Su quell'attico il cielo aveva ormai perso ogni tonalità del tramonto ed era stato catturato dalla prima fase di oscurità. Erano solo le sette e già imbruniva. Però non era affatto un problema per Iris e Michele, perché almeno avrebbero potuto nascondere le loro emozioni nel buio di quella sera, e tirarle fuori al momento adatto.
«Allora... cosa mi dovevi dire?» azzardò lei, dondolando i piedi nel vuoto, seduta vicino al biondo, sul muretto di contorno.
«Volevo solo chiarire con te. Non voglio fare giri di parole: mi dispiace per tutto. Credo di aver sbagliato a reagire in quel modo, ma soprattutto a baciarti, senza prima conoscerti. Però sappi che io ti potrò accettare in qualsiasi modo tu sarai.» disse lui, rivelando la sincerità, o per lo meno una parte.
«È anche colpa mia. Non avrei mai dovuto alzare le mani su Jessica, ma quella foto...» disse lei ma lui la interruppe confuso.
«Aspetta, quale foto?»
«Non hai visto il giornalino della scuola?» chiese lei, credendo di aver sbagliato a nominare quell'argomento.
«No... non guardo quelle cazzate di gossip, perché?» commentò lui facendo uno sguardo di disapprovazione che lei però non colse.
«Beh... quando mi hai baciato, non so chi, ma ci hanno scattato una foto di nascosto e... ora siamo in prima pagina perché credono che siamo la nuova coppia dell'anno.» disse lei con una certa vergogna, mentre lui rimase sorpreso.
«Sì, l'avevo sentito quel paparazzo, ma non pensavo che... però, un attimo, perché te la sei presa tanto con Jessica?» domandò lui accennando un sorrisetto divertito. Gli sembrava una reazione esagerata per una foto, ma evidentemente aveva avuto le sue ragioni e lui non voleva assolutamente giudicarla. Avrebbe solo peggiorato le cose. Di nuovo.
«Mi ha dato fastidio, è inutile che lo nego. Prima cosa perché non voglio che mi vengano fatte foto senza il mio permesso e secondo perché...» si interruppe, non voleva dirgli la continuazione, perché sarebbe risultata sicuramente una persa e un po' fuori di testa.
«Perché?» la incoraggiò lui, facendo un sorriso e facendola arrossire. Per fortuna erano al buio e lui non l'avrebbe vista.
«Niente. Semplicemente non mi piace che mi facciano foto senza chiedere.» continuò lei e per un secondo le sembrò che il sorriso di Michele si fosse affievolito.
«Ah... capisco. In ogni caso abbiamo entrambi la nostra parte di colpa.» disse lui, ignorando la delusione che provava, non sapeva nemmeno per cosa.
«Sì...» commentò lei e poi l'irritante silenzio imbarazzante piombò su di loro. Non sapevano cosa dire, perché avevano paura di tirare fuori l'argomento sbagliato e rovinare tutto, ma ormai si dovevano buttare, se volevano sistemare le cose.
«Quindi... è tutto apposto? Nel senso, tutto come prima?» chiese lui finalmente, azzardando la domanda.
«Credo di sì. Non ha senso rimanere arrabbiati per una cosa così stupida. No?» disse lei rivolgendogli poi un piccolo sorriso incerto.
«Già, hai ragione.» concordò il ragazzo e poi tornò a guardare il cielo stellato.
Per fortuna quella bolla insonorizzata in cui si trovavano fu rotta da Christian, che non trovando Iris, era venuta a cercarla nell'unico posto in cui sapeva che sarebbe stata.
«È pronta la cena e... ho interrotto qualcosa?» disse l'uomo leggermente stupito nel vedere la propria figliastra in compagnia di un ragazzo e allo stesso tempo a disagio per essere arrivato al momento sbagliato. Non l'aveva mai uscire con amici o parlarne... anche perché lei non parlava molto.
«Ehmm... no stavamo solo parlando. Papà lui è Michele, un mio amico.» disse lei fingendo indifferenza alle parole papà e amico che aveva pronunciato. Non era ancora il momento per dire tutto a Michele.
«Piacere.» disse allora Christian, stando al gioco. Gli strinse la mano e accennò un sorriso, mentre il ragazzo sembrava leggermente imbarazzato.
«Ti accompagno alla porta, vieni.» intervenne Iris, mentre scendevano dal muretto.
«No, resta pure, a cena siamo solo noi, mia moglie non c'è.» lo invitò il patrigno della ragazza.
«Grazie, ma si è fatto tardi e i miei mi aspettano a casa.» rispose lui facendo un sorriso di scuse.
«Ah... okay, allora sarà per la prossima volta.» disse Christian, un po' dispiaciuto.
I due ragazzi allora si allontanarono e raggiunsero la porta d'ingresso. Lei avrebbe voluto che rimanesse a cena, ma evidentemente non era ancora pronto, come non lo era lei del resto. Sarebbe stato troppo impegnativo e... imbarazzante.Quando lei stava per pronunciare un ciao, lui la tirò a sé e la baciò. Si era trattenuto fin troppo. La porta intanto si chiuse, ma in quel momento non contava altro, per Iris, che toccare quelle labbra morbide e sentire il suo buonissimo profumo.
Le loro mani si cercavano e a lei non dispiaceva nemmeno che le mani di Michele le accarezzassero la bassa schiena, ma senza arrivare al sedere. Quando si staccarono erano senza fiato e lei temette che lui la vedesse volare a mezzo metro da terra, dopo quel bacio.
«A domani.» disse lui sorridendo, ancora con la fronte appoggiata alla sua.
«A domani.» rispose lei, arrossendo al buio del pianerottolo.
Detto questo, le venne rubato un altro bacio, ma più leggero, e poi Michele se ne andò. Entrambi stavano pensando che quello che avevano appena fatto non era per niente sbagliato. Doveva essere così tra loro.Ma esattamente cosa? Iris, non si stette nemmeno a chiedere cos'erano loro due in quel momento perché le importava soltanto il sapore che le aveva lasciato in bocca. Il suo. Un gusto che diceva "noi siamo più di amici."
Tornò dentro casa, dopo aver bussato e spiegato che una folata di vento aveva chiuso la porta.
A cena non parlò molto, come al solito del resto, ma riuscì a mangiare molto più di quello che faceva di solito. Christian, da bravo amico qual'era, non fece domande, perché sapeva che se lei avesse voluto parlarne, lo avrebbe fatto di sua spontanea volontà. Però non aveva potuto ignorare il sorriso costante sulle labbra della ragazza, anche mentre fissava il suo piatto in silenzio.Quando Iris andò a dormire, tornò sua madre, Serena. Aveva una faccia stanca, ma più che quello sembrava scossa. Non sapeva da cosa, ma Christian voleva chiederglielo comunque perché se qualcuno avesse fatto qualcosa a sua moglie, l'avrebbe difesa in ogni caso.
«Tesoro, qualcosa non va?» chiese iniziando a massaggiarle le spalle.
«No, no, tutto apposto. Sono solo esausta.» rispose lei chiudendo gli occhi e mugulando di piacere per il tocco delle mani magiche di suo marito.
Lui non rispose e si autoconvinse che magari era troppo apprensivo nei suoi confronti. Contava che lei glielo avesse detto, se avesse avuto bisogno di aiuto.
Ma quello era il problema: se lui avesse scoperto tutta la verità l'avrebbe perso. Per sempre. E ora che Serena sapeva che uno stupido ragazzino stava indagando su quella notte, non poteva rischiare che venisse incastrata e arrestata. Gennaro le aveva raccontato tutto e lei sapeva bene che quel ragazzo non era un loro parente. Ora doveva solo trovarlo e liberarsi di lui. In qualsiasi modo.Buon sabato, carissimi! Come procede? Non mi starò a dilungare molto, volevo solo consigliarvi alcune storie, come ho precedentemente fatto nell'altro capitolo:
- "The intruder" di RubyJack97
- "Tutta questione di chimica" di 10giuly
- "Predestinated" di determinants
(in inglese!❤)Grazie a tutti,
Alice❤
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Il segreto di IRIS (COMPLETATA)
General FictionSe solo quella notte non fosse mai venuta, Iris avrebbe ancora il sorriso sulle labbra. Era così, una bellissima bambina di soli dieci anni, con quell'enorme segreto che gravava sulle sue spalle innocenti. Serena, ecco chi aveva contribuito a tutto...