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Ieri è stata una giornata fantastica, lo devo ammettere, mi sono divertita un sacco anche se tornare a Cooney ha tirato fuori davvero troppi ricordi e un po' di malinconia ma condividere tutto questo con Shawn, ridere, creare altri ricordi che mi fanno sorridere e che un po' cacciano via quelli vecchi è stato fantastico.
Ora sono in salotto nel bel mezzo di una discussione sull'andare o non andare alla festa che ha organizzato James, il compagno del corso di chimica di Alex, è l'ultima festa prima del rientro a scuola, l'ennesima festa alla quale non voglio andare e l'ultima di quest'anno alla quale sarò obbligata a partecipare.
«Daaaai Kal, ti pregooo, vieniii» insiste Alex, «ci sarà anche Tom, andiamooo» mi fa l'occhiolino, «NO ALEX. ORA CHE LO SO VOGLIO VENIRCI ANCORA DI MENO.» incrocio le braccia, Shawn ci guarda confuso, «dai Kayyyyy, ti pregooo, ti prometto che ti divertirai, per piacereee» dice Ann prendendomi le mani, mi fa gli occhioni, «no, Ann, non voglio venirci.» protesto decisa, «ti prometto che se vieni non ti stresserò più, davvero, non ti chiederò più di venire con me per mmmmh, 3 settimane!» afferma sbattendo le ciglia, «sai benissimo che non sará così» mi rifiuto ancora, «dai, verrà anche Shawn, vero Shawn che verrai?» lui annuisce distratto, «vedi? Non vorrai mica perderti la prima festa a New York del tuo nuovo coinquilino! Su! Please please please pleaseeee» continua ad insistere, «ufff, e va beeeeneee, però dovete promettermi che non vi ubriacherete troppo, non ho voglia di trascinarvi fuori da li per la seconda volta» accetto incerta, «promesso» dicono Alex e Ann in coro.
«Beeeeeeneeee, ora tu vieni con meeee» la mia amica mi afferra il braccio e mi trascina in camera sua, chiede la porta e subito inizia a frugare tra i vestiti buttando sul letto le valide opzioni così io mi siedo vicino al mucchietto di vestiti che si sta formando in attesa di scoprire quale sará la mia sorte.
«Tu sai già come vestirti?» le chiedo conoscendo già la risposta, si prepara per queste feste settimane prima, dice che sono divertenti ma io le trovo solo incredibilmente stressanti e stupide.
«OVVIO. Dovresti saperlo ormai» ridacchia, «hai ragione, non so nemmeno perché te l'ho chiesto» alzo gli occhi al cielo.
«ECCOOOO, CI SONOOOO, DEVI METTERTI QUESTO. COOOOON QUESTA E POOOOI, SI, ECCO, QUESTO CI STA BENISSIMO, INFINE, MMMH, QUESTE, SI» dice lanciandomi accanto un giubbino in jeans imbottito, una gonna nera a tubino a vita alta e un crop top con uno scollo a goccia nel davanti e poi indicando dei tacchi davvero troppo alti per la mia portata. «SCORDATELO. Io non mi metto quella roba e non cammino su quei cosi» incrocio le braccia, «oh si che lo farai» sorride, prende nuovamente la roba e me la porge, «no, affatto» scuoto la testa, «altrimenti dovrai venire nuda» dice trattenendo una risata, «o non venire» dico io, «Kaaaal» alza gli occhi al cielo, «uff, e va beneee» le strappo le cose dalle mani e mi affretto a cambiarmi, è già la seconda volta che la ha vinta su di me, non va bene.
Subito dopo si dedica al mio trucco e un'ora dopo sono già intrappolata in una discoteca pentendomi di essere nata.
Annabeth e Alex si allontanano subito ma prima Ann mi abbraccia, «stai attenta ma so che ho un'amica responsabile e hey, approfittane, no? È una festa, sei sola con Shawn, fagli conoscere gente, divertitevi parlate e sopratutto terminate quel benedetto bacio» sussurra, «tu preoccupati di te e Alex, pazza fai la brava o giuro che ti prendo a colpi di cupettone» la minaccio, «ew, il cupettone» fa una faccia schifata, «appunto.» dico io, «okok, afferrato il concetto» ride, prende Alex per mano e assieme spariscono in mezzo alla folla.
«Beh, che si fa?» mi chiede Shawn, «vieni, ti presento delle persone» gli dico sorridendo e facendomi seguire verso un grupetto di amici di Al.
«Heyy, lui è Shawn, è arrivato in città da poco» dico tranquilla con lui accanto a me, fa un cenno del capo imbarazzato, «loro sono James, Irvin, Nate, Kylan e-» «ti stai per caso dimenticando di me bambolina?» dice Tom piazzandosi di fronte a me, «e Tom» alzo gli occhi al cielo per l'ennesima volta, sa essere così irritante.
«Beh, amico parla, non mordiamo» dice ancora riferendosi a Shawn, lui accenna un sorriso e apre la bocca pronto a parlare, «aspetta, sei strano, di dove sei?» lo interrompe ancora prima che cominci a parlare e continua a squadrarlo, «del canada, toronto» gli si illuminano gli occhi, chissà che gli frulla nella testa, «aaah, ho capito tutto, sei canadese» si passa una mano nei capelli, «mio dio, sei un genio, ma con quale perspicacia?! Sono stupita, complimenti» lo guardo male, lui mi ignora, il resto del gruppo ridacchia, «beh, canadese ti dispiace se ti porto via la tua donzella presuntuosa per un po'?» gli chiede, «non è pres-» inizia a dire ma Tom lo interrompe trascinandomi via, «scusa Shaaaawn, torno tra poco, lo giuro» gli dico scocciata prima di perderlo di vista.
Ormai sono circa trenta minuti che stiamo seduti al bancone, mi offre in continuazione da bere e allunga la mano verso la mia coscia ma fino ad ora ho rifiutato praticamente tutti gli shots tranne forse non so, cinque, e gli ho schiafeggiato più e più volte le mani ma non si arrende.
«beh, che dire Kaley, se una noiosa compagnia» mi dice prima di saltare giù dallo sgabello e lasciarmi lí da sola, sbuffo.
«Chi era? Il tuo ragazzo?» mi chiede una voce dietro di me, «nah, diciamo, umh, un vecchio amico se così si può dire» faccio spallucce e mi giro verso di lui, «comunque piacere, io sono Lucas, tu Kayla se non sbaglio, no?» dice, sembra simpatico, tutto il contrario di quel cretino di tom. «No, Kaley in realtà, piacere mio» lo correggo, lui mi sorride, «beh, Kaley, ti va un altro giro? Offro io» scandisce bene il mio nome e fa un cenno verso il bicchiere da shot vuoto davanti a me, «non so, ho già bevuto abbastanza stasera» si siede accanto a me dove fino a poco fa si trovava quell'idiota, non posso credere che mi piaceva! «Oh, andiamo, non si rifiuta mai un giro gratis da un ragazzo simpatico» sorride ancora e mi prende una mano, «okok, solo uno però» abbozzo un sorriso.
Non so come mi ritrovo in piedi, ubriaca, attaccata a lui che nel frattempo mi tiene stretta ai fianchi che per qualche strano motivo stanno ondeggiando a suon di musica, vicina al suo corpo, davvero troppo vicino. È tutto così diverso per me ma mi sto divertendo, è strano, di solito rimango seduta in un angolo ad aspettare che la festa finisca e la gente se ne vada per ritrovare i miei due amici ma stavolta sono attaccata ad un tizio conosciuto si e no da quaranta minuti, con le sue mani che scendono vertiginosamente giù dai miei fianchi e le mie attorno al suo collo senza nessuna intenzione di staccarmi.
Continuo così, mi sento diversa, una sensazione mai provata prima, mi sembra tutto così giusto quando in realtà è sbagliato.
«Kal che fai? Sei ubriaca» sento dire a una voce confusa, mi rimbomba nelle orecchie e mi fa venire il mal di testa ma allo stesso tempo mi culla, è dolce e parla piano ma cerca di superare la musica troppo alta.
Scuoto la testa.
«Nah, non sono ubriaca, sono responsabile! Io neanche volevo venirci a questa festa, dai, mi sto sono divertendo un po'» rispondo, le parole escono da sole dalla mia bocca, mi sento più libera.
«K, andiamo, avviso Annabeth e Alex e ti porto a casa» continua lui alle mie spalle, sempre calmo, lentamente.
Tolgo dal mio fianco una mano del ragazzo che ho davanti a me, appiccicato al mio corpo, slego le mie braccia da dietro il suo collo e mi giro verso la figura quasi sfocata ormai davanti ai miei occhi, lo indico, le mie gambe tremano un po' ma il ragazzo vicino a me ha una presa salda e non mi lascia cadere, non so se dovrei ma la trovo una cosa confortante, nonostante i tacchi e le gambe che a tratti cedono sento che non cadró.
«Suu, divertiti un po' anche tu, goditi la festa» gli spingo poco la spalla per invitarlo a ridere, non sono mai stata così ma sto provando a godermi il momento, forse ha ragione, sono ubriaca, ma non è così tanto grave in fondo, no? Non l'ho mai fatto prima, è qualcosa di nuovo per me e c'è sempre una prima volta per tutto, in fondo alla nostra età chi non si è mai ubriacato? Solo io. Ma il mio record è appena terminato. Basta non esagerare, no? Anche se stavolta forse ho davvero esagerato.
Lui alza un sopracciglio e mi guarda storto ma abbozza un mezzo sorriso appena i suoi occhi incontrano i miei.
Un brivido mi percorre la schiena ma scelgo di ignorarlo.
«Andiamo amico, falla divertire, lasciala con me» dice il ragazzo che ancora mi tiene stretta, devo ancora capire chi è o perlomeno ricordarlo.
«No, è ubriaca, lei non è così, non si rende conto di quel che fa e non posso lasciarla con te, non so chi sei e molto probabilmente nemmeno lei lo sa» dice lui con la voce ferma avvicinandosi a me e tendendomi una mano.
«Non sono così tanto ubriaca e sono abbastanza responsabile, puoi stare tranquillo, non farò cose troppo azzardate, tranquillo, sono brava, non gli regalo nulla» cerco di tranquillizzarlo ma le parole escono strane dalla mia bocca, cosa ho appena detto?
«l'hai sentita? Vuole stare con m- aspetta, cosa? Pf, riprenditela» mi spinge tra le sue braccia e io per poco non cado, perdo l'equilibrio e con quello perdo anche la sicurezza di qualche minuto fa ma Shawn mi prende al volo e subito mi sento protetta, mi stringe a se e non mi lascia andare, è una sensazione familiare e so che con lui sono davvero al sicuro.
Solo ora mi rendo conto di quel che stava succedendo.
Non sono responsabile, sono cretina.
«Dai K, vieni» mi coccola la schiena e tenta di farmi sedere in uno dei divanetti accanto a noi della discoteca in cui mi hanno trascinato e nella quale mi sono conciata in queste condizioni.
Mi siedo, lui si abbassa verso di me,  tanto vicino, indietreggio sulla stoffa e l'imbottitura del divano non sapendo che fare.
Allunga una mano verso di me, mi tira su la spallina del top e mi sistema la gonna a tubino che si era leggermente alzata poi si siede accanto a me.
«piccola K dov'è finita la tua giacca?» mi chiede prendendomi le mani tra le sue, solo ora mi rendo conto di avere freddo.
«Io-io non lo so, uff, sono così stupida» pignucolo più per me stessa che per la situzione per me totalmente fuori dal comune, «ma no, non sei stupida, capita a tutti su, è normale» mi coccola i capelli, «non ti sei mai ubriacata prima, vero?» ridacchia, io annuisco, «piccola piccola K, andiamo, su» mi sorride ancora sollevandomi con una presa salda, si alza in piedi e mi tiene stretta vicino al suo petto facendosi strada tra la folla di gente che balla, salta e urla per farsi sentire sopra la musica.
«Dove mi porti?» gli chiedo, solo ora lo riconosco, sapevo che era Shawn ma dovevo prenderne consapevolezza.
«A casa» mi risponde con un tono tranquillo, «e Alex e Annabeth?» continuo a fare domande, «gli manderò un messaggio per avvisarli, tranquilla», annuisco e poggio la testa sulla sua spalla, «grazie, iniziava a diventare tutto molto strano» ridacchio, «non devi ringraziarmi» mi coccola la schiena, sorrido, non insisto e rimango in silenzio.
Siamo arrivati a casa, cerca le chiavi nella tasca del jeans, le inserisce nella toppa, sento lo scatto della serratura e poi piano la apre con il piede, entra ancora con me in braccio e la richiude con la schiena indietreggiando fino a quando non sente il "tac".
Si dirige verso la mia camera che ha la porta aperta e mi adagia sul letto, si siede accanto a me, poggio la testa nel suo braccio e mi coccola i capelli, «ti sei resa conto di quel che hai detto?» ridacchia, scuoto la testa, «menomale piccola K, mi stavo preoccupando», lo guardo confusa ma non dice altro, si alza, mi studia con un ultimo sguardo, mi da un bacio sulla fronte e scuote la testa ridacchiando ancora.
«Dove sono i tuoi pigiami?» mi chiede guardandosi intorno e studiando ogni centimetro della stanza, «non ne ho» sbuffo, «non ne hai?» mi chiede confuso, «no, Ann me li ha sequestrati» mi lamento, «te li ha cosa?!» ride ma cerca di tornare serio, «me li ha sequestrati e mi ha dato i suoi, non so dove li ha messi, ho cercato ovunque.» sbuffo e agito le mani, «e perché?» mi chiede continuando a ridere, «perché li considera imbarazzanti e ora che ci sei tu ha detto che è meglio se li tiene lei...ma erano così belliii eeee caaaldi eeee cariniiii, uffa» scuoto la testa, «sembri una bimba» ridacchia, «quello che avevi ieri dov'è?» mi sorride squadrandomi, sono ancora stravaccata nel letto nella posizione in cui mi ha messo, «è a lavare» gli rispondo, «e non puoi metterlo un'ultima volta? Poi domani lo rimetti lì, tanto l'hai usato solo ieri, l'altro ieri ne avevi un altro ancora» inclina un po' la testa e si gratta la nuca come se avesse davanti a se un test di chimica nucleare.
«Lo farei se Alex non avesse già fatto la lavatrice, ora è fradicio abbandonato là dentro con tutto il resto perché è troppo pigro e non ha steso niente» mi butto a faccia in giù nel mio cuscino.
«Aspetta, forse ho una soluzione» dice iniziando a frugare in uno di quelli che adesso sono i suoi cassetti, mi giro leggermente per poggiare lo sguardo su di lui ma resto comunque con la faccia sul cuscino, tira fuori una sua felpa, mi sembra enorme.
«Insomma, so che non è il massimo ma di certo non puoi dormire così» dice ma la sua voce diventa più confusa, più bassa, nemmeno sento la fine della frase, «K mi stai ascoltando?» quasi non lo sento più.
«K?» il silenzio mi avvolge.
«Kaley?» il buio.
«piccola K?» mi sento piano scuotere, percepisco delle carezze sul mio corpo, poi non sento più niente.

[Spazio me]
Heeeey, I'm baaack with a new chapter, yeeey !

Finally sono riuscita terminarlo, scusate se ci ho messo tanto, spero valga l'attesa.
Sorry per tutti gli eventuali errori ma ecco, sono le 4:46 di mattina, capitemi.
Well, that's all, spero vi sia piaciuto.
Come state? La scuola? Procede tutto bene o avete incontrato qualche intoppo in qualcosa?

Room Mates||Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora