Confessioni

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Gennaro aveva ottenuto il permesso di un giorno per uscire dal carcere. Fuori dal cancello principale lo aspettava sua figlia. Provava sempre una certa emozione nel vederla, ora che l'aveva trovata, ma cercava di non darlo troppo a vedere perché aveva capito che Iris non era tipa da smancerie varie. O almeno non lo era più.
«Ciao.» disse lei, quando furono vicini.
«Ciao. Dove si va?» chiese, asciugandosi le mani sudate sui vestiti immacolati e puliti che aveva riservato per il giorno in cui sarebbe uscito dal carcere.
«A casa mia, dobbiamo parlare con Christian.» disse lei, mentre iniziavano a camminare in direzione del condominio dove abitava.
Zena si sentiva strano ad uscire alla luce del sole perché erano sette anni e mezzo che non respirava aria diversa da quella della sua cella, stantia e nauseante.
«Okay» disse «ma chi è Christian?» chiese poi, sia per sapere che per iniziare una conversazione.
«Il mio patrigno. L'uomo che ha sposato mia madre dopo Antonio.»
disse lei con un po' di malinconia nella voce. L'uomo in quel momento sperava solo di vedere un sorriso da parte di Iris, invece che quella perenne tristezza che gravava sulle sue esili spalle.
«Ah... com'è lui? Insomma ti tratta bene?» chiese poi, anche se non gli interessava veramente.
«È un uomo fantastico, ma non merita di stare con quella perfida assassina.» commentò con disprezzo. Nel mentre di quelle poche parole erano già arrivati all'alto condominio in cui abitava la ragazza. Per fortuna.

Entrarono e salirono con l'ascensore, fino all'ultimo piano, poi Iris aprì la porta con la chiave. Christian quel giorno era rimasto a casa perché non aveva dormito bene, quindi lo trovarono sul divano che guardava la televisione, in tuta. Sembrava sfinito, con le occhiaie e tutti i capelli scompigliati. Forse non era il momento adatto per sconvolgergli la vita, ma andava fatto.
«Ehi ciao, piccola, ma non dovresti essere a scuola? E chi è...» disse lui alzandosi dal divano, ma lei lo interruppe subito.
«Siediti. Ti dobbiamo parlare. Lui è Gennaro, mio padre.» sparò a bruciapelo la prima confessione che aveva da fare. Appena sentì quelle parole crollò di nuovo a sedere, con due palle di vetro al posto degli occhi. Poteva essere più delicata, ma non ne era capace e forse era meglio così, piuttosto che spendere parole girandoci intorno.
«Ma cosa...?»
«Stai calmo. Ora ti spiego tutto. Anche se mia madre non te lo ha mai detto, meriti di sapere la verità, partendo da quella notte.»
«Quale notte?» chiese, confuso. Gli mancava la saliva in bocca, arida come un deserto.
«Quella in cui Serena ha ucciso Antonio, quello che credevo essere mio padre.» seconda munizione lanciata. Colpito e affondato.

Ci fu silenzio in quel momento. Christian non riusciva a parlare. Gennaro era attonito e Iris sperava che il suo patrigno non si sentisse male, perché aveva bisogno di lui in quella faccenda.

«Non può essere. Era questo di cui parlava... non voleva perdermi... ora capisco perché.» disse in un sussurro, sbattendo gli occhi e recuperando sé stesso.
«Poi, io ero lì, ho visto tutto quando... gli ha sparato. Non ho mai detto a nessuno, nulla di tutto questo, perché volevo arrangiarmi da sola e avere la mia vendetta per conto mio, ma mi sono resa conto che non potevo farcela. C'erano tante cose ancora che non sapevo. Una di queste è che lui» indicò Gennaro «è mio padre... biologico.» concluse con un sospiro che diceva più di quanto avrebbe potuto spiegare a parole. Era stanca di portarsi quel peso e aveva bisogno di una mano per togliersi il macigno dalle spalle.
«Ma come è possibile? Non riesco a capire...» disse Christian con voce tremante e lacrime agli occhi.
«La notte prima di sposarsi con Antonio, è andata a letto con Gennaro. Lo ha tradito ed è rimasta pure incinta. Lei lo ha scoperto facendo un test del DNA, è quello che ho trovato io tra i suoi documenti.» spiegò la ragazza con una calma che non sembrava umana. Aveva grande autocontrollo esterno, ma internamente stava morendo. Faceva male raccontare quella storia ad alta voce, ma allo stesso tempo si sentiva meglio, proprio come aveva fatto con Michele. Gli aveva detto tutto due giorni dopo e in cambio aveva avuto la sua storia.
«Perdonami, ma non riesco a capacitarmi di chi in realtà sia mia moglie. Sono sconvolto. È un... mostro.» disse, con un espressione in volto che ha chi ha appena inghiottito una medicina cattiva.
«Ti capisco. Io ho sempre saputo che lo era, mi ha rovinato l'infanzia. Da quella notte è cambiato tutto e sono cambiata anche io. Ho perso tutti i miei amici, la danza e il pianoforte. E il bello è che lei non ha mai capito nulla, nonostante fosse così chiaro che sapessi qualcosa. Mi ha portato da tantissimi psicologi che mi hanno prescritto farmaci, detto che era una depressione da perdita di un familiare, hanno persino pensato che fossi diventata autistica! Ma in realtà volevo solo tenermi dentro tutto, per tirarlo fuori al momento della mia vendetta. Non ho mai parlato con nessuno e mi sono chiusa in me stessa, tutto per colpa sua.» disse lei, trovandosi in lacrime, insieme agli altri due uomini vicino a lei.
«Tesoro, vieni qui.» disse Christian, dolcemente, mentre lei si spingeva tra le sue braccia, in cerca di conforto.

Gennaro sentì un po' di delusione nei meandri del suo cuore, ma la ricacciò indietro perché sapeva che sua figlia si fidava più di quell'uomo che di lui, essendo sempre in carcere senza poter vederla crescere.

Anche se faceva male, doveva farlo per Iris, perché avesse giustizia e smettesse di soffrire. Dopotutto forse ci sarebbe stato spazio anche per lui in quella casa e nel cuore della sua bambina.

Buongiorno! Miei cari ragazzi come state? Vi avevo avvertito che questi capitoli non sarebbero stati per niente facili e d'ora in poi saranno ancora più duri, quindi prendete una buona dose di coraggio per continuare la lettura e ci vediamo domenica, forse con due aggiornamenti! Vi voglio tanto bene!
Alice❤

Il segreto di IRIS (COMPLETATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora