☙22❧

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È martedì. E piove. Guardo fuori dalla finestra della scuola; ma non c'è nessuno fuori, solo la pioggia. Notare però le gocce che scendono dalla finestra rincorrendosi a vicenda è molto più interessante che sentire la professoressa di storia. Domani è il giorno del fatidico esame e non so minimamente cosa aspettarmi. L'ansia si fa sentire a tratti. Aggiungiamo a questo il fatto che ogni due secondi scatto per ogni minima cosa, tipo un'ombra che si avvicina molto velocemente ( che in realtà è la mia), e si capisce la mia bellissima giornata. Vedo paras ovunque. Lo scorrere della pioggia scandisce lo scorrere del tempo. Sono due giorni che non vedo Ian e non so cosa pensare. Sembra quasi voglia evitarmi. La sera torna tardi e la mattina va via presto. L'aver trovato il giorno dopo sabato sera la giacca e la borsa che avevo lasciato alla festa mi indica che c'è ancora. Cerco di non pensare a lui e a quello che è successo, ma ovviamente la mia mente torna sempre lì. Soprattutto perché non so cosa gli abbia preso.

Faccio così schifo?

Certo non saprei cosa dirgli, ma non mi sembra molto carino evitarmi del tutto. Per contro ho letto tutti i libri che mi ha portato. In due giorni. Non sono molto sicura però se sia per il fatto di essere incuriosita o perché abbia potuto tenere in mano qualcosa di suo. E se così fosse, sono diventata una di quelle stupide ragazzette cotte che scrivono il nome del tipo sul diario. Mi detesto. Il rumore della campanella mi fa sussultare. Voltandomi, noto lo sguardo di Elena fisso su di me. Alzo un sopracciglio.

- E' tutta l'ora che ti guardo. Devi dirmi qualcosa? – mi chiede, scrutandomi ancora.

- Cosa? – riesco soltanto a dire. Non sono dell'umore giusto per assecondarla in tutto ciò che ha in mente.

- Questo dovresti dirmelo tu. È da ieri che sei pensierosa, cosa ti preme? So che c'è un pensiero che ti tormenta.  – Continua a guardarmi puntandomi la penna contro. Le rivolgo un sorriso. Mi conosce così bene; e tra noi non ci sono mai stati segreti fino ad un mese fa. Da quel momento la mia vita è diventata ricca di menzogne nei suoi confronti. Mi sento malissimo per questo. Ma nonostante tutto penso che debba parlare con qualcuno. Altrimenti impazzisco. Ho bisogno di capire se sono io che mi sono fatta stupidi film mentali o quello sbagliato è Ian. Mi convinco di spiegarle tutto; o almeno quello che posso raccontarle senza spaventarla.

- Ecco, è un po' un casino. Riguarda Ian – soffio in un colpo. Non guardo Elena, poi mi sento arrossire e alzo gli occhi su di lei. Elena ha un sorrisetto compiaciuto sul volto. Inizia a picchiettarmi la spalla con quella penna.

- Lo sapevo! Lo avevo immaginato. Raccontami tutto! Da quando ti piace? –

- Ma a me non piace! – Perché a me non piace, giusto?

Si, Emma. Continua a prenderti in giro.

- Si, come no. E questa risposta indica proprio il contrario! – continua Elena. Sbuffo spazientita e la guardo male. Mi fa cenno con le mani di continuare non curante del mio atteggiamento. Faccio un altro sospiro.

- Essendo il nipote di mia zia siamo stati un po' insieme ultimamente – praticamente un po' è sinonimo di sempre, ma questo posso ometterlo.
– Lui si è sempre comportato da stronzo egocentrico, e sai che io queste persone non le tollero. – Guardo Elena negli occhi, lei fa un cenno di assenso.
– E sembrava che lui detestasse me. Con qualche battuta, tra parentesi pessima, lui ha messo in chiaro che io non sono proprio il suo tipo. E fin qui tutto bene, anche perché a me non interessava, o almeno mi sembrava così. Poi però sabato durante l'ennesima litigata mi ha baciata. – Mi mordo il labbro inferiore mentre osservo la reazione di Elena, vergognandomi. Lei spalanca la bocca, posa la penna e batte le mani.

- Ma è una cosa bellissima. E dimmi, come bacia? Soddisfa tutte le immaginazioni? – Si sporge verso di me con quegli occhioni enormi, aspettando la mia risposta. A questo punto non posso che ridere.

BLUE ESSENCEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora