Diritto di morire

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In quel momento la donna si risvegliò dalla trance e riprese capacità di quello che stava succedendo. Era ancora lì, con loro schierati davanti a lei e la vergogna che l'assaliva. Ripensò alla sua decisione di morire e le sembrò la via più semplice per stroncare quella sofferenza.
Scattò senza pensarci verso la camera della figlia che conduceva all'attico e tutti presero a correrle dietro. In particolare Iris, più infuriata di prima.

Riuscì a fermarla prima che potesse buttarsi nel vuoto, tirandola per un braccio e urlando contro di lei: «No! Non te lo permetto!»
«Perché?! Non ha senso che vi ripeta quello che sapete già! Mi state torturando e io voglio finirla!» urlò Serena, spingendosi ancora verso il bordo, le lacrime agli occhi e la mente offuscata dalla pazzia.
«Smettila di fare la vittima! Se non avessi ucciso mio padre, ora non saresti qui a tentare di suicidarti!» urlò di rimando Iris, mentre, aiutata da Christian la tratteneva per le braccia.

Intanto Federico, con il numero pronto della polizia da chiamare, decise di premere verde e avvisare che la situazione si stava mettendo male. Parlò sottovoce e nessuno si accorse di lui.
«Lasciatemi andare! Voglio morire! È un mio diritto suicidarmi!» stava farneticando e Iris stava sviluppando una terribile tentazione di mollare le sue mani e vedere se avesse avuto lo stesso il coraggio, una volta lasciata.
«Perché dovresti farlo? Ormai hai rovinato la vita a tutti quelli che ti stavano accanto! Saresti un'egoista a lasciare tutti i dubbi a noi!» intervenne Christian.
Serena a quel punto, tornò un po' in sé e si ritirò dalla balaustra, ma solo un po'.
«E va bene! Parlerò, ma poi dovrete lasciarmi andare.» disse lei, ancora di schiena. Un po' titubanti, Iris e Christian, mollarono le sue mani e lei si girò verso di loro.

«Non ho mai voluto sposare Antonio. È stato lui ad insistere tanto e alla fine ho accettato. Non volevo legarmi a nessuno perché ho sempre sofferto in amore da giovane, quindi passavo da un uomo all'altro senza ritegno. Ho abortito due volte i figli di due uomini incoscienti che mi avevano ingravidato. Non ho mai voluto avere un bambino. Non avrei voluto nemmeno te, Iris. Ringrazia Gennaro se sei in vita. È stata colpa sua, ma ho sempre detto a tutti che eri di Antonio, non potevo più abortire, mi avevano detto che il mio utero non poteva sopportarlo. Quindi alla fine sei nata. Pochi anni dopo, ho fatto di nascosto un test del DNA perché volevo assicurarmi di aver avuto un figlio con l'uomo che avevo sposato. E invece no. Avevo sbagliato anche quello. Antonio lo ha scoperto quella sera. Mi stava urlando contro perché l'avevo tradito e robe varie, quando anche lui aveva fatto lo stesso torto a me. Tre anni prima. Voleva che ti dicessi che in realtà eri figlia di Gennaro, ma gliel'ho impedito. Non ci ho visto più dalla rabbia e mi sono trovata in mano una pistola. Gli ho sparato. Poi ho immediatamente capito che era stato tutto un errore. Mi sono accasciata su di lui, ho tentato di svegliarlo, ma era troppo tardi. Poi mi è preso il panico, perché non sapevo come liberarmi del corpo. Così ho nascosto la pistola nel cuscino del divano, ho cacciato un urlo e ho chiamato la polizia. Sono venuti poco dopo, ho inventato la storia di Gennaro che lo aveva ucciso perché non gli aveva mai restituito dei soldi e che era scappato con l'arma, ma senza prendere nulla. Hanno perquisito la casa e mi hanno fatto un sacco di domande, ma lì ho pregati di non svegliarti, perché sapevo che dormivi, o era quello che immaginavo. Poi quando se ne sono andati, sono venuta da te e ti ho abbracciato: era ironico come avessi appena ucciso tuo padre e cercassi affetto in te, a cui avevo appena fatto un torto così grande.» concluse il racconto guardando Iris, dritta negli occhi. Piangeva, piangevano entrambe e gli altri non erano da meno.

La ragazza aveva appena ricevuto tutta la verità che voleva, solo che le era stata sbattuta in faccia come uno schiaffo, se non peggio. E ora? Stava peggio di prima, quando non sapeva nulla.
«Sei un mostro. Non so come tu abbia potuto essere amata da mio padre, da Antonio e da Christian. E se proprio non volevi avere me, potevi evitare di fare le corna a tuo marito il giorno prima del suo matrimonio! Sei un'orrenda puttana!» urlò Iris, infervorata di nuovo dalla rabbia. Si avventò su di lei e cercò di tirarle uno schiaffo, ma Serena fu più veloce e si scostò.

Iris inciampò e cadde, oltre la balaustra, giù nel vuoto, per dodici piani. Quello che si udì fu un urlo prolungato e poi un tonfo, seguito dall'allarme di una macchina che scattava.

Alla fine Serena aveva ucciso anche sua figlia e aveva tutte le carte in regola per l'inferno.

Il segreto di IRIS (COMPLETATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora