☙39❧

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Sono seduta sulla poltrona di camera mia da una decina di minuti, con gli indici uniti e posati sulla bocca, a guardare il casino che si trova sul mio letto. Ho tolto tutti i miei vestiti dall'armadio e li ho ammassati in pile che stanno in equilibrio per miracolo, cercando di capire cosa devo inserire nella valigia aperta ai miei piedi. Non ho nessunissima voglia di prepararmi. Ho sempre pensato a quando avrei dovuto trasferirmi in accademia e non avrei mai pensato di farlo in questo modo, con un groppo in gola e senza l'eccitazione della nuova avventura. Vorrei urlare di frustrazione, invece resto qui seduta a perdere tempo.

- Vuoi una mano? – Ian è fermo sulla soglia della porta. Gli lancio un'occhiataccia; so che non è colpa sua, ma non riesco a non essere arrabbiata per la situazione. Mi poggio allo schienale.

- Non so cosa portarmi – lui si avvicina.

- Porta tutto – lo guardo scettica, ma quando si avvicina alle mie labbra non faccio nulla per allontanarlo. Assaporo quel lieve contatto, ma lui si allontana subito.

- lata sit – mormora verso la valigia e subito dopo schiocca le dita. Tutti gli oggetti che avevo portato in camera e i vestiti sono scomparsi e la valigia è chiusa.

- E'  tutto lì dentro? – chiedo indicandola. Avevo pensato di fare almeno tre o quattro scatoloni, ma non avevo considerato di chiedere un aiuto magico. Ian mi fa un occhiolino mentre mi alzo per cercare di prendere la valigia. Ci metto più forza del previsto e per questo cado all'indietro facendo un sonoro sbuffo di sorpresa. Ian ride quando atterro di fianco alla poltrona. Per contro gli butto la valigia addosso.

- Smettila! Non pensavo fosse così leggera. Sicuro che hai messo tutta la roba? – Mi rialzo mentre Ian rimette la valigia in piedi.

- Si. Anche quella del bagno. Ora vieni qui. – Allunga le sue braccia verso i miei fianchi mentre io cerco di andare a verso il bagno per vedere se ha detto la verità. Non arrivo nemmeno alla porta perché ritorno indietro, stretta tra le sue braccia, ad appoggiare il capo al suo petto. Mi godo quella stretta e chiudo gli occhi quando sento le sue labbra tra i miei capelli.

- Mi mancherai – sussurro. Lui mi stringe più forte.

- Sai benissimo che sarò sempre vicino a te. –

- E, se non mi sbaglio, sei stato proprio tu a dire che dobbiamo stare attenti a tenercelo per noi. –

Ian mi gira in modo da vedermi negli occhi. La sua determinazione è evidente e ancora una volta capisco quello che vuole dire senza che parli. Troverà un modo. Dobbiamo solo avere pazienza. Mi da un lieve bacio prima di dire:

- Ora dobbiamo andare. – mi prende per mano e si avvia verso le scale. Mi faccio portare via, non prima di lanciare un'ultima occhiata alla mia stanza.

*** 

Una parte della mia vita se ne è andata per sempre, e non riesco ad essere felice per la nuova che sta arrivando. Invece di arrivare direttamente a Pantou, Ian ha fatto una deviazione ed è andato da Elena per farmela salutare. È stato carino da parte sua, non avrei sopportato di lasciarla senza salutarla per bene. Rigiro il suo bracciale tra le mani sorridendo, ha voluto lasciarmi a tutti i costi qualcosa per ricordarla, non prima di avermi avvertita che la nostra relazione non finiva lì e che gli avevo promesso un giro sugli unicorni. Parole sue sicuramente, non mie. Alzo nuovamente gli occhi su quella struttura immensa che è l'accademia, raddrizzo le spalle e varco i cancelli, con Ian al mio seguito. Il preside mi sta aspettando, con quell'aria benevola che gli ho sempre visto in faccia. Cioè, voglio dire, quelle poche volte che l'ho visto.

- Ah, siete arrivati. Prego vieni pure. – Mi fa segno di avvicinarmi e mi posa una mano sulla spalla, mentre si incammina con me verso il centro dell'accademia. Ho già visto questi viali, e mi affascinano come la prima volta. Allo stesso tempo, però, il groppo in gola non accenna a passare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 01, 2020 ⏰

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