Capitolo 38

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Era sempre lì. Quella vecchia casa, con quel grande albero con una piccola casetta di legno. Era strano, lo era sempre. Tornare qua, ogni estate, lasciava un sensazione di vuoto, ma allo stesso tempo ti riempe. La professoressa, Smith, insegnante di inglese ci aveva fatto la cortesia di lasciarci la giornata libera, ed io avevo chiesto a Travis un favore. Volevo la conoscessero. Sebbene quella parte di famiglia mi vergognasse, se lo meritavano. Qui due anzi i signori, che si erano amati per una vita, e che continuavano a farlo, che avevano dato tutto e per tutto al figlio, che poi avevano perso insime alla nipote in quel fottuto incidente. La lettera di Harry, risuona a ancora delle mia mente. Non ne avevo più parlato con nessuno. E il funerale era stato straziante. C'era la stampa, tutti sapevano chi era, e tutti sapevano chi ero io. Quando quel giorno uscì dalla chiesa dopo la messa la stampa mi aveva assalito, e alla domanda "sei qua per mettere una fine alla morte di tua sorella" o ancora "sei venuto a dire addio a quel mostro" mi ero limitato a rispondere con una semplice frase "sono venuto a dire addio a un amico, a un fratello" e poi tutti zitti, sconvolti da quella mia affermazione.

Comunuqe gli sentivo addosso gli occhi di Hayley confusi.
-dove siamo?-chiese ad un tratto. non riuscì a rispodere perchè dalla porta di quella casa uscì un signore. portava un paio di occhiali con una sottile striscia nera che circondava le lenti e che terminava con due bachette. in un mano un giornale e nell'altra il guinzaglio di Willy, il cane che aveva fatto la mia infanzia. i capelli bianchi lo rendevano più anziano di quello che era in realtà e la pancia lo rendeva una sorta di babbo natele senza barba. barba che si faceva tutti i giorni perchè alla moglie non piaceva. quando alzò lo sguardo rimase scioccato da chi gli si presentò davanti agli occhi.

-Josh- eclamò. la voce era sempre la stessa, la stessa voce forte e roca con cui da piccolo mi portava al parco mentre mi accompagnavano le sue parole mentre mi raccontava di una gioventù difficile, ma goduta. dalle sue mani cadde il giornale. cercò di piegarsi ma Hayley lo precedette raccogliendolo. non so cosa fu, ma in quel momento, nel vederlo in difficoltà mi avvicinai a lui, e forse per la paura di perderlo o forse per tenerezza di vedere l'uomo che mi faceva volere come un aereoplano da piccolo facendomi credere che la vita fosse qualcosa di magnifico ebbi l'istinto di abbracciarlo e par una volta lo feci. seguì il mio istinto, mi comportai come i soldati romani, agì senza pensare, sguendo solo il mio istinto.Ricambiò l'abbraccio e vidi Hayley sorridere.

-ciao nonno-dissi infine.lui sorrise

-qual buon vento ti porta da queste parti'-chiese ci pensai su e alla fine risposi

-forse quello della nostalgia-risposi sorridendo. mi diede una pacca sulla spalla

-chi è quella bella fanciulla?-chiese rivolta a Hayley. Non risposi subito perchè mi venne in mente un discorso che mi fece quando ero piccolo

ricorda queste mie parole piccole campione "puoi avere tutte le ragazze che vuoi, sei in gamba e sei  un bel giovanottto, ma io voglio che tu mi presenta solo la ragzza che ami, che ti faccai dire io vivo per lei, che appena pronunci il suo nome sorridi, e che se non c'è ti manca come l'aria. quella ragazza che se verrà il momento di lasciala andare la lascierai andare solo dopo svariati tentativi di tenertela stretta e che se così sarà, sarai così uomo da amarla anche una volta che non ci sarà più. come ho fatto io con tua nonna l'ho amata anche quando non c'era più al mio fianco. anche quando la guerra doveva essere il mio unico pensiero,lei era li. e ricordati, non vengonarti di dire  che la ami, che la ami anche se lei non lo fa più. perchè se qualcuno è devvero importante la ami per sempre. ricordati che la maggior parte delle volte quando trovi il primo vero amore è l'unico che rimane amore. ragazzo mio, voglio coscere quella ragazza, che tu considererai il tuo vero amore"

-lei è Hayley, la ragazza che amo, davvero- dissi guardandola negli occhi e poi spostando lo sguardi su di lui. sorrisi.

-bene allora volete entrare?-disse sorrridendole. e sorrisi, ero riuscito a renderlo fiero di me e felice

-Mary-gridò mio nonno ai piedi della scala -vieni a vedere chi c'è venuto a trovare. nel mentre Hayley aveva fatto amicizia con la piccola palla di pelo, che era stato il mio campagno d'avventure.

mia nonna scese le scale di fretta e furia e quando mi vide ebbi seriamente paura che le venisse un infarto.

-ciao nonna dissi salutandola con la mano, un po' come quando da piccolo ne cobinavo una e andava in cucina dove lei stava già spadellando e inziavo a confessare il crimine appena compiuto con "ciao nonna, sai che..."

lei con le lacrime agli occhi mi raggiunse, mi fece abbassare alla sua altezza e mia lasciò un casto bacio sulla fronte -ciao guerriero- disse infine. quando si accorse di Hayley guardò mio nonno, che semplicemente annuì.

-em..salva- disse Hayley

-oh..cara dammi pure del tu-

-em..okay-

-comunque io sono Mary tu sei...-

-Hayley, la...la ragazza di suo nipote..tuo nipote- si corresse infine e scoppiai a ridere. le avvolsi un braccio intorno alla vita e le lasciai un piccolo e tenero bacio sulla tempia, che la fece diventare rossa dall'imbarazzo.

.......

-ed è caduto di testa-disse mia nonna tra una risata e l'altra

-è tuo marito che non mi ha preso-ribattei io

-no sei tu che sei scemo-disse Hayley, per poi aggiungere -e adesso capisco anche il motivo-  e scoppiarono tutti nuovamente a ridere.

-non è mica colpa mia se ti sei arrampicato su un albero- si difese mio nonno

-potevi impedrimelo-

-e pensi che non ci abbia provato?-

-uff-

-ci hai fatto preoccupare così tanto Josh, che tua mamma ha perso vent'anni- disse in fine mia nonna. mentre Hayley rideva ancora di gusto.

-sisisi, molto divertede- dissi guardandola

-poco permaloso mi dicono-

-pochissimo-dissi infine io. Poi casualmente guardai l'ora ed era tardissimo, Sam mi avrebbe ucciso

-si è fatto tardi, dobbiamo assolutamente andare- dissi

-oh..non vi fermate a cena-

-nonna ci siamo già fermati a pranzo e poi devo portare Hayley in un posto- quest'ultima sendendosi chimata in causa mi guardò confusa

-okay, ma prima di tornare in america vienici a salutare, e salutami tanto tua madre e dille che quest'estate la voglio qua- disse mia nonna ed io non risposi. mi limitai a salutarla. non sapevo se mia mamma fosse pronta o meno a riprendere parte a questa famiglia a rivederli. e rivedere appese al muro le foto di sua figlia. al momento era già tanto se era tornata a fare la madre.

......

-è stato bello- disse Hayley una volta salita sul taxi

-si dai- risposi un po' sulle mie

-tutto bene- chiese in fine

-si, solo che non passavo una giornata con loro da tanto-

-mh-...-beh diciamo che ti capisco

-in che senso-

-beh io e i miei nonni non abbiamo più un bel rapporto-

-mi dispiace-

-non devi-

-e perchè non dovrei scusa?-

-penso che se succedono alcune cose è perchè ne dovranno accadere delle altre. tipo io e te. all'inizo dell'anno chi l'avrebbe mai detto che sarebbe successo tutto questo Josh? Io no di certo e penso che nemmeo tu. eppure ora siamo qui. io  e te, tu e me, e niente potrebbe essere meglio di questo. - disse guardandomi dritto dritto negli occhi e prendendo una delle mie mani nelle sue. la attirai a me e la baciai ne avevo bisogno.

-bene- dissi- ma ora è il mio turno di stupire te dissi

-in che senso- e in quel esatto momento scoccò la mezza notte

-auguri, piccola scema!-...

UN SOGNO PER DUE (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora