Arrivai al campo da basket più o meno mezz'ora dopo, e mi misi subito a cercare Sam, la trovai a parlare con Travis, il ragazzo che mi si era seduto vicino e che era il migliore amico di Josh. Tra i due c'era attrazione. Comunque come qualunque migliore amica che si rispetti, rovinai quel momento "romantico".
-hola-dissi.
-ciao-mi disse fulminandomi con lo sguardo lei.
-va beh...io vado che altrimenti Josh mi ammazza.- lo salutammo e quando lui ormai non era lontano dagli spalti, Sam si girò e disse..-
-io ti odio con tutta me stessa- scoppiai a ridere
Lei impassibile non mi calcolò di striscio e si concentro sull'allenamento...o meglio...su Travis.
-lo sai che così si consuma,una foto dura di più- dissi. Lei di risposta mi mostrò la sua galleria.
-ma sei una stalker-
-lo so,ma sono informazioni indispensabili per la mia sopravvivenza.-
Continuammo a guardare l'allenamento quando i miei occhi caddero su un ragazzo alto e robusto, con un taglio di capelli mozza fiato, e...solo quando si girò realizzai che fosse Josh e mi pentì subito di aver pensato quelle cose.
-oddio!-esclamò Samantha.
-cosa?-chiesi
-cosa Josh ci sta guardando-
mi voltai verso quell'odioso ragazzo, che effettivamente stava guardando verso di noi. I nostri sguardi si incastrarono l'uno nell'altro, si scrutavano, si conoscevano, si memorizzavano. Fece per salutarci con la mano e poi tornò a concentrarsi sull'allenamento. Avevo fatto la figura della cretina; e mi ero persa nel suo sguardo. Un gruppetto di ragazze sotto di noi, iniziarono a ridere e a fare dei piccoli urletti per il gesto che fece Josh.
-ti ha appena salutato- chiese incredula Sam
-a quanto pare-
-è stata una scena da film della Disney-
-se lo dici tu- ma sorrisi.
quando l'allenamento finì ci alzammo e Sam ebbe la magnifica idea di alzarsi e andare giù in campo, e ovviamente io la seguì.
-ehy- disse lei
-hey- rispose Travis. il resto della conversazione non lo sentì,ero troppo occupata ad osservare il magnifico fisico scolpito di Josh.
-vedo che ti piace quello che vedi!- esclamò proprio quest'ultimo.
-ho visto di meglio-risposi io.
Non avevo la minima idea del luogo da dove fosse uscito tutto quel coraggio. Avevo appena risposto mele al ragazzo più bello della mia scuola per la terza volta in una sola giornata.
-per il lavoro di letteratura domani al parco-mi disse, io annui e dato che non avevo voglia di perdere tempo con lui, andai verso la mia amica. prima che potessi dire qualcosa Travis disse...
-ha iniziato a piovere, io accompagno a casa Sam, a lei pensi tu?- chiese a Josh. Okay...cosa?Per caso pensava che fossi un oggetto, o un peluche. Non potevano trattarmi come un pacco regalo.
-okay- disse quest'ultimo. Dato che non avevo di certo intenzione di andare a casa con lui, iniziai ad andare verso la porta.
-dove vai?- chiese seguendomi
-em...a casa!-
-tu non vai da nessuna parte senza di me?-
-io non salgo in macchina con te!-
-e chi ti dice che è una macchina!-
-non mi interessa-dissi
-okay- disse.
Pensavo che si fosse rassegnato e allora mi avviai verso casa, quando lui mi prese, e mi carico sulle sue possenti spalle. Gli tira pugni e calci ma niente non voleva ascoltarmi. Poi mi posò sulla sua moto e mi passò un casco che io con molta calma appoggiai sul sellino della moto e me ne andai sotto il diluvio universale. Dopo un po' però notai una figura alle mie spalle
-perché mi segui?-chiesi
-perché ti devo accompagnare a casa!-
-ti odio-
-cambierai presto idea-lo fulminai con lo sguardo.
-abiti tanto lontano?-chiese dopo svariati minuti di silenzio
-no,ma certo,il diluvio non fa arrivare prima-
-okay- ed ecco ancora momenti di imbarazzante silenzio.
-hai qualche idea per il lavoro di letteratura?- chiese poi.
-in realtà si, ma non lo saprai fino a domani-
-cattiva-
-no,cattivissima- iniziammo a ridere come due scemi e quasi neanche mi accorsi che eravamo arrivati sotto casa. Era stato strano, ci urlavamo dietro fino a pochi minuti prima ed ora ridevamo liberamnete, e con gusto per giunta.
-io vado!- dissi
-Okay, ma sappi che se mi verrà l'influenza mi avrei sulla coscienza-
-okay- dissi prima di entrare in casa. Una volta dentro, mi appoggiai alla porta e con la schiena striscia lunga essa fino a toccare terra. una volta per terra mi morsi il labbro inferiore. quando mi resi conto di quello che avevo appena fatto spalancai gli occhi. Non potevo...anzi non dovevo assolutamente fare una cosa dl genere mentre pensavo a lui.
-quello che ti ha accompagnato a casa era un ragazzo!- esclamò mia madre.
-si mamma ma non ti esaltare, lo
Odio- dissi prima di salire in camera. Prima di entrare in camera mia senti mai madre che raccontava tutto a mio padre che quasi si strozzò con l'acqua ed esclamò un -che cosa?-. Forse dopo tutto il primo giorno di scuola non era andato così male!....
Chiusi alle mie spalla la porta della mia camera e mi buttai sul letto. Chiusi gli occhi ed ispirai profondamente l'aria. La sentì entrami dentro, arriavare ai polmoni, per poi, qualche secondo dopo abbandonarli. Riaprì gli occhi, e guardai la mia camera, era sempre la stessa. Stesse pareti, stessa disposizione dei mobili, stessa ragazza che l'abitava. Era così da anni, anzi probabilmente era sempre stata così; così anonima. Niente foto, niente di niente. L'unica cosa che l'arredeva erano i libri ed i vari cd che mi facevo regalare ad ogni festa. Era l'unica cosa che chiedevo, perchè era l'unica cosa che mi facesse stare bene. Leggere ed ascolatare musica un sogno. Avrei fatto quello per il resto della mia vita. Vivevo leggendo le vite di altri, di personaggi apparentemente inventati. Gli davo un volto e quando, o meglio e se, ne veniva fatto un film confrontavo la figura che mi ero creata nella mente e la mettevo a confronto con quella che in realtà era nel film, e se erano troppo diverse, mischiavo le caratteristiche del mio con quelle dell'attore.
Ad un tratto mi alzai dal letto e andai vicino la finestra. Mi misi in piedi sul piccolo divanetto che stava ai piedi di essa e tirai forte un pezzo di cornicione che faceva da contorno alla lastra di vetro che mi permetteva di guardare fuori. Quel piccolo buco nel muro era il mio segreto. Li dentro ci mettevo tutte le lettere che scrivevo alle persone e i miei disegni. Non erano bruttissimi, certo, non ero un'artista, ma non erano niente male. Tirai fuori da quella piccola rientranza nel muro una scatola, e presi un foglio ed una penna, ed inziai a scrivere. Quando terminai riposi la lettera, indirizzata ad un ragazzo, stronzo ma che aveva corso sotto la pioggia con me, nella scatola. Quella fu una prima volta, la prima lettera che non terminai, perchè ero curiosa di sapere come sarebbe andata a finire, quella sorta di "relazione" di odio che si era creata tra noi due....
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UN SOGNO PER DUE (in revisione)
Romance"Lo spettacolo che mi si presentò davanti fu incredibile. Dei piccoli fili di spago erano appesi a dei paletti e alla roccia del piccolo altro piano che si inalzava dai piedi della spiaggia, intrecciandosi. Ad essi erano appese delle foto. Le nostre...