
Verso i 17 anni mi sono trasferita qui ed è stata la cosa migliore che potessi fare, mi sono allontanata dai miei genitori che ormai erano diventati tossici per la mia felicità ed ho conosciuto Alex e Annabeth che hanno fatto brillare di luce nuova le mie giornate.
«perché non va bene?» la guardo storta ridendo mentre lei va a frugare nel mio armadio, «qui c'è una nuova Kal che deve mantenersi tale, magari questa non conta ed è una semplice felpa messa giusto perché non hai voglia di pensare troppo ad un outfit ma non voglio ti succeda di nuovo, quindi dato quel che sta frullando nella tua testa, quel che è successo e come stai reagendo io ti dico che questo abbigliamento non va bene. Devi vestirti in modo più allegro» dice prendendo un maglione largo bianco candido con delle rose di un rosso vivace, «okok, puoi lasciarti pure quei jeans ma cambiati almeno la felpa con questo» me lo porge, io annuisco e mi cambio, «ecco, guardati, sembri già più felice» sorride, «ma io sono felice, Ann, tranquilla, quel periodo della mia vita ormai è svanito, ora sono più forte e riesco a sorridere più facilmente ed è tutto merito tuo. Davvero, tranquilla, è tutto ok, nulla andrà più in quel modo, non permetterò mai più a niente e nessuno di portare la vecchia Kaley in me» la abbraccio, «va bene, va bene, però ti trucco comunque» alzo gli occhi al cielo un'altra volta, «dai, solo un pochettino» insiste e io gliela lascio vinta.
Mezz'ora dopo sono in macchina truccata in modo fortunatamente leggero, con due trecce e il mio bel maglione scelto da Ann, sono seduta accanto a Shawn e sento le guance avampare ma lo ignoro mentre osservo i miei due amici nei posti davanti che si scatenano con "can we dance" dei the vamps mentre si scambiano occhiate e ridono, davvero non riesco a capire come Alex riesca a guidare bene mentre si agita così e guarda 'la sua ragazza'.
«Siamo arrivati» sussurra il ragazzo accanto a me, lo guardo confusa, «arrivati? Ma li c'é scritto "luna park"» faccio passare lo sguardo tra lui e la scritta luminosa, «SORPRESAAAAAAAA» grida Ann girandosi verso di me, la guardo male, «sarebbero queste le commissioni?» chiedo ad Alex, «senti, se ti avessimo detto che volevamo portarti al luna park ci avresti detto di no e ti saresti chiusa a chiave in camera per evitare di essere trasportata con la forza, ti conosciamo bene Kal» dicono in coro, si, hanno ragione, avrei fatto così, è anche per queste uscite a sorpresa che sono tornata più o meno la bambina che ero prima ma continuano a non piacermi, devo avere la situazione sotto controllo, nella mia vita deve andare tutto secondo i miei piani, tutto come voglio io, come ho programmato, nulla può andare storto perché ho impiegato tanto per riprendermi e decidere di andare avanti e continuare a seguire il mio sogno.
Sbuffo ma esco dalla macchina, una volta dentro con i biglietti in mano mi sembra di essere tornata piccola, i miei occhi iniziano a brillare in mezzo a tutte quelle luci e le risate dei bambini, è pieno di carretti dei gelati, persone che passano tra la folla per vendere degli hot dog o una cocacola, pop corn a terra caduti a chissà quale bambino mentre correva verso una di queste tante giostre e infine dei banchetti con lo zucchero filato. Sorrido.
«Dove vuoi andare prima?» interrompe i miei pensieri la voce di Shawn, «là se a voi va bene» indico la ruota panoramica di Coney island, loro annuiscono, «però prima voglio prendere lo zucchero filato» sorrido come una bimba, Annabeth sorride a sua volta capendo, era una mia abitudine, tutti i fine settimana venivo qua con mio padre quando avevo 6 anni, prendevo lo zucchero filato e salivo nella ruota panoramica, mi diceva sempre "non importa quanto crescerai, anche quando avrai una famiglia tutta tua verremo qui e faremo tutto questo, anche se solo una volta all'anno, te lo prometto", ma a quanto pare non era tanto bravo a mantenere le promesse e ora, anche se ho 19 anni e ne sono passati ben 13 quest'abitudine mi manca da morire e lei lo sa, glielo dico sempre, per questo mi ha portata qua.
«Ok, allora andate» dice Alex, «andate? E tu?» gli chiedo, «io e Ann andiamo nelle montagne russe» dice voltandosi e andandosene con la mia amica presa per mano prima di darmi il tempo di replicare.
Cerchiamo di ignorare l'imbarazzo appena formato e prendiamo lo zucchero filato.
Ormai sono quasi nella cima della città seduta nel mio vagoncino panoramico che oscilla un po' man mano che sale, i batuffoli rosa sono finiti, i bastoncini ora si trovano nel cestino accanto alla biglietteria dopo che come due scemi li abbiamo usati come delle spade attirando gli sguardi divertiti di mille persone, una bambina ci ha chiesto se eravamo fratello e sorella, un altro ci ha chiesto se eravamo bambini incastrati nel corpo di ragazzini grazie a qualche incantesimo e infine sua mamma ha affermato che siamo una coppia mentre rideva e gli spiegava che quel che aveva detto era impossibile.
Già, signora, la figuraccia l'ha fatta più lei che suo figlio con la sua immaginazione fervida da bambini.
Ora siamo davvero in cima, vediamo tutta new york e la spiaggia di Coney, tutto questo mi affascina ma basta un'oscillazione un po' più forte delle altre per farmi spaventare, Shawn mi afferra la mano e me la coccola con I polpastrelli delle sue dita per farmi calmare ma la Wonder Wheel si blocca e nemmeno quello riesce a farmi rilassare allora mi abbraccia e mi accoccolo a lui, sorride e sussurra «tranquilla, sei al sicuro con me».
Poco dopo tutto riparte e la nostra cabina comincia a scendere nuovamente tornando nella posizione di partenza.

[Spazio me]

Heeey everyone, ho finalmente finito il capitolo, yeeee

Mi ci è voluto davvero tanto ma alla fine (anche grazie a after_my_infinity_ ) ce l'ho fatta, boom

Ok, spero vi piaccia.

Se avete domande I'm right here, ya know.

Ditemi che ve ne pare,yey

Soo, che mi raccontate? È tutto ok? Come procedono le vostre vacanze?

Room Mates||Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora