Solo tanta paura

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Il povero Federico stava malissimo, vomitava da tutta la notte e non aveva toccato cibo dalla mattina precedente.
I suoi avevano addirittura sospeso, se non ritirato del tutto, la punizione, ma solo per il periodo di malattia, avevano sottolineato.

Il gabinetto e il ragazzo erano diventati migliori amici, inseparabili: quest'ultimo gli regalava influenza intestinale pacchetto famiglia, formato gigante, sotto forma di vomito, e il primo era così gentile da accettare e decidere di raccoglierlo tutto, sempre molto volentieri.

Quella non era una favola: era quello che veramente aveva raccontato Federico a sua madre, nei momenti di delirio durante la notte.
Era riuscito ad arrivare alla mattina dopo con ben un ora di riposo, sul tappeto in bagno.

Il giorno dopo era rimasto a casa, fissando il soffitto, a contatto con le piastrelle dure e fredde del pavimento che gli davano un'incredibile sensazione di sollievo.
Non riusciva a pensare, non riusciva a dormire, non riusciva ad alzarsi né a fare niente.
Ad un tratto però suonò il campanello e dovette per forza andare a rispondere: sua madre odiava quando i pacchi tornavano indietro, perché lui non rispondeva. Poi magari non era nemmeno un pacco, quindi non sarebbe stato importante aprire.
Si trascinò lo stesso al piano di sotto, strisciando per terra e sulle scale, senza nemmeno provare ad alzarsi in piedi.

Continuava a suonare il campanello con insistenza, così lui raccolse le sue forze, quelle che gli rimanevano e andò alla porta, aggrappandosi alla maniglia per riuscire ad aprire senza cadere miseramente.

Non riuscì nemmeno a vedere chi fosse, che incassò un pugno in pieno muso senza neanche avere il tempo di realizzare che dolore provava in quel momento.

***

«Svegliatelo! Ci serve vivo!» disse una voce. Un attimo: riusciva a sentire! Si stava risvegliando!
«Mmm...» mormorò Federico mentre riapriva gli occhi a fatica e tutte le immagini sfocate prendevano sostanza. Davanti a lui c'era il sorriso perfido e minaccioso di quel volto così pallido che conosceva fin troppo bene. Apparteneva a due persone, ma solo una sarebbe stata capace di tanto: Serena Altieri.

Il ragazzo era imbavagliato e legato ad una sedia vecchia e cadente. Non sapeva dove si trovava, era solo immerso in tanto buio e tanta paura. La sentiva sotto la pelle, che strisciava come un serpente e stringeva il suo cuore come un giocattolo di gomma. Era quel tipo di paura data dall'ansia di non sapere. Non sapeva dove si trovava, cosa fare, cosa dire. Tutto dipendeva da quella donna spietata di fronte a lui.

«Allora... Federico, giusto? Che mi combini?» disse lei con quella voce che pareva una corda di violino stonata. Se doveva sembrare simpatica non lo era per niente. Era malvagia, come i personaggi cattivi delle favole.
«Mmm!» provò ad urlare lui, ma non riuscì a produrre più che un rantolo di voce confusa.
«Lo sai che non dovresti immischiarti negli affari degli altri? Eh? Ti sei cacciato proprio nei guai ora.» disse lei, continuando con quel tono malefico. Federico non poteva far altro che guardarla dritta negli occhi e cercare di resistere alla debolezza. Sentiva male ovunque, soprattutto sull'occhio destro, dove immaginava ci fosse un bel bozzo nero, da cui non ci vedeva nemmeno troppo bene.

Serena, irritata dal suo improvviso silenzio di sfida, sbatté la mano sul tavolo vicino a lui, così forte da farlo tremare, insieme alle ossa del povero ragazzo.
«Senti, se vengo a sapere che stai indagando ancora su di me per incastrarmi, ti ripagherò con la stessa moneta, hai capito?!» minacciò, aumentando i decibel. Solo in quel momento lui vide i due uomini, grossi, con il volto coperto da dei passamontagna, sul braccio avevano entrambi un tatuaggio, uguale: un cerchio nero, grosso qualche centimetro che conteneva una S e una A puntate.
Erano i suoi uomini, le iniziali erano le sue.
«Toglietegli la bavaglia. Voglio sentirlo parlare.» ordinò la donna ai due armadi dietro di lei, che obbedirono in un nanosecondo.
«E cosa vuoi fare? Uccidermi, come hai fatto con tuo marito? Oppure credi che io ci sia cascato alla storia di Zena?» la sfidò lui, appena poté parlare. Sapeva che correva un grosso rischio, ma almeno in quel momento di lucidità che aveva, doveva tentare di difendersi in ogni modo.
«Se dovrò farlo lo farò. Stai giocando con il fuoco: attento a non bruciarti tesoro!» gli sussurrò all'orecchio, aggiungendo uno di quei sorrisi maligni che solo lei sapeva fare, seguiti da una risata che era la cosa più spaventosa che avesse mai sentito.

Poi il nulla. Aveva ricevuto un altro colpo. Sentiva solo quel dolore lancinante, e il fatto che si stessero muovendo per andare da qualche parte. Sperava tanto lo riportassero a casa sua. Non sapeva come sarebbe stato appena sua mamma lo avrebbe visto in quello stato. Ma di sicuro non sarebbe stato bello vederla sgranare gli occhi, chiedere spiegazioni o peggio, urlare.

Però se riusciva a pensare e a sentire, voleva dire che era sveglio! Era solo bendato. Il buio era intorno a lui, e lui ne era terrorizzato, fin da piccolino.
«Ora cosa facciamo, signora?» sentì parlare uno dei due uomini.
«Riportiamolo a casa sua. Spero che abbia capito la lezione. Accelera!» ordinò lei e Federico provò un immenso senso di sollievo.

Forse era salvo, per il momento. Quella donna era imprevedibile e spietata, mettersi contro di lei sarebbe stato un suicidio.
Però intanto aveva un indizio chiave: era stata lei, ora era ufficiale.
Aveva parlato senza che lui le chiedesse niente, anche perché non avrebbe fatto tutta questa scenata se lei non avesse avuto qualcosa di grosso da nascondere, come la colpevolezza dell'omicidio.

Aveva giurato a sé stesso di non immischiarsi più in quella storia, ma dopo quel giorno sarebbe stato ancora più attento nelle sue mosse.
Aveva il colpevole e l'arma, ma mancava il movente e il segreto che nascondeva Iris.

Perché anche se risolveva tutti i pezzi del puzzle di contorno, non riusciva a trovare il centro, che era quello che più voleva scoprire.

Buongiorno! Miei piccoli scoiattolini pucciosi, come state! Ecco a voi il nuovo aggiornamento, spero vi piaccia e ci vediamo sabato, ma ora i consigli libristici!
- "Sulle orme del destino" di lucalia55
- "Appunti frettolosi per la mia prossima vita" di EleOne01
- "Caro Jack, cara Hanna" di tranqui99

Grazie mille, vi voglio tanto bene!
Alice❤

Il segreto di IRIS (COMPLETATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora