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Corro con il cuore in gola, stringendo forte il mio amuleto. Ma non è la paura di smarrirlo che mi spaventa.
Sento un urlo agghiacciante echeggiare per le strade e cerco di fare più in fretta; sempre più in fretta, sperando che sia ancora vivo. Non posso stare senza di lui, non posso. Lo vedo da lontano, trattenuto da due uomini. Il mio cuore perde un colpo. Ian è svenuto con la faccia imbrattata di sangue. I miei occhi s'inondano di lacrime. È tutta colpa mia.
Un terzo uomo stringe il pugnale di diamanti.

- Decidi, o la sua vita o l'amuleto! E ti conviene fare in fretta - questi sogghigna. Cado in ginocchio e comincio a singhiozzare ininterrottamente.

Emma.

Qualcuno mi chiama.
Tutto diventa sfocato. Ian si riprende e mi guarda con occhi dolci. VA VIA, mima con le labbra. Non posso, no.

Emma.

Ancora la voce, una voce familiare, confortante.

Emma.

Spalanco gli occhi terrorizzata; sono nella mia stanza. La luce è accesa e qualcuno al mio fianco mi accarezza il viso; un tocco leggero, rassicurante. Ian è seduto sul mio letto e mi sfiora dolcemente la guancia con le dita. Mi alzo a sedere di scatto e lo abbraccio, ancora scossa.
-Emma, è tutto finito - Ian ricambia il mio abbraccio senza commentare.
- Ho avuto una visione. Il tuo incantesimo non funziona più - mormoro, con il viso sul suo collo. Inspiro il suo profumo, sa di fresco e di pace. Nella mia mente ripeto: è vivo, sta bene.
L'incantesimo filtrante e la serenità delle mie notti sono durati soltanto sei miseri giorni. Lui si stacca giusto il necessario per riuscire a guardarmi dritta negli occhi.
- Troveremo una soluzione, fidati - con questo mi fa stendere di nuovo. Il mio cuore ancora galoppa nel petto; cerco di calmarmi respirando lentamente ma nemmeno questo è molto utile. Stringo forte le mani intorno al lenzuolo tanto da farmi male.
Ian mi resta vicino per un sacco di tempo. Quando vede che i miei respiri sono più lenti, si alza dal letto e fa per andarsene; poi però si china, mi dona un bacio sulla fronte ed io resto di sasso. Lo vedo rialzarsi, ma d'impulso gli afferro la mano e lo blocco.
- Resta, per favore -.
Non so perché lo dico; forse perché nella visione era lui quello in pericolo, o forse non voglio restare da sola. Di certo sono ancora scossa e lui mi dà sicurezza. Ian non dice nulla, si sdraia solo al mio fianco e mi circonda con un braccio. In risposta mi rannicchio contro di lui e crollo esausta; Ian dice qualcosa ma non riesco a capire.

***

Vengo destata dal fastidioso suono della mia sveglia, che dall'impatto contro il muro non è più la stessa. Sono ancora addosso a Ian, con la mia mano sul suo petto caldo, ma subito la ritraggo imbarazzata. Non posso proprio fare a meno di chiedermi come io, ragazza indipendente e di una certa morale, debba finire praticamente sempre a dormire addosso a lui. Devono essere gli ormoni, la pubertà o che ne so. Comunque ci deve essere una spiegazione plausibile a quello che mi sta capitando; non mi riconosco più.

Guardo la sveglia.
Le 07: 15.
Sono in tempo. Mi alzo cercando di fare meno rumore possibile e, prendendo dei vestiti a caso dall'armadio, mi butto in doccia. Lavo via tutto il sudore che mi si è appiccicato addosso e mi crogiolo sotto il getto d'acqua calda che percorre la mia schiena. Per volere del tempo, di certo non mio, dopo dieci minuti sono già vestita e fresca come una rosa. Rientro in camera e il bellimbusto sta ancora dormendo. Sembra un bambino, però, avvolto dalle mie coperte rosa con i gattini. Soffoco una risata e cerco di svegliarlo il più delicatamente possibile.
- Ian - sussurro, toccandogli una spalla. Non faccio in tempo a riprendere fiato che mi sento spinta in avanti dalla spalla, con forza, e in mezzo secondo mi ritrovo catapultata con la faccia premuta contro il materasso, il braccio destro bloccato dietro la schiena e la spalla quasi slogata.
- Ehi! Lasciami!- grido contro le coperte. Ian mi lascia andare e si abbandona pesantemente sul letto.
- Scusami, è l'addestramento. Mai nessuno mi ha svegliato prima d'ora - si scusa e mi sorride schivo.
- Vuoi dirmi che non hai mai dormito con qualcuno? -serro le labbra per non sorridere. Lui mi guarda accigliato, e quasi mi pento di averlo domandato.
- Certo che sì, ma mi sono sempre svegliato io per primo- mi risponde. Il mio sarcasmo viene spodestato da un sentimento che non riconosco, che mi lascia con una certa irritazione. Perché poi? È normale che con la sua bellezza abbia avuto qualche ragazza, d'altronde a me non interessa nemmeno.
- Ok Don Giovanni, sono le 7.30. Tra mezz'ora dobbiamo essere a scuola - lo avverto. Lui sgrana gli occhi, si alza in fretta e si precipita in camera sua.
Beh, a volte tocca ad altri essere in ritardo.
Il mio umore ritorna allegro e scendo saltellando in cucina a fare colazione.
Ian arriva quando io ho quasi finito.
- Domani ti porto nel regno magico - dice tra un boccone e l'altro - Sei pronta. È incredibile, sei riuscita ad apprendere tutto in una settimana. Eccezionale - continua.
Io smetto di fare quello che sto facendo e mi volto verso di lui, con un sorriso smagliante. Questa settimana è stata ricca di scoperte meravigliose. Ian ha cercato di darmi qualche nozione sul mondo magico, che ho già completamente rimosso. In realtà la cosa veramente interessate è stata l'iniziare ad usare la mia magia; piccoli trucchetti che mirano al controllo, spostare qualche oggetto qua e là, riconoscere l'energia che mi circonda, nulla di che ma pur sempre meglio di niente.
- Davvero? - chiedo, sperando non sia uno scherzo. Lui fa un cenno di assenso.
- Anche per chiedere per le tue...visioni- mi risponde, cautamente. Ha ragione, le visioni sono tornate e voglio chiedere spiegazioni a qualcuno che non sia Ian. Il mio umore, però, torna subito allegro per l'aspettativa di domani.
- Andiamo ora, o faremo tardi - dico, con il sorriso sulle labbra.

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