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Sono seduta su una poltrona di velluto comodissima in una stanza molto sofisticata, ad aspettare il signor Core. Una libreria colma di volumi che non conosco occupa due pareti della stanza, alcuni mi sembrano antichi e costosi. Sul lato opposto si trova un camino grandissimo, di marmo, su cui sono incise colonne stile corinzio. Potrei starci comodamente in piedi dentro. Un tappeto persiano occupa tutto il pavimento. L'insieme dà un'atmosfera tranquilla, serena, ottima per poter leggere. Ma adesso sono troppo agitata per poter cogliere la tranquillità della stanza. Ian mi ha portato in un palazzo nel centro di Pantoù per poter parlare delle mie visioni con Liam e per cercare una soluzione. Fuori è completamente diverso: un palazzo modernissimo con pareti a specchio che fa pensare a tutto tranne all'interno antico ed elegante. La porta si apre e io scatto in piedi.

- Signorina Luce, che piacere rivederla - il signor Core mi stringe la mano, gentile come sempre. Io gli sorrido. Ian, seduto alla poltrona accanto la mia, si limita ad un cenno.

- Spero che le cose tra voi vadano meglio - continua il signor Core, rivolto più che altro verso Ian.

- Siamo vivi, questo significa che ancora non ci siamo uccisi a vicenda - risponde lui.

Il signor Core lo guarda con l'espressione tipica di un padre che è sul punto di riprendere il figlio. Poi si va a sedere davanti a me, accavallando le gambe elegantemente. In confronto il suo caro fratellino qui affianco sembra avere la grazia di un babbuino, considerando il modo 'signorile' con cui è stravaccato sulla poltrona.

- Allora, Emma. Come vanno le cose? - mi chiede con voce cordiale.

- Per il momento bene, grazie. O almeno credo - rispondo educatamente.

Il signor Core mi mette sempre a mio agio nonostante incuta una certa autorevolezza, per questo riesco sempre ad essere me stessa.

- Ian mi ha detto che praticamente sai già maneggiare la magia. E tutto questo in una settimana. È più che bene direi, è straordinario - Liam mi incoraggia. Sorrido timidamente, non essendo abituata a ricevere complimenti. Sono inoltre sorpresa di sentire che Ian gli abbia riferito questo di me; non pensavo che riuscisse a pronunciare parole d'apprezzamento nei miei confronti.

- Ma continua ad avere le visioni - si intromette nella conversazione.

Ah, già. Me ne ero quasi dimenticata. Quasi. Per un attimo.

Il mio sorriso si smorza all'istante.

- Già - il signor Core si alza dalla poltrona e prende qualcosa da uno scaffale sulla parete vicino alla porta. È una boccetta di vetro, chiusa con un tappo di sughero. Sembra una bottiglia di spumante in miniatura.

- Ho fatto preparare questo per te. È una pozione calmante, controlla la tua magia mentre dormi, non la fa salire in superficie. Questo dovrebbe aiutarti a non avere visioni - prendo la boccetta e me la rigiro tra le mani, pensierosa.

- Ma non le fa smettere, giusto? - chiedo, anche se non vorrei conoscere davvero la risposta.

- No. La pozione no. In verità io ho una teoria. Penso che tu sia una veggente. Una persona cioè che è in grado di vedere il futuro - si ferma per farmi assimilare le informazioni.

- Ma non aveva detto che tutti hanno le visioni? - chiedo, confusa.

- Tutti abbiamo il potere della veggenza, ma in alcune persone è più sviluppato rispetto ad altre. Certo, tutti potremmo studiare per amplificarlo, ma sono rare le persone che possiedono questo dono in maniera intrinseca - non lo sto ascoltando più. Questo significa che avrò sempre le visioni e che non cesseranno mai.

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