Parte 67

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Amelia

Mi stringe forte, sento le sue mani ovunque, così come il calore del suo corpo, mentre le nostre lingue s'intrecciano.

Infine, mi solleva da terra tenendomi per le natiche e mi sospinge verso una delle pareti del bagno.

Faccio scivolare le mie mani sul suo petto e sento il suo cuore battere all'impazzata proprio come il mio, scendo più giù fino all'abbottonatura dei suoi jeans e stacco i bottoni uno ad uno sentendolo gemere tra le mie labbra.

Mi rimette subito a terra, prende una bustina argentata dalla tasca posteriore e si scende i pantaloni e i boxer liberando la sua erezione.

Strappa la bustina con i denti e poi sfila il preservativo che srotola lungo il suo sesso, quando ha finito rialza gli occhi e mi fissa compiaciuto.

«Ti piace lo spettacolo? Dobbiamo fare alla svelta o ci beccheremo una denuncia se entra qualcuno» dice sornione.

Annuisco e tremante mi sfilo gli slip e li poggio sul dispenser accanto a me.

Mi solleva nuovamente e lo sento affondare lentamente dentro di me gemendo insieme a me.

Siamo uno.

«Sei così stretta coccodrillina» al suono di quel nomignolo mi sfugge un risolino.

Mi aggrappo alle sue spalle mentre lui si muove dentro e fuori da me, poi di colpo sento i suoi affondi sempre più intensi tanto che mi sento venir meno per l'uragano che sta provocando dentro di me. Mi sento come il mare in tempesta che si infrange contro la scogliera e poi si ritira trascinando con sé parte della spiaggia e delle rocce.

«Matt» gemo.

Lui mi bacia il collo e poi viene dentro di me trascinandomi a fondo con lui.

Resta qualche istante con la fronte poggiata alla parente alle mie spalle e sento il suo cuore che lentamente riprende a battere normalmente proprio come il mio.

Alza la testa e mi rimette coi piedi per terra.

Lo fisso senza dire nulla, poi, con le dita ancora tremanti gli sfioro il viso e quella leggera peluria che adombra il suo viso.

«É fantastico stare dentro di te. Sei meravigliosa. Promettimi che non mi terrai più lontano dalla tua vita» mi chiede e la sua suona come una preghiera.

Annuisco perché temo di poter dire qualcosa che infranga la beatitudine di quel momento, poi gli prendo il viso tra le mani e lo bacio con foga lasciando nuovamente entrambi senza fiato.

Improvvisamente squilla il mio cellulare e sobbalziamo entrambi.

Mi infilo gli slip e prendo il telefono dalla borsa appesa alla porta. È mia madre.

«Dovresti risponderle» mi dice Matt mentre si sistema i pantaloni.

«Non ne ho voglia. Mi ha mentito ancora» ribatto infastidita.

«Ha sbagliato ma, almeno, lo ha fatto a fin di bene, lo ha fatto per te. Questo non significa giustificarla ma significa comprendere quanto sia disposta a fare per il tuo bene» insiste e sul suo viso vedo calare un velo di tristezza e mi ricordo che i suoi stanno divorziando.

«Parlerò con lei più tardi quando tornerò a casa» rispondo risoluta cercando di stirare con le mani le minuscole grinze che si sono formate sulla stoffa del vestitino che indosso.

«Esco prima io e poi tu così non daremo nell'occhio» dice sviando il discorso come se lo mettesse a disagio.

«Credo che in ogni caso tu daresti comunque nell'occhio uscendo dal bagno delle donne» asserisco sarcastica.

Improvvisamente vedo Matt fermarsi di colpo. Il suo viso si fa cinereo, e delle gocce di sudore imperlano ne imperlano la fronte.

Fissa il legno della porta con i palmi poggiati su come a volerla sorreggere.

È rigido, immobile, silenzioso mentre un tremito sembra attraversarlo quasi come una scossa.

«Matt» lo chiamo ma sembra non essere li con me, in quella piccola alcova dove poco prima abbiamo suggellato il nostro amore.

[IN REVISIONE] A midsummer night's dream (The Seasons Saga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora