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Seduto ad uno dei tavoli di fronte a me c'è l'uomo che nella mia visione aveva il pugnale. È lo stesso uomo che mi è apparso quel giorno sull'autobus. Il sangue mi si gela nelle vene e la paura mi assale.

- Emma. Cosa c'è?- Elena mi guarda preoccupata. Non riesco a muovermi, non so cosa fare. L'uomo non si gira verso di me. Forse ancora non mi ha vista.

- Io..io devo..devo andare. Mi dispiace mi sono ricordata che devo fare una cosa urgente. Ci sentiamo dopo!- farfuglio mentre mi alzo. Cerco di prendere coraggio e inizio ad allontanarmi.

- Emma! Aspettami torniamo insieme! Che ti prende!- urla Elena alle mie spalle. Io per contro mi giro e le mando un bacio veloce.

- Non preoccuparti! Devo passare da mia zia. Scusami!- .

Devo cercare di capire se mi sta seguendo. Scendo le scale senza fretta, sperando di apparire disinvolta. Continuo verso la porta senza girarmi, sono alle spalle di una ragazza mora e minuta che cammina con molta lentezza. Mi mette ancora più ansia. Una volta fuori faccio finta di salutare la ragazza per valutare se mi stiano seguendo.

- Ciao Anna! – la prendo sottobraccio e mi volto verso di lei sorridendole. Allo stesso tempo cerco di sbirciare dietro di noi con la coda dell'occhio. Ci sono due uomini a qualche metro dietro di me, uno è quello della visione.

Merda.

La ragazza sobbalza e mi guarda scettica, ma alla fine decide di prendere il mio atto di follia con disinvoltura. Si sistema i gonfi capelli a caschetto dietro le orecchie e alza le spalle.

- Forse hai sbagliato persona, io mi chiamo Laura – risponde allegramente.

- Sì scusami. Io sono Emma. Ehm, dovevo un attimo, mmmh, liberarmi di un amico. Scusami ancora – Proseguiamo per qualche metro sottobraccio mentre io continuo a voltarmi furtiva. Sono sempre dietro di me. Laura supporta la mia messinscena.

- Spero ti abbia aiutata. Ora mi devi un caffè! – mi sorride. Le ricambio il sorriso, poi mi faccio coraggio e mi sciolgo dall'abbraccio.

- È il minimo. È stato un piacere conoscerti, e grazie per l'aiuto!-.

Allungo un po' il passo e continuo a camminare verso la stazione degli autobus.

Ed ora cosa faccio?

Cerco di non perdere quella poca calma che mi resta. Un'occhiata veloce verso una finestra a specchio dice che sono ancora dietro di me. A questo punto spero solo che il piano che ha appena preso forma nella mia mente funzioni.

Arrivo alla stazione e noto con sollievo che è piena di gente. Mi mescolo agli altri e faccio finta di prendere un autobus; ma invece di salire mi appiattisco alla parte del mezzo opposta ai due uomini. Chiudo gli occhi e cerco di afferrare quell'energia che sento scorrere dentro di me.

- Evanesco - l'amuleto brilla debolmente, mentre sento la magia fuoriuscire da esso. Apro gli occhi e spero vivamente che l'incantesimo abbia funzionato. Mi allontano un po' dall'autobus e spio i due uomini. La paura si fa sentire di nuovo quando noto che uno dei due non c'è più. E se avesse scoperto il trucco? E se si fosse anche lui reso invisibile? Non so cosa fare, ma quando l'autobus parte il mio inseguitore sale in una macchina lì a fianco e questa si porta dietro lo stesso. Lascio scapparmi un sorriso prima di correre nella direzione opposta, verso casa mia.

Solo quando chiudo il portone dietro di me termino l'incantesimo e mi lascio cadere lungo la porta. C'è mancato poco, veramente poco.

E Ian non era con me.

Un singhiozzo esce a mia insaputa e dopo pochi istanti mi ritrovo a piangere. Ho avuto paura e ne ho ancora. Ho paura che in realtà siano appostati dietro la porta ad aspettarmi. In questo istante, sola e senza nessuno a cui rivolgermi, ho paura di morire.

BLUE ESSENCEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora