Parte 19

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Matt

Stamattina ho ricevuto la telefonata di Giorgia. Ha detto che vuole vedermi nel pomeriggio.

Davvero non la capisco quella ragazza. Mi ha detto di essere fidanzata con lo stesso ragazzo da tre anni. Che il tizio in questione è in partenza per il college e che tutta questa situazione la stressa al punto da aver bisogno di altro per non pensarci. Quindi io rappresento il suo diversivo e la cosa non mi dispiace affatto o, meglio, mi andava parecchio bene fino a qualche giorno fa. Nessun coinvolgimento sentimentale e ce la spassavamo alla grande entrambi, senza aspettarci nulla, l'uno dall'altra. Ieri sera ho capito che il ragazzo di cui tanto mi parlava è il fratello di Amelia e la cosa mi crea un certo fastidio e, sinceramente, non ne comprendo il motivo. Insomma, non è che sia improvvisamente diventato un sentimentalista od un falso moralista però qualcosa è cambiato da ieri sera.

Ci siamo conosciuti qualche mese fa durante l'inaugurazione del ristorante di mio padre e praticamente da allora mi tartassa con messaggini ed altre stronzate del genere. Ma io sono stato chiaro con lei quando le ho spiegato che non avevo voglia di impegnarmi in qualcosa di serio e lei, di tutta risposta, mi aveva assicurato di sentirsi ancora molto legata al suo fidanzato, nonostante tutto.

Ma le nostre scopate fugaci di allora ed l'incontro dell'altra sera le devono aver riempito la testa di strane idee in merito a ciò che è il nostro rapporto.

Quindi oggi le chiarirò bene la situazione in modo da fugare qualsiasi dubbio.

Domani ritornerò a Los Angeles e non la rivedrò fino all'inizio della scuola quindi credo che mi concederò quest'ultimo svago prima di partire.

Prendo i miei jeans scuri ed infilo la cinta di cuoio facendola scorrere tra i passanti, poi prendo dal cassetto una t-shirt verde acido e me la infilo, metto infine le mie AirMax e mi avvio verso la porta d'ingresso.

«Matt. Dove vai?» mi chiede Clara alzando i suoi occhi azzurri dal tavolino sul quale ci sono decine di pennarelli colorati e tubetti di glitter colorato.

Come al solito è vestita con il suo abitino da fatina dei fiori, completo di ali luccicanti e ghirlanda di margherite variopinte intrecciato nei ricci sciolti.

«Ed i tuoi compiti, signorinella?» le chiedo cambiando discorso.

«Gli ho finiti tutti. Papà mi ha dato il permesso di giocare un pochino, prima di fare le valige» risponde correndo verso di me.

«Allora dove vai?» insiste.

«A fare due passi» rispondo evasivo.

«Allora vengo con te» ribatte entusiasta saltellandomi intorno.

«No, fatina. Tu devi restare a presidiare il tuo regno dagli attacchi degli orchi di Galumn» invento.

«Oh. Già. Hai ragione. Matt. Ti aspetterò qui allora. Mi porti una bella cosina quando torni?» chiede sbattendomi le ciglia in un modo che non lascia spazio ad obiezioni.

«Ok fatina. Tu però fai la buona» le schiocco un sonoro bacio sulla guancia ed inforco i miei Ray-ban per poi uscire.

L'aria è umida ed il sole è alto, esco dal vialetto che taglia in due il giardino e mi avvio a passo svelto verso la mia meta di piacere.

[IN REVISIONE] A midsummer night's dream (The Seasons Saga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora