☙26❧

249 10 9
                                    

La mia routine mattutina è cambiata. Non quella dove vorrei afferrare la sveglia e lanciarla verso il muro se solo avessi la forza necessaria di primo mattino. Ma tutto il resto sì. Appena mi sveglio cerco di percepire Ian, che è silenziosissimo. Quindi cerco di fare il più silenziosamente possibile anche io, per far vedere che  non c'è differenza tra noi. Ma puntualmente faccio cadere qualcosa, o urto qualcosa, o faccio qualsiasi cosa rumorosa.  Riordino la camera con un gesto (questo significa avere più tempo a disposizione per dormire) e passo molto più tempo in bagno a sistemarmi di fronte allo specchio, prima di scendere in cucina.

Non voglio chiedermi perché lo faccio.

Poi capitombolo di sotto dove trovo quasi sempre la colazione pronta e Ian che mi aspetta. Non vorrei abituarmi a questo, perché so che non sarà sempre così. Ma non riesco proprio a non abituarmi a questi gesti. Stamattina, però, ho un dubbio enorme. Sono dieci minuti che ho in mano una matita per le labbra, indecisa se metterla o meno. Possibile che sia diventata così? Davvero voglio mettere il rossetto per andare a scuola?

Sbuffo e la poso. Mi guardo allo specchio, notando tutti i miei difetti. I capelli che sembrano un cespuglio, le labbra non perfettamente simmetriche, il viso da bambina. Sbuffo e riprendo la matita.

E davvero voglio credere che non faccio tutto questo per lui?

Scaccio questo pensiero e metto la matita. Non è coloratissima. È un bellissimo nude, quindi non è che sto esagerando troppo. Spero.

Scendo di sotto, ma non sento l'odore del pane tostato e del  caffè che in genere impregna l'aria. Ian stamattina non c'è.

Che delusione.

No. Meglio. Perché sto diventando patetica. Prendo qualcosa da mangiare al volo, non ho voglia di preparare. Mi siedo al bancone e inizio ad addentare il cornetto già pronto, sfogliando Instagram. In realtà penso a tutt'altro. Dov'è Ian? Vado da sola a scuola o devo aspettarlo?

Non sapendo cosa fare, provo a chiamarlo sul cellulare...che squilla esattamente a due metri da me. Sussulto per lo spavento maledicendo quel dannato aggeggio e me stessa per non averlo notato prima. Il perfettissimo e diligentissimo Ian lo ha lasciato a casa. Strano ma vero. Una curiosità morbosa inizia ad assalirmi, chiedendomi di afferrare il cellulare e scoprire qualcosa, qualsiasi cosa, riguardo il suo proprietario. Ma io non sono una ficcanaso, mi faccio quasi sempre gli affari miei. È quel quasi che mi frega. Prendo il cellulare di Ian e premo il tasto centrale. Sulla schermata appare la chiamata persa da parte mia e due messaggi di ieri sera. Uno da Marig che informa Ian di aver trovato qualcosa, accompagnato da una foto. Non posso aprirla, ma cerco di capire cosa è. Sembra un disegno ben fatto, curato nei dettagli. Qualcosa di lungo e stretto. Cerco di aguzzare la vista quanto posso, poi inspiro. Capisco cosa è. Il pugnale delle mie visioni, o qualcosa che gli somiglia un sacco.

IAN STA CONDUCENDO DELLE RICERCHE SENZA DI ME?

Lo ammazzo. Io lo ammazzo. Non faccio in tempo a fare un respiro profondo che l'occhio mi cade sull'altro messaggio. A questo punto voglio solo sapere dove diamine sia per poter strangolarlo con le mie mani.

VIENI? BACIO, CHIARA.

La cosa buona è che non ha il numero salvato in rubrica. Quella brutta è che comunque Chiara ha il suo numero, e il messaggio è molto esplicito. È andato da lei? Ha passato la notte con lei? Controllo il numero per sicurezza, potrebbe non essere la Chiara che conosco io. Ma ovviamente è la Chiara che conosco io. Come fa, dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, dopo che continua a ribadirmi che non è indifferente a me, e sapendo cosa ne penso io di lei, a starle ancora dietro? Faccio due respiri profondi, alzando e abbassando le spalle in maniera molto teatrale, prima di poggiare nuovamente il cellulare. Poi, dopo un altro lungo respiro, chiudo gli occhi e provo a cercare Ian con la mente. Faccio come mi ha insegnato lui, lascio cadere tutti i pensieri (cosa non facile) ed espando la mente verso tutte le energie che mi circondano. È difficile, perché non so dove diavolo sia e quindi non so dove cercarlo. Incontro numerose menti e numerose energie, sento anche qualche pensiero, sparso qua e là. Ma non mi soffermo, perché conosco l'energia di Ian e in questo momento non ho tempo per capire altro. È veramente difficile e io non ce la faccio più. C'è tanta confusione, ci sono davvero troppe energie. Alcune più intense di altre, ma le sento tutte. Quando sto per cedere, sento qualcosa simile ad un cambiamento di frequenza, o ad un cambiamento di pressione, e un energia molto più potente delle altre. Sono quasi tentata a connettermi ad essa, quando sento il colibrì di Ian che a confronto l'altra non è nulla. L'ho trovato.

BLUE ESSENCEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora