☙38❧

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Elena ha voluto dormire da me. Per me non ci sono stati problemi, mi fa piacere la sua compagnia. A parte il fatto che non ho potuto parlare, né rimanere sola, con Ian. Per l'intera serata ho cercato di far finta di nulla, ma praticamente non ho staccato gli occhi da lui. Tantomeno dalla sua bocca. Dannato lui che deve essere sempre così appetitoso, soprattutto quando si accorge che lo sto fissando. Allora inizia a fare quei suoi sorrisi maliziosi che fanno perdere un battito al mio povero cuore, accompagnandoli a sguardi languidi e occhiolini. Devo essere onesta, ora che so che sono rivolti a me i miei ormoni impazziscono.
Anche adesso, mentre siamo tutti seduti a fare colazione, sono sicurissima che fa tutto il più maliziosamente possibile. All'ultima occhiata afferro il labbro inferiore per evitare di sorridere come un ebete. O per evitare di saltargli addosso oltre il bancone. Cerco di non guardarlo, ma cado nuovamente in tentazione. Quel blu magnetico dei suoi occhi è quasi luminoso al momento.
- ...quindi il pesce rosso è saltato dall'acquario. - Elena si pulisce le mani dalle briciole della brioche. Cerco di riprendermi e dare retta ad Elena.
- Si...aspetta, cosa? - anche io finisco il caffè e mi alzo per lavare le tazze. Elena alza le sopracciglia.
- Non mi stai ascoltando. Anzi, non mi state ascoltando! Smettetela di mangiarvi con gli occhi e dateci dentro, dannazione. - spalanco la bocca per la sorpresa.
- Elena! - quasi urlo, mentre Ian trattiene una risata.
- Che c'è? È palese tranne che a voi. - Elena sorride in maniera cospiratoria verso di me. Ian da qualche colpetto di tosse.
- Siete pronte per andare? - il mio SI urlato la dice lunga. Elena alza le mani a mo' di resa.
- Era solo un consiglio -
- Ele, se non la smetti ti taglio la lingua - lei alza le spalle e gira i tacchi, per andare a prendere il cappotto. La seguo, ma sento la presenza di Ian dietro di me. Con un dito mi sfiora l'intera spina dorsale.
- Sai, approvo l'idea di Elena - a queste parole sussurrate divento rossa come un peperone.
- Dannato te. - Accelero il passo per raggiungere l'attaccapanni ed infilarmi il cappotto evitando di guardarlo.
Lei ci da il tempo di arrivare in classe per attaccare.
- Ok, è successo qualcosa tra te e Ian - ribatte sorridendomi sorniona. Alza e abbassa le sopracciglia per enfatizzare il concetto. Non posso nascondere nulla ad Elena, mi conosce troppo bene.
- Non può esserci niente tra noi e lo sai. - Esordisco io, prendendo il quaderno di matematica dallo zaino, cercando di non darle la possibilità di scrutare il mio viso.
- Se non puoi avere una cosa non significa che non la vuoi, o che non c'è! - butta una mano sul quaderno per impedirmi di sfogliare pagine a caso per non darle retta.
- Questa frase non ha senso - incrocio allora le dita, dandole attenzione. Lei mi guarda truce.
- Preferisci che inizio a fare tutte le mie ipotesi? - Anche io conosco bene lei, tanto da sapere che se non le do quello che vuole ottenere continua a starmi dietro fino alla fine della scuola con tanto di accompagnamento a casa. Fin quando si stufa e chiede direttamente ad Ian. So anche che qualsiasi cosa mi riguarda non verrà spiattellata ai quattro venti. Faccio un lungo sospiro.
- Non deve saperlo nessuno, Ele... - non mi da tempo di finire la frase che inizia a squittire facendo voltare tutti dalla nostra parte. Le butto un'occhiataccia eloquente. Lei cerca di darsi un contegno.
- Ok, ok. Scusa ma...ti rendi conto di chi stiamo parlando? - butti gli occhi al cielo.
- Si, mi rendo conto. E no, nemmeno io riesco a capacitarmene. Ma ne parliamo dopo, sta arrivando il prof. - le faccio cenno verso la porta.
Per tutta l'ora successiva Elena continua a scrivere cuoricini dappertutto. È esasperante.
- Ok, Ele. Datti un contegno! - le sussurro quasi a fine lezione. Lei ha gli occhi trasognati.
- Non posso! - ribatte. Ma non dovrei essere io quella imbambolata? Alzo gli occhi al cielo, non posso farcela. Purtroppo per Elena, non abbiamo tempo di parlare nemmeno a fine lezione perché il prof arriva immediatamente subito dopo la campanella e ci invita ad andare in palestra, aggiudicandosi un'occhiataccia da parte della mia migliore amica. Mi alzo con calma, per me l'ora di educazione fisica alle prime ore dovrebbe essere illegale.
- Dai, dimmi solo qualche particolare... - inizia Elena mentre percorriamo i corridoi insieme agli altri. Si fa ancora più vicina.
- State insieme? - sussurra eccitata. Non posso rimanere seria di fronte a questa esuberanza della mia amica. Allo stesso tempo sono quasi imbarazzata.
- In effetti non lo so - balbetto, cercando di legarmi i capelli. E solo ora mi accorgo di non avere l'elastico. Elena è al settimo cielo, ma la blocco subito.
- Ti giuro, ti racconto tutto in ogni minimo particolare a casa. Torno in classe a prendere un elastico, dillo tu al prof - giro i tacchi percorrendo il percorso al contrario. Non esiste che vado a sudare con i capelli sciolti. Arrivo in classe con l'intenzione di fiondarmi sul mio zaino ma appena varco la soglia vengo strattonata alla mia destra e spiaccicata da un corpo contro il muro.
- Mi sei mancata. - Ian preme le labbra sulle mie ed io non faccio altro che assaporare quello che aspettavo da un sacco di tempo. L'intensità con cui preme sul mio corpo è la stessa che uso io per aggrapparmi a lui. Cerco di tornare in me.
- Ian! Non possiamo. Siamo a...scuola! - tento di dire mentre lui mi bacia il mento. Allo stesso tempo porto il capo all'indietro per permettergli di scendere sul collo.
- Ah-aah - è la risposta di Ian. Mi fa cadere di nuovo in tentazione riportando le labbra sulle mie. Solo quando la sua mano dai fianchi sale verso l'alto lo spintono un po' via.
- Ook ok. Basta! - Ian mi guarda, poi lo sguardo scende sulle mie labbra. La sua mano è appena al di sotto del mio seno.
- È quello che vuoi? - mi chiede. Tutto il mio corpo dice di no. Affermo col capo. Non la do a bere neanche a me stessa. Promettendomi che è l'ultimo, gli do un altro bacio. Questa volta il mio amuleto vuole partecipare perché inizia a scaldarsi. Dapprima non ci faccio caso, ma più continuiamo più il calore si intensifica. Quasi brucia. Ian si irrigidisce subito.
- Il mio amuleto brucia - dico nell'affanno.
- Anche il mio. - Ian è tornato in sé. Ci stacchiamo ed entrambi vediamo che sono carichi di magia. Brillano anche sotto le magliette.
- Non è un bene, vero? -

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