capitolo 36

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- ti  vuoi fermare?- chiese Josh

-no- risposi

-hayley., è da quando sono arrivato che corri aventi e indietro.- mi fece notare Josh

-senti, già ti sei intrufolato in camera mia, quindi vedi di non rompere-

-non è colpa mia se tua madre mi odia- alzai un sopracciglio incredula delle sue parole -okay, forse si, però seriamente mi stai facendo venire il mal di mare.-

le cose tra me e lui si erano più o meno sistemate, da quando avevo scoperto tutto, o almeno così speravo le cose andavano meglio, ma mia mamma continuava ad odiarlo, forse anche più di prima, e mio fratello che era appena tornato dal suo anno all'estero continuava a farmi gli interrogatori ogni volta che nei nostri discorsi si pronunciava il nome di Josh e meno male che è il più piccolo, se fosse stato il più grande sarebbe stata una tortura.

-a cosa stai pensando?- mi chiese proprio quest'ultimo che continuava costantemente ad invadere i miei pensieri avvolgendomi le braccia intorno alla vita provocandomi una serie di brividi per tutta la lunghezza della spina dorsale.

- a niente- mi voltai verso di lui e sorrisi, lui fece scontrare le nostre fronti per poi, dopo pochi secondi farle stacca lasciandomi un lieve bacio sulla punta del naso, un piccolo gesto, un piccolo e tenero contatto che diceva però più di mille parole.

-a noi- mi corressi, cedendo a quella dimostrazione d'affetto

-e...esattamente a cosa. 

-sono affari miei non credi?- sorrise e ricomincio a lasciami piccoli e umidi baci su tutto il viso. dalle mie labbra usci un piccola e timida risata

-funziona una volta sola questo giochetto con me!- sbuffò rumorosamente e si butto, sempre tenendomi stretta a lui, sul letto

-usciamo?- 

-prima finisco di fare la valigia- dissi come se fosse la cosa più ovvia.

-ma...-

-niente ma...anzi, tu piuttosto,cosa ti porti?- saremmo dovuti partire con la scuola per una settimana a Londra. amavo quella città, poi avrei passato il mio compleanno la e non vedevo l'ora, generalmente odio quel giorno, ma quest'anno sarebbe stato speciale. Inoltre Samantha stava organizzando una super mega festa con la scusa che i diciassette, si compiono solo una volta nella vita e bla bla bla, ma d'altronde anche tutti gli altri anni giusto? comunque non glie lo feci notare facendola continuamente saltare dalla gioia ogni volta che ci pensava. 

-secodo te, ho già fatto la valigia?-chiese con il suo solito sorriso da scemo stapato in faccia.

-no- risposi per poi stampargli un casto bacio sulle labbra, sorrire. fece un sorriso sincero, non che, unico.

-muoviti dai!-disse amcora sorridendo , cercai di essere il più svelta possibile.

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-sei consapevole del fatto che staremo via solo cinque giorni vero?-chiese ridendo vedendomi in difficoltà nel compiere l'azione di dover chiudere la valigia.

-e questo cosa vuol dire, scusa?-

-no nulla- fece finta di niente, ma notai che stava ridendo sotto i baffi

-io porto il minimo indispensabile.-

-pensa se portavi anche ciò che non lo era- mi aiutò a chiudere la valigia ed io gli feci la linguaccia.

-bene ora se vuoi, possimao uscire!- mi porse il suo casto senza esitare e soprattutto senza perdere altro tempo -e tu?- non l'avrei  mai fatto andare in giro senza casco.

UN SOGNO PER DUE (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora