Una improvvisa frenesia mi travolge scombussolandomi più di quanto già non sia.
«Oh. Gesù. Devo chiamarlo immediatamente. L'ho lasciato senza dire nulla» sussulto.
«Se non sbaglio abita qua vicino, allora perché non lo raggiungi, è ancora presto per cena» mi incita.
«NO. Dobbiamo preparare la torta per papà» ribatto sbuffando.
«Non ti preoccupare per la torta. Se conosco la nonna, avrà già preparato la farcia al pistacchio e per la la torta ci penserò insieme a lei, quindi tu vai» mi esorta ancora.
Improvvisamente mi passano davanti agli occhi flash della nostra prima volta, accaduta in un modo talmente insolito ma, non meno sconvolgente. Credo che in quel bagno ci siamo già detti abbastanza ma, ovviamente, non posso dirlo a mia madre.
«Ok. Allora vado ma, torno al massimo per l'ora di cena» mi convinco.
Corro via e senza nemmeno cambiarmi perché sono già su di giri per la felicità e mi ritrovo in un attimo per strada.
«Amelia» sento una voce chiamarmi dietro le mie spalle mentre, a falcate veloci, cerco di mangiare quanta più strada possibile per arrivare subito da Matt.
Non ho acceso la parte razionale del mio cervello perché mi volto senza comprendere che quella voce la conosco fin troppo bene e che ho deciso di escludere insieme al suo proprietario dalla mia vita proprio pochi istanti prima.
Mi volto e resto impietrita maledicendomi centinaia di volte per averlo fatto e non aver continuato a camminare.
«Paul. Che ci fai ancora qui?» chiedo irritata.
«Ho bisogno di dirti una cosa ed è abbastanza importante» afferma con tono grave.
«Non mi importa cosa tu abbia da dirmi. Le confessioni sono terminate, hai avuto la tua possibilità, ora, se non ti dispiace ho un impegno urgente, quindi fammi il piacere di toglierti una volta e per tutte dai piedi» ribatto caustica.
«Aspetta. Si tratta di Matt» quelle parole mi pungono l'anima, annientando il mio volere, il cuore manca un battito e mi arresto di colpo come un automa privo di una propria volontà.
Ma subito mi riprendo e ritorno in me.
«Non voglio sapere nulla di ciò che mi vuoi far credere su di lui o la sua reputazione. Sei solo un meschino» ribatto ancora più acida.
«Non ti importa nemmeno di sapere che mentre sta con te vede altre ragazze?» questa volta ha colpito ed affondato il mio orgoglio.
Sputa quelle parole come una sentenza che mi lacerano lo spirito annebbiando la mia mente.
«Che intendi?» sono troppo fuori di me da dar peso all'aria gongolante che ha appena assunto lo stronzo che ho di fronte.
Sa di avere tutta la mia attenzione e se ne compiace. Vigliacco.
«Ciò che ho appena detto. Mentre ero qui fuori, alla ricerca di un modo per poter parlare nuovamente con te e spiegarti. Beh, insomma, mi sono messo a camminare, su e giù, arrivando fin davanti ad una villa. Mi sono fermato perché mi ha colpito lo strano suv nero, dai vetri oscurati parcheggiato davanti all'entrata e con il motore acceso, come in attesa di qualcuno che uscisse dalla villa. Stavo per andar via quando finalmente, è apparso un ragazzo che si è diretto verso il suv. A guardarlo meglio mi sono reso conto che si trattava proprio di Matt e che quella doveva essere casa sua. Ma la cosa che più mi ha sconvolto è stata che, non appena lui si è avvicinato di più dalla macchina è scesa una ragazza dai capelli bruni che gli si è praticamente gettata fra le braccia baciandolo in un modo abbastanza intimo».
STAI LEGGENDO
[IN REVISIONE] A midsummer night's dream (The Seasons Saga)
Romance"Io mi chiamo Amelia. Amelia Clayton. Ho sedici anni e sto terminando la terza liceo presso la Roosvelt High School di Seattle. Non c'è molto da dire su di me. Davvero. Lo giuro. Allora mi chiederete perché abbia deciso di cimentarmi nella scrittura...