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Il tempo sembra non scorrere più da quando Liam ci ha lasciati soli. Nessuno dei due ha spiccicato parola, mi sembra di fare a gara a chi cede prima. Il clima allegro del bar non sembra arrivare fino a questo piccolo tavolo. Penso che la tensione si possa tagliare con il coltello. Un vecchietto a qualche tavolo più in là ciondola la testa assonnato; sembra essersi fatto qualche bicchiere di troppo. Parlare con lui sarebbe decisamente più entusiasmante che starsene qui a girarsi i pollici.

Ian si alza di scatto e va a sedersi di fronte a me, dov'era seduto il signor Core. Inizia a soppesarmi con lo sguardo; mi fa sentire leggermente a disagio. Prendo la coca-cola e la sorseggio, almeno faccio qualcosa.

- Quindi tu saresti il mio custode- cerco di intavolare una conversazione pacifica.

- Com'è che ti chiami? - se ne esce lui.

Ovviamente, come se non avessi aperto bocca. L'arroganza fatta in persona. Continua a guardarmi inclinando leggermente il capo e il mio malumore peggiora. Cerco di immaginare la mia vita d'ora in poi con questa palla al piede. Non credo di reggere a lungo.

- Penso che ormai tu lo sappia. E comunque non me lo hai chiesto. D'altronde anche tu ti sei presentato solo ad Elena, facendo finta che io non ci fossi - rispondo, acida.

- Senti, abbiamo iniziato con il piede sbagliato... -

- La colpa è tua! - lo interrompo. Lui mi fulmina con gli occhi, e continua.

- Si come no. Se vogliamo che tutto questo funzioni dobbiamo partire diversamente - mi guarda, aspettando una mia risposta.

- Alle persone con poco raziocinio bisogna sempre dire di sì - rispondo sarcastica. Mi lancia un'altra occhiataccia, ma ignora volutamente la mia risposta.

- Quindi piacere, mi chiamo Ian Core - e mi tende la mano. La guardo per qualche secondo, poi decido di stringerla. Sia chiaro, solo per educazione.

Stranamente la sua stretta è decisa ma leggerissima. La mia mano sembra minuscola nella sua. Inaspettato.

- Emma Luce. Il signor Core è tuo padre? - chiedo, incredula.

- No, mio fratello - . Strabuzzo gli occhi dall'incredulità.

- Scusa. Sembra molto più grande di te - rispondo un po' imbarazzata.

Gli scappa un sorriso.

E io mi scordo di respirare.

Quell'espressione lo rende perfetto, quasi irreale. Perdo completamente il filo del discorso.

- Lo è infatti, ci passiamo sessant'anni. I nostri genitori sono dei maghi e il tempo per noi è un po' diverso - risponde. Aspetta un attimo... gli ingranaggi del mio cervello si inceppano per riuscire a dare senso a quello che ho appena sentito.

- Quanti anni ha tuo fratello? - chiedo. La soluzione a cui sono arrivata è del tutto impossibile.

- Ottanta. Te l'ho detto, noi invecchiamo molto più lentamente - sorride di nuovo, mentre io lo guardo a bocca aperta.

- Chiudi quella bocca - mi dice. La chiudo di scatto e torno ad innervosirmi. È durata poco.

- Va benissimo. Penso che per questa sera possa bastare, io vado a casa - mi alzo e lui fa altrettanto.

- Ok, andiamo -.

Usciti dal bar Ian mi ferma.

- Aspetta. Prima devo farti un incantesimo di protezione. In questo modo nascondiamo la tua impronta - . Non capisco a cosa si riferisce.

BLUE ESSENCEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora