Capitolo 18

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Pov's Josh
Quella mattina mi svegliai a causa dei raggi del sole che filtravano dalle fessure della tapparella. Cercai di ricordarmi quello che era successo la sera prima ma un mal di testa atroce mi complicava abbastanza le cose.
-mh... -
Aspettate un momento! Perché Hayley Johnson è in camera mia e soprattutto perché è appoggiata a me?! Una serie di ricordi mi invase la testa peggiorando il mio mal di testa. Ma quando ricordai la promessa che mi aveva fatto sorrisi...

-non te ne andare anche tu-
-non me ne vado- rispose.
-promettimelo-
-promesso! -

In quel momento mi sembravo un di quelle ragazze in calore che sorridono come un ebete quando il ragazzo che le piace le saluta. Tutta colpa di Travis e dei suoi modi da conquistatore. Mi aveva fatto vedere un sacco di film prettamente femminili perché secondo lui doveva avere più cose possibili in comune con Samantha. E se ciò non bastasse si era messo a piangere alla fine del Titanic. Avevo sprecato più di tre ore dalla mia splendida vita davanti ad uno schermo con una tipa e un tipo che non posso stare insieme, in mezzo al nulla, che scappano dal fidanzato pazzo di lei e che cercano di non affogare ma lui poi muore.... E.... oh... Da non dimenticare la famosa frase
"ti fidi di me?".

Rimasi a fissare Hayley per almeno un'altra mezz'ora fini a quando questa non aprì gli occhi.
-Giorno-
-giorno-
Si stiracchiò e si tirò su a sedere.
-che ore sono? - chiese
-le dieci-
-ok....aspetta ma noi abbiamo scuola - disse.
-hey... Calmati se salti un giorno mica muori! -
-mica muori lo dici tu a mia mamma?!-
-ti senti bene-chiesi era troppo bianca e aveva due occhiaie
-perché? - non le risposi, scesi le scale e andai alla ricerca di un termometro.
Le misurai la febbre e....
-perché hai 37.8 di febbre-
-non importa... -
-invece si che importa, adesso fai colazione prendi una mia felpa e ti porto a casa-
-no perché poi mia mamma capirà che... -
-che hai dormito da me, Hayley hai sedici anni queste cose tutte le adolescenti normali lo fanno-
-ma io non sono una adolescente normale-
-infatti, sei unica- vidi spuntare un sorriso seguito da una lacrima
-perché piangi? - chiesi seduendomi affianco a lei.
-non lo so-rispose. Invece io lo so. Era una ragazza fragile, e Sam mi aveva avvisato di non stressarla. E io effettivamente l'avevo fatto, le avevo fatto credere che tra me e lei ci potesse essere qualcosa quando io me ne sono andato con un'altra e l'avevo fatta correre da me. Tra l'altro quell'influenza che si era beccata era a causa mia. Non avremmo dovuto fare io bagno con meno di quindici gradi. Ma ero sicuro che la lacrima fosse stata provata dalla realtà, la dura e pura realtà, perché tutti sapevano che Hayley Johnson non era una ragazza come tutte le altre, e non lo sarebbe mai stata. E sicuramente il bullismo che l'aveva perseguitata fin dalle elementari non l'aiutava. Mi ricordo ancora delle frasi che dicevano gli altri bambini quando lei si avvicinava per giocare "andiamocene, quella è malata e poi contaggia anche noi e moriamo", "sfigata" "problematica" "balena" "stecchino" eccetera. E ricordo ancora quando Sam era intervenuta "brutti babbuino che non siete altro, ma guardatevi voi che siete degli scimmione senza cervello e senza palle. Vi credete dai gran fighi, quando siete dei cessi a pedali e le ragazze stanno con voi solo perché avete i soldi o perché per tutti i casini che avete combinata la gente parla di voi" Hayley rimase scioccata, ma dal quel girono erano sempre insieme.
L'abbracciai, la strinsi a me forte, volevi sentirla, volevo che si attacasse a ne e che non si staccase più perché era così dannatamente bello avercela tra le braccia? Poterla toccare, baciare? Quelle maledette labbra! Quanto avrei voluto assaporarle! Scoprire che sapore avevano!
-Allora,ti piacciono i pancakes? - chiesi sapendo già la risposta. L'altro giorno si era ingozzata di qui cosi. Si mise a ridere e tirandosi su annui. Le sorrisi, era stupenda.
-bene allora adesso piccola bimba andremo a fare un viaggio nello spazio che ci condurrà nel regno dei pancakes... La cucina- la presi in braccio e lei iniziò a ridere come una pazza, sembravamo davvero due piccoli bambini. Corsi giù per le scale con la sua risata che mi dava la carica. Arrivato in cucina trovai mia madre intenta a bere una tazza di caffè, mi guardò stranita e io le feci capire che le avrei spiegato tutto dopo.
-accocci arrivati-dissi appoggiandola su una delle sedie.
-vi preparate per una recita scolastica? - chiese mia mamma ridendo. Ma io mi chiedo doveva proprio rovinare il momento?
-mamma lei è Hayley, Hayley mia madre-
-piacere - disse la mia piccola bimba a mia madre.
-avete già fatto colazione - chiese mia madre dopo.
-no, in realtà mi chiedevo se ti andasse di fare i tuoi pancakes-dissi. I pancakes che mia madre mi preparava da piccolo erano la cosa più buona di questo mondo
-certo-disse lei sorridendo. Si mise hai fornelli. Sembrava davvero essere tornata quella di prima, ma infondo una madre può tornare quella di prima dopo aver perso la propria figlia?
Scacciati il pensiero è sollevai Hayley per poi farla risiedere sulle mie gambe. Vidi lei arrossire e cercare di togliersi.
-non mi scappi più - le sussurrai all'orecchio e diventò se possibile ancora più rossa. Iniziai a ridere era così carina.
-allora Hayley riesci a sopportare mio figlio, come fai-chiese mia madre dopo averci servito la colazione
-è un'impresa molto difficile-rispose lei con fare teatrale. Mia madre scoppiò a ridere e Hayley sembrò rilassarsi.
-ah... Si-
-si-rispose lei. Aspettai che la sua forchetta fosse nel punto giusto e le rubai l'ultimo pezzo di pancakes.
-hey... Quello era mio! - disse mettendo il broncio. Le sorrisi e toccando le guance come si faceva con i bambini le disse.
-oh... La piccolina c'è rimasta male-non le diedi il tempo di ribattere che la presi di nuovo in braccio e la portai in camera mia.
-tieni-dissi passandole la felpa più pesante cha avevo.
-grazie - rispose lei.
-ora ti accompagno a casa-
-okay-
-Hayley? -
-dimmi-
-se ti va insomma io mi chiedevo se insomma... Se posso rimanere con te pomeriggio? - la vidi sorridere e mi abbracciò
-mi piacerebbe molto- disse.

UN SOGNO PER DUE (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora