- Allora, qui c'è scritto che non devi mai rivolgerti a loro senza che sei interpellato. – Elena ha il mio libro sulle creature magiche e sta leggendo frasi sparse qua e là sul popolo elfico. Sbuffo per l'esasperazione.
- Che diamine, questi se la tirano troppo. Dai! – scoppio dopo l'ennesima novità. Fin ora abbiamo scoperto che:
1, non puoi parlargli;
2, non puoi non rispondergli;
3, non puoi mentirgli;
4, sono estremamente suscettibili.
Nella maggior parte dei casi, se sbagli sei morto. Ora capisco cosa voleva dire Marij quando non voleva portarmi con sé. Ma sto facendo di tutto per prepararmi per bene. Faccio avanti e indietro per il salotto, scrutando dalla finestra ogni due minuti.
- Guarda che non è che arriva prima se lo aspetti. – Sospiro e mi scosto per andare a sedermi di fianco a lei. So che non posso fare così, ma da quando ho scoperto la verità la mia ossessione per Ian è diventata ancora più morbosa. Non so perché, ma sento che dobbiamo chiarirci. Voglio sentirmi dire che lui non ha nessuna intenzione con me. Tra l'altro non so se anche allora capirò che devo finirla di arroventarmi il cervello con lui. Il problema è che ogni volta che mi guarda, o che mi sfiora io mi sento...stabile. Ed ogni volta che non c'è mi sento vuota. Non perché devo averlo sempre sotto tiro, in genere non stiamo sempre appiccicati, ma perché sento che ancora qualche tassello non è al suo posto.
Ian e Marij sono andati a prendere i nostri doni per il popolo elfico. Ne porteremo tre, uno per ciascuno di noi. Figuriamoci se potevamo andare con le mani in mano. Più sto e più gli elfi non mi piacciono. Nel frattempo Elena è venuta ad aiutare me. Marij non era così entusiasta che un umana sapesse di noi, ma ha dovuto farsene una ragione. Ora che sa, Elena mi è di grande aiuto.
- Sarà così terribile andare dagli elfi, secondo te? – chiedo, stendendomi con il capo su di lei.
- Non saprei, quello che leggiamo non è di grande conforto. Certo è che se non sono come me li immagino faccio una strage! –
- Sai vero che tu non verrai con noi? – chiedo l'ovvio, ma non si può mai sapere. Infatti ride.
- Tu sei i miei occhi e le mie orecchie. Certo, mi fa stare in apprensione il fatto che devi andare anche tu, così inesperta. – Le tiro una ciocca di capelli.
- Non dire quella parola, Elena! – lei di contro mi batte il libro sulla fronte.
- Non essere così orgogliosa! Potevano andare senza di te. –
- Sono stata io a voler andare.-
- Così magari combini qualche casino e ne pagheranno le conseguenze anche loro. – In effetti non ci ho pensato, ero così accecata dalla loro autorità che non ho considerato che potessi essere un pericolo anche per loro. Mi sento un egoista.
- Ormai quel che è fatto è fatto! – mi alzo di scatto, sono tornati. Io ed Elena ci spostiamo in corridoio per aiutarli. Ian ha in mano una specie di bonsai con le foglioline d'argento e un bellissimo arco alto quasi quanto lui, di un legno scuro, intarsiato finemente. Mi porge il bonsai.
- Questo è il tuo dono. – Lo prendo e me lo rigiro tra le mani. Il tronco del piccolo alberello è molto scuro a contrasto con le foglie.
- Che cos'è? – chiedo incuriosita.
- lo chiamiamo vitae arbor. È un ringraziamento alla natura. – E' piccolino, ma molto carino. Mi piace come dono.
- Voi cosa portate? – chiede Elena. Sono curiosa di conoscere la risposta.
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BLUE ESSENCE
FantasíaEmma è una ragazza di diciassette anni alle prese con i tipici problemi adolescenziali. La sua vita tranquilla è sconvolta da incubi ricorrenti che ormai non la fanno più dormire e la assillano anche di giorno. Sono tutti accomunati da qualcosa, o f...