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È mattina, sono esausta, ho passato la notte sveglia a pensare e ad aspettare Shawn, mentre lo attendevo invano tra le calde coperte del mio letto sono arrivata alla conclusione che questo ragazzo nel giro di poco tempo mi sta facendo impazzire, una pazzia piacevole, certo, ma pur sempre pazzia. Mi alzo da letto, resto in pigiama, sono appena le 6:00, in un'altra occasione avrei detto "e sono già sveglia" ma stavolta no, stavolta dico "e sono ancora sveglia", perché davvero non ho dormito neanche un secondo, sono rimasta sveglia e vigile, senza sentire il sonno che si sta presentando tutto ora in sbadigli e occhiaie enormi sotto i mie occhi verdi. Mi guardo un'ultima volta allo specchio prima di uscire dalla stanza e poi mi dirigo verso il salotto dove trovo il ragazzo addormentato nel divano, Dio, è così bello. Mi fermo per osservarlo, sembra turbato ma allo stesso tempo ogni tanto un piccolo sorriso appare tra le sue labbra mettendomi allegria, poi inizia a muoversi probabilmente sentendosi osservato quindi mi sposto e prima di entrare in cucina guardo ancora una volta i suoi riccioli che gli ricadono sul viso infastidendolo per poi avvicinarmi alla vetrata più grande di tutta la casa, la mia preferita, quella che mostra gli alti grattacieli di Manhattan, il motivo per cui ho preso questo appartamento anziché l'altro che mi era stato proposto. Rimango a ispezionare centimetro per centimetro tutta la città che mi è possibile vedere, studio ogni grattacielo, ogni strada, scala, terrazza, ogni tetto, finestra, insegna, ogni minima cosa, ogni minimo millimetro visibile, sono così innamorata di questa città. Poggio la mano sul vetro, ignoro il mio riflesso e mi perdo nella bellezza di tutto questo, mi sento così piccola a confronto col resto, non piccola come al solito, non piccola nel senso di bassa o piccola nel senso di giovane, mi sento piccola, come un puntino nell'universo, tutto è così grande e forte, molto più di me ma questo non mi spaventa, anzi, mi incoraggia, non so come mi da un senso di felicitá e mi fa acquisire sicurezza, come se tutto ciò stia qui per dirmi che anche un puntino invisibile come me può diventare la luna. Sento una mano poggiarsi sul mio fianco, sulla stoffa sottile e bordeaux del mio pigiama, mi spunta un sorriso spontaneo quando capisco che è Shawn, lo riconosco dal calore della sua pelle, le mani dei miei amici la mattina sono fredde, lo so per esperienza dato gli innumerevoli scherzi e risvegli traumatici subiti. Il mio sorriso si spegne quando con la sua voce angelica pronuncia una frase, «Picc-emh,K, dobbiamo, ecco, dobbiamo parlare», alle sue parole mi si forma un groppo in gola, piano annuisco e mi dirigo verso la cucina, prima di affrontare questa conversazione ho bisogno di fare colazione.
Afferro la tazza dopo aver aperto lo sportello del mobile in cui era riposta per poi poggiarla sul tavolo, apro il frigo tirando fuori il latte che verso prontamente nella tazza, «vuoi il caffè?» chiedo senza guardarlo, «si grazie» mi risponde poggiando lo sguardo sulla mia figura, «non ti garantisco che sarà buono però, se c'è una cosa che non so preparare è proprio il caffè però almeno ci provo» dico facendolo ridere, anche se sono bloccata dalla paura la sua risata mi tira su di morale. Mentre metto su il caffè e riscaldo la mia bevanda trovo il coraggio di parlare ancora, «Shawn, so di che vuoi parlare» dico insicura dandogli le spalle fissando la fiamma uscire dal fornello acceso sotto alla caffettiera, lui resta in silenzio, probabilmente sta aspettando che continui a parlare, «vuoi parlare del bacio, o perlomeno, del quasi bacio, anzi, dei due quasi baci» concludo, ancora non dice niente, «io davvero non so che dirti, non so che mi prende. Non mi è mai capitato e sul serio vorrei capirmi, sapere che frulla nella mia cavolo di testa, perché devo rendere tutto così imbarazzante? Perché?! Io non volevo farti sentire a disagio con me nè tantomeno sentirmi a disagio con te, io sto così bene in tua compagnia e ora ho rovinato tutto, per la seconda volta. Sono un casino.» continuo mentre il caffè inizia a fare quello strano rumore fastidioso che fa quando è pronto, spengo la fiamma, «non è colpa tua» si limita a dire, «si invece.» dico con le guance che mi vanno a fuoco per l'ennesima volta, «tazzina o americano?» chiedo distogliendo per qualche secondo l'attenzione dal discorso, «americano grazie» mi risponde, «no, non è colpa tua, è colpa mia, ho iniziato io, entrambe le volte, solo che la prima volta mi sono fermato ma la seconda no, non ce l'ho fatta, se non fosse stato per Annabeth ti avrei baciata, la cosa sta diventando più imbarazzante ora che te lo sto dicendo però volevo baciarti, lo volevo con tutto me stesso, non so perché. Non so perché il mio cervello quando ti guardo negli occhi va in pappa e appare il desiderio irrefrenabile di baciarti però è così ed è tutta colpa mia, se la cosa ti fa sentire a disagio e ti imbarazza ti capisco, dammi il tempo di cercare un altro appartamento, tolgo il disturbo, non voglio farti sentire così, devi sentirti bene a casa tua» dice con calma, lentamente, mentre gli verso il caffè nella tazza e bevo la mia bevanda calda ormai piena di cacao, ingoio l'ultimo sorso di latte e inizio a parlare, «no. Shawn...Shawn TU mi fai sentire bene. Ti prego non andartene, resta qui con me, non so come faremo, magari non ci parleremo o magari si, magari alla fine ci baceremo oppure non vorremo più, non so sinceramente come e cosa faremo ma in qualche modo faremo, ne sono sicura.» gli dico mentre mi rendo conto di tutte le volte in cui ho detto "faremo" in una sola frase, sorride e poi beve un sorso di caffè, lo ingoia con fatica, «com'è?» gli chiedo incerta, «buono» mente, «non è vero, è terribile» gli dico ridacchiando, «un po'» ammette, «dai, dammi qua, guardo se c'è qualcosa di più appetibile in frigo» gli dico allungando la mano verso la sua per farmi dare la tazza, «ma no, fai, mi dispiace» dice, «nah, sono consapevole di non saper fare il caffè, so cucinare tante cose ma il caffè proprio no» rido rumorosamente, mi affida la tazza, la poggio nel lavabo e poi apro il frigo, «buongiorno» dice Alex, «Kal hai fatto il caffè?» mi chiede sbadigliando, «si, perché?» gli chiedo frugando l'elettrodomestico quasi vuoto, «ecco cos'era l'odore di bruciato» dice grattandosi la fronte, «come sei cattivo» gli dico facendo il labbruccio triste, «awww» dice ma io lo ignoro, «Shawn ci sono solo muffin, vanno bene? Mi spiace, non abbiamo fatto la spesa» dico tirando fuori dal frigo quei dolci al cioccolato, «scherzi vero?! Io AMO i muffin!» dice con entusiasmo, «menomale» ridacchio, «ecco qua, tutti per te» gli dico dandogli il vassoglietto con 12 muffin sopra. «Buongiorno ragazzi e ragazza» dice la mia migliore amica sistemandosi i capelli dietro all'orecchio, «giorno» le diciamo assieme, «c'è da fare la spesa, vero? È una settimana che non compriamo niente» dice lavando la caffettiera dal caffè decisamente amaro fatto da me, «si, vado io questo pomeriggio, tanto la roba per pranzo la abbiamo» le dico, «perfetto» sorride, «non avevo proprio voglia di andare» conclude.
Una volta finita la colazione guardo il planner appeso nel frigo, faccio una spunta accanto alle voci "Kal" e "spesa", vedo che oggi tocca ad Ann occuparsi della casa e abbandono la tazza nel lavabo prima di andare in camera a cambiarmi.

[Spazio me]
Mi godo questo capitolo perché so già che nel prossimo mi odierete.

Beeeneee, avevo detto che nei prossimi capitoli vi avrei spiegato un po' di cose e quindi eccomi qui, alloooora, sono strafelice perché a breve farò un viaggio e incontreró un paio di mie amiche a distanza e sul serio non vedo l'ora, manca pochissimo e non sto più nella pelle, poi sono a bit sad bc ho involontariamente fatto soffrire una persona e mi sento stra in colpa, in più continuo come una cretina a scrivere a una persona che volta consideravo mio amico, anzi, mio fratello...

Eh vabbè, per ora è tutto, spero il capitolo vi sia piaciuto e spero che la storia in generale vi stia piacendo, fatemi sapere che ne pensate nei commenti

A voi come va la vita? Ditemi un po'
Ricordate che per qualsiasi cosa sono qui,
Love yaa'

Room Mates||Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora