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Sono le 8:00 di sera e sono quasi due ore che Alex e Annabeth stanno chiusi in cucina.
Mi hanno detto di non entrare per nessun motivo al mondo perché stanno preparando una cosa importante, ancora non ho capito cosa ma dev'essere davvero tanto importante se ci vuole tutto quel tempo.
Sono sola in camera, in pigiama, coricata a pancia in giù sul letto, esattamente al centro, con le braccia che mi reggono la testa e la noia che mi pervade ogni secondo di più, pensando a quel che potrei fare e a cosa staranno combinando quei due.
Shawn invece è in bagno a fare la doccia, anche se credo che abbia finito dato che non sento più il rumore dell'acqua, ma non mi interessa più di tanto, sono più curiosa di sapere quel che fanno Ann e Alex.
Però è strano non sentire il rumore del phon.
Mah, starò diventando sorda, ecco tutto.
Inizio ad avere fame e il fatto di non poter entrare in cucina mi sta uccidendo, dovrei fare la cena, oggi tocca a me, ma non posso entrare in quella cavolo di cucina.
Dovrebbero muoversi qualsiasi cosa stiano facendo, inizio a sentire la pancia brontolare e non ci vogliono due secondi per cucinare tutto, il cibo in scatola mi fa senso.
Si dev'essere rotta la presa del phon, ecco perché non si sente, ma comunque per ora non è affar mio.
Faccio cadere la testa sul materasso sprofondando tra le coperte e proprio in quel momento sento la serratura della mia camera sbloccarsi facendo un click, allora sollevo la testa e vedo chi sta entrando, davanti alla porta nuovamente chiusa si presenta Shawn con un pigiama col pantalone a quadretti scozzesi e la maglia nera, tutto nella norma se non fosse per i capelli fradici e grondanti e quell'aggeggio infernale in mano.
«Shawn perché stai guardando in quel modo il phon?» rido guardando la sua espressione, «e sopratutto perché sei qui col phon e i capelli in queste condizioni?» rido ancora osservando alcuni riciolini che piano gli si appiccicano sulla fronte e su tutto il viso, come fanno da asciutti, solo che ora sono bagnati e deve dargli più fastidio.
«Perché-perché lo odio, il tuo phon è insopportabile K» dice snervato, «cos'ha di male? È solo un asciugacapelli. Un asciugacapelli Shawn, non un LasciaICapelliBagnatiEGuardamiMale» lo prendo in giro, «si, ma non va» sono un'ottima investigatrice quando mi annoio, avevo ragione.
«Come non va?» «non funziona» fa spallucce, «aspetta, lo controllo, vieni di la che se lo accendo qua faccio volare via qualche foglio», lui annuisce e andiamo in bagno.
«Fammi vedere come lo usavi, su» gli dico, «come tutti» dice sulla difensiva ridacchiando, «mhmh, tu fammi vedere, l'ho usato ieri, se con te non va evidentemente fai qualcosa male, eh», lui alza gli occhi al cielo ma mantiene il sorriso, si asciuga le mani bagnate dall'acqua che gocciola dai capelli e inserisce la spina nella presa di destra, poi clicca il pulsante e scuote l'oggetto per farmi notare che non funziona, io scoppio a ridere e lui mi guarda storto, «Shaaawn, non è il phon che non va, è la presa, quella presa è guasta, te l'abbiamo detto, ricordi?» lui scuote la testa e ride, così io sposto la spina nella presa accanto a sinistra e il phon inizia ad emettere calore e fare il solito fastidioso rumore, poi lo spengo. «Aspetta» gli dico, lui mi guarda confuso e io mi siedo nel lavandino, «quanto sei alto» dico esasperata ma con un sorriso sulle labbra, «perché ti sei seduta là?» mi chiede, «vieni qua» gli faccio cenno di avvicinarsi, lo fa e appena è abbastanza vicino mi sporgo in avanti, accendo l'asciugacapelli e indirizzo l'aria calda verso i suoi ricci, lui sorride ma non dice niente, rimane in silenzio con un sorriso che piano si allarga, con le mani sposto qualche ciuffo in modo di farli asciugare tutti al meglio e mentre il calore inizia a riempire la stanza i suoi ricciolini iniziano a prendere una forma ben definita, o quasi.
«Ecco qua, ora sono asciutti» gli dico soddisfatta, mi rivolge un sorriso sincero, «grazie K».
«Ragazziiii, noi dobbiamo uscire stasera, vi abbandoniamo» gridano Alex e Ann, credo che ora siano in salotto dato che le loro voci si sentono di più.
«Okeeey, tranquilli, però poi vi faccio l'interrogatorio» gli grido anche io certa di avergli fatto alzare gli occhi al cielo, «mmmh, vedremo, ora noi andiamo, ciaooo» dice Ann facendo seguire il rumore della porta che si chiude.
«Beh, che si fa?» mi chiede Shawn, «io devo preparare la cena, stanotte tocca a me» faccio spallucce, «ti porto in cucina allora» ride, mi da le spalle e mi fa cenno di salire, «nah, tranquillo, posso anche camminare» dico e faccio un sorriso imbarazzato anche se so che non può vedermi; «tu mi hai asciugato i capelli, ora tocca a me farti un favore» insiste, «okok, ma solo per questa volta», annuisce e mi prende in braccio, allaccio le braccia davanti al suo collo e incrocio le gambe attorno a lui, mi tiene salda e inizia a camminare nel buio del salotto, per qualche secondo concentro lo sguarda su quella vetrata che tanto amo e mi perdo nelle luci di questa città ma dopo poco noto che la porta scorrevole quasi tutta in vetro opaco della cucina è chiusa e che invece le luci di quella stanza, al contrario del resto di New York, sono spente ma intravedo qualche luce colorata verso il pavimento.
Shawn apre la porta, accende la luce ed entrambi rimaniamo imbambolati: l'isola è chiusa e lascia libera tutta la cucina e le lucine colorate che vedevo sono candele posizionate sopra un tavolino che quasi tocca terra con attorno tanti cuscini dei medesimi colori come sedute.
Sopra allo strano tavolo ci sono dei vassoi e solo ora inizio a sentire il buon profumo che si diffonde per pa stanza e comincio a collegare tutto, ecco cosa stavano facendo quei due!
Ma cosa credono di ottenere così? Non succederà nulla di speciale, anche se questa situazione è speciale già per se, anche se ogni instante con lui è infinitamente speciale.
Spengo la luce e lascio che le varie candele facciano il loro lavoro.
Ci sediamo una davanti all'altro, «scusa, non lo sapevo» sussurro, «sh, non ti preoccupare, è una cosa carina, godiamocela, ci hanno lavorato tanto!» sorride e io ricambio annuendo.

[Spazio me]
Heyheyhey, sorry se ci ho messo così tanto, spero ne sia valsa la la
pena.
Come va? Siete felici?
Che vi aspettate dalla fine di questo capitolo? Che credete succederà?
You'll find out I guess

Room Mates||Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora