La cerimonia funebre per Iris fu devastante per tutti quelli che vi parteciparono, ma più di tutti quei quattro che la amavano per quello che era, allo stesso modo.
Per volere di Gennaro fu sepolta vicino ad Antonio, in maniera che potesse raggiungerlo in paradiso e camminare insieme a lui.Il prete della città celebrò prima una breve messa, ricordando a tutti quali fossero i peccati capitali e perché non bisognasse compierli.
Disse poi due parole su Iris, anche se non la conosceva bene, sua madre una volta si era venuta a confessare in chiesa e aveva detto di averle fatto un torto enorme, ma che non poteva rivelarlo nemmeno alla presenza di un portavoce di Dio. Così, il prete la consigliò su cosa fare, anche se non sapeva tutti i dettagli.Si passò poi ai discorsi e alle parole struggenti che uscirono dalle bocche di tutti i familiari e i conoscenti.
Christian andò al cospetto della bara e vi si inginocchiò accanto, per parlare direttamente con la ragazza.
«Ti ho voluto bene e te ne vorrò sempre, piccola mia. Mi sei stata di grande insegnamento, perché mi hai mostrato come si lotta per qualcosa, fino alla fine, anche a costo della vita. Spero che tu ora sia con tuo padre, nei Cieli e che tu possa finalmente liberare la tua anima dal peso di quel segreto che ti sei portata dietro per tanti anni. Grazie Iris, per tutto.» disse e poi tornò al suo posto, scoppiando in lacrime, seduto su una panca di legno.Poi venne il turno di Gennaro.
«Figlia mia, non sapevo di amarti così tanto, finché non ti ho perso. Non ti ho potuto nemmeno salutare. Sai, avrei provato a fare il padre, se avessi potuto. Dio ti ha preso con sé prima potessi imparare cosa volesse dire aver una bambina meravigliosa come te. Anche se non te l'ho potuto sentir dire, so che tu mi hai voluto bene, perché altrimenti non mi avresti tirato fuori dal carcere. Ti voglio tanto bene, sappi che sarai sempre nel mio cuore, amore mio.» disse con la voce tremante. Poi urlò di disperazione e sbatté un pugno a terra, piangendo. Alcuni parenti lo riaccompagnarono al suo posto e cercarono di calmarlo.Siccome Federico non riusciva a parlare, andò Michele al posto suo. Prese il cellulare, lo collegò alla sua cassa bluetooth e fece partire una canzone. Era Wait degli M83, la stessa che aveva messo quando si erano dati quel bacio, su quel ramo che era diventato ormai il rifugio di Iris.
«Ti ricordi di questa? Penso di sì. Avevi detto che era la tua preferita. Mi torna ancora in mente come ondeggiavi, al ritmo della musica, con gli occhi chiusi e la mente in viaggio. Le tue labbra erano così rosse e belle che non sono riuscito a resistere. Ti ho baciato e tu hai ricambiato. Ogni volta che ripenso a quello che siamo stati, non mi viene un'unica parola per descriverci. Anche se tu non volevi correre, il mio cuore faceva la maratona ogni volta che eri con me. Ogni volta che ho potuto toccare quelle labbra e stringerti a me, per sentire il tuo profumo di fragola tra i capelli, mi sono sentito fortunato. Non sapevo che te ne saresti andata così presto, ma sappi che il tempo che ho avuto per stare con te mi è bastato a capire che ti amavo. Veramente, come ho amato soltanto mia madre. Probabilmente si pensa che un ragazzo come me, a diciannove anni, non possa capire cosa sia l'amore, ma purtroppo devo smentire tutti quelli che lo pensano perché sei bastata tu a irrompere nella mia vita come un uragano e a stravolgermi completamente, facendomi provare di nuovo un sentimento così forte per qualcuno.
Sappi anche che quelle volte che mi hai rifiutato, sono stato male e mi sono buttato nell'alcol, sì, ma non mi sono mai arreso. Ero deciso ad amarti anche se mi avessi preso a schiaffi pur di allontanarmi da te.
Ora la canzone è finita e non voglio dilungarmi troppo, ma questo te lo dovevo dire. Spero solo che tu mi abbia sentito. Ti amo, Iris.» concluse in lacrime, tornando al suo posto.
Tutti a testa china pregarono per la sua anima, per il suo corpo e per il suo spirito, che potessero salire al cospetto dell'Altissimo ed essere scortati da angeli divini, in paradiso, lì, oltre le nuvole grigie di quel giorno così nuvoloso.Anche Jessica e le sue cagnoline erano venute ad assistere, insieme a molti compagni di scuola. Forse obbligati o forse no, ma quello che contava era che fossero lì. La prima, si lasciò cadere una lacrima che sembrava finta, ma che in realtà era vera. Nel profondo del suo malvagio cuore le era stata di grande aiuto. Senza di lei non avrebbe mai potuto avere uno scoop così grande e nemmeno un ragazzo. Sì, perché da quando aveva capito che Michele aveva occhi solo per lei, aveva trovato l'amore ricambiato in un altro ragazzo, Alex, della squadra di basket. La stessa in cui giocava Federico.
In più, quando ormai tutti se ne furono andati, Michele restò ancora un po' sulla tomba di Iris, per compiere l'ultima azione per lei. Aveva comprato un fiore di iris, viola come il riflesso che le aveva visto negli occhi grigi quel giorno. Lo piantò vicino a quello nero della tomba del padre. Non sapeva chi lo aveva messo lì ma di sicuro sapeva bene cosa significasse per Antonio quel fiore.
Quando ebbe finito, se ne andò, camminando con le mani in tasca e la testa china. Ti amerò per sempre, si ripeteva e così fu.
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Il segreto di IRIS (COMPLETATA)
General FictionSe solo quella notte non fosse mai venuta, Iris avrebbe ancora il sorriso sulle labbra. Era così, una bellissima bambina di soli dieci anni, con quell'enorme segreto che gravava sulle sue spalle innocenti. Serena, ecco chi aveva contribuito a tutto...