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«A questo punto mi chiedo se davvero avessero un appuntamento» osservo curiosa, «non so però ora sono obbligati ad averlo» ridacchia, «eh già» sorrido mentre prendo le posate per servire, «lascia, faccio io» mi dice Shawn con un sorriso, io faccio di no con la testa. È carino che si proponga per ogni cosa. «Ma no, tranquillo, non mi costa niente» continuo a tenere le posate nella direzione del cibo indiano davanti ai miei occhi che emana un profumo buonissimo, più specificatamente i samosa.
«Lo so però mi fa piacere servirti» dice in tono dolce, «aw, e va bene, facciamo a turno però» concedo, «perfetto, ci sto» fa l'occhiolino e mi mette il cibo nel piatto, 3 triangolini croccanti a testa. Ne addentiamo uno nello stesso momento e mi metto a ridere per la suo espressione, strabuzza gli occhi appena il piccante tocca la punta della sua lingua, «ti piace?» dico divertita, lui annuisce «si, ma è piccantissimo» dice versandosi un bicchiere di acqua gasata, «è cibo indiano, dovevi aspettartelo» dico ovvia, mi chiedo come abbiano fatto quei due a cucinare tutta questa roba in così poco, la cucina indiana richiede molto tempo, qui c'è lo zampino di Shaila, la ragazza Indiana che abita due piani sotto di noi.
«Touchè, hai ragione» alza le mani in aria in segno di arresa mentre finiamo i miei amati samosa.
«beh, ora tocca a me» dico alzandomi di poco sulle ginocchia per avere la vista completa dei vassoi vasti di cibo.
«Mmmh, ora dire di provare questo, lo conosci?» gli chiedo mentre gli metto la nuova pietanza, «non credevo che le piadine fossero indiane» alza un sopracciglio, «infatti non sono piadine, si chiama Taki Roll, assomiglia ad una piadina ma ha un sapore completamente diverso, secondo me ti piacerà, a me piace un sacco. Però attento, anche questo è piccante, c'è il peperoncino» «grazie di avermi avvisato» ride e stavolta mangia con più cautela. «Hai ragione, è buonissimo» si illumina e gesticola, «lo sooo» imito involontariamente il suo tono, sto diventanto sempre di più lui...o forse è lui che mi sta assomigliando sempre di più...non lo so, in ogni caso è strano, un po' inquietante, siamo molto simili e mi sembra di conoscere alla perfezione i suoi gusti, quasi come se fossero i miei. Dicono che quando ami qualcuno tendi a prendere le loro abitudini e ad imparare le sue abitudini a memoria ma questo è diverso, mi sembra di conoscerlo da una vita. Finiamo anche questo, ora è il turno del Chole Bhature.
«Questo mi sa che non lo servirà nessuno» dice Shawn prendendo in mano il pane per poi inzupparlo nella salsa di ceci, spezie e pomodori, «eh già, questo va mangiato così» annuisco facendo lo stesso, sorride ma appena il bhatura entra nella sua bocca cambia completamente espressione e lo ingoia con fatica. «Il rosso non è peperoncino, vero?» chiede attorcigliando il naso, «no, è pomodoro, perché? NON DIRMI CHE SEI ALLERGICO?!» spalanco gli occhi preoccupata pronta a correre in camera per recuperare il mio telefono e chiamare il 911, beve acqua, si ricompone e mi risponde, «nono, tranquilla, è solo che non amo il pomodoro, anzi, proprio il contrario, lo odio», mi rilasso, «e a quanto pare anche lui odia te» rido prendendo un fazzoletto e pulendogli la guancia sporca di salsa; mi guarda negli occhi, faccio lo stesso, rimango incantata per qualche secondo, so cosa sta per fare ma per qualche ragione cambia idea, sbatte la palpebre più volte riportandomi sulla terra ferma. «G-grazie» fa un cenno col capo indifferente, forse sono sollevata dal fatto che non mi abbia baciata, se l'avesse fatto il mio cervello avrebbe iniziato ad urlarmi "CLICHÈ CLICHÈ, CLICHÈÈÈ".
«Di nulla» mi siedo in modo più comodo e riprendo a mangiare, proseguono minuti di silenzio imbarazzante prima che io riesca a finire il mio buon cibo indiano colmo di pomodoro.
«Ho un'idea» dice Shawn come se niente fosse, come se non ci fosse un silenzio che uccide, forse è proprio per quello che ha iniziato a parlare, ci mancano ancora tanti piatti, passare tutto il tempo imbarazzati e in silenzio sarebbe orribile.
«Ovvero?» dico con un tono più dolce del dovuto, «e se ci facessimo delle domande? Domande a caso per conoscerci meglio, per scoprire più cose su di noi, mh?» la sua voce mi mette allegria e il suo entusiasmo mi impedisce di oppormi quindi annuisco, «bene, però la prima domanda la faccio io» dico, «ok, e qual è?» «cosa mangiamo ora? Il chicken Biryani? Scusa ma sto morendo di fame, il mio stomaco è incontrollabile» scoppiamo a ridere, «dal momento in cui non so che cavolo è dico di si a caso» fa spallucce, «è questo col riso basmati e il pollo, è un piatto composto» spiego, lui annuisce, «bene, ora tocca a me fare una domanda» mi dice, ora sono io ad annuire, «come fai a sapere ogni singolo nome di quello che stiamo mangiando?» mi chiede con un piccolo gesto della mano come per dire "come cavolo fai?!", «mmmh, mi piace! Mi piace mangiare e cucinare, quindi faccio un sacco di ricerche e provo tutto il cibo possibile, è interessante, fa parte della cultura del mondo, perché non farlo?» spiego emozionata, «hai ragione! Sono d'accordo, è davvero interessante!» sorride e gli brillano gli occhi appena i suoi incontrano i miei per l'ennesima volta, ogni volta che succede sento le braccia molli e dei brividi che mi percorrono la schiena, è incredibile come un solo sguardo possa causare tutto questo.
«Ora tocca a me!» esulto, «mmmh, bene...hai scritto altre canzoni oltre a quella? Mmmh, life of the party, giusto?» gli chiedo incuriosita, se ne ha scritto altre voglio sentirle tutte! «Si, giusto, life of the party, sono contento che ti sia piaciuta davvero! E si, ne ho scritte altre ma l'unica di cui sono abbastanza sicuro è questa per ora» dice, ormai siamo entrambi quasi a metà del piatto. «Magari avere un parere "esterno" potrebbe aiutarti, a me farebbe piacere ascoltarle e dirti che ne penso se può esserti utile» chissà se sarei la prima a sentire quelle canzoni, lo renderebbe ancora più speciale, «certo, grazie, allora te le farò sentire, promesso, ma ora tocca a me farti una domanda quindi-» si blocca per mangiare un altro boccone di cibo e riprende a parlare mentre io lo ascolto attenta e continuo a mangiare, «qual è la cosa più importante in una persona per te?» questa sembra una di quelle classiche domande con un fine, una di quelle fatte per scoprire qualcosa che si ha bisogno di sapere, sembra quasi che abbia iniziato questo gioco solo per farmi questa domanda dall'aspetto importante, eppure non lo è, non è così, è solo una domanda fatta a caso come tutte le altre, ma impiego comunque del tempo prima di rispondere, voglio pensarci bene, cosa è più importante per me in una persona? Cosa deve avere un essere umano per essere ritenuto "ok" da me? «Mmmh, non l'aspetto, quello non è importante...» inizio con qualche pausa, voglio dare un peso a quel che dico, alle mie parole, lui mi osserva attento, «credo la sincerità, sai, l'onestà, no? Il sapere di potersi fidare di quella persona. Se hai paura di una bugia non sarai mai tranquillo riguardo alla persona con cui hai a che fare. Quindi si, credo l'onestà, se c'è quella ti senti al sicuro, la fiducia è importante ed è basata sull'onestà. Sia in amicizia che in amore, credo sia una cosa fondamentale.» concludo e bevo un sorso d'acqua, «sai una cosa?» mi chiede, «mh no, cosa?» chiedo a mia volta, «hai ragione anche sta volta, sono d'accordo con te e amo come prendi sul serio le cose, come analizzi tutto e ci ragioni, non so se vale come complimento ma mi piace il tuo cervello» ridacchia per la sua affermazione un po' insicura, «beh, non so se può esserlo ma grazie, è, o non è, un bellissimo complimento» sorride, «però ora tocca di nuovo a me e mentre ti faccio la domanda tu devi capire qual è il Vindaloo» dico, lui osserva i piatti, «ultimo libro letto?» ti prego, dimmi che hai letto almeno un libro nella tua vita, «Harry Potter!» dice con voce squillante, «ushhh, abbiamo un potterhead qui» agito l'indice in aria, «chi non lo e?!» «io» mi guarda con finta delusione, rido, «ho visto i film però, dai» «mmmh, dovremmo guardarli assieme!» dice afferrando un piatto, esattamente quello giusto, il vindaloo, «ma li ho già vistiii» mi lamento, «non fa niente, li riguarderai, dobbiamo vederli assieme. E questo mese ancora non li ho visti, li guardo ALMENO una volta al mese» lo guardo shockata, «UNA VOLTA AL MESE?!» chiedo stupita, «ho detto "minimo", eh» dice con tono ovvio, «aaah...MINIMO?!» continuo, «beh, è ovvio» spalanca gli occhi, «ah beh, certo, scusa» rido, lui scuote la testa divertito.
Continuiamo a farci domande e a ridere l'uno dell'altro durante il resto della cena, provo a fargli mangiare un pezzo di pomodoro ma se ne accorge e ridiamo anche per quello, andiamo avanti fino all'una, quando sentiamo la porta di casa aprirsi e ci rendiamo conto dell'ora, mentre aspettiamo che Alex e Annabeth vadano a dormire sistemiamo la cucina e seguiamo il loro esempio.
Mi sento così a mio agio con lui.

[Spazio me]

Hii, sorry se ci ho messo un sacco ma non sapevo come strutturarlo

Btw spero che vi piaccia

Have a great day

Room Mates||Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora