Amelia.
Mi sento talmente confusa che non riesco nemmeno a riconoscere la mia immagine nello specchio del bagno.
Apro il rubinetto sotto di me e mi riempio le mani di acqua fresca poi mi chino e mi rinfresco anche il viso avvertendo, istantaneamente, un leggero e piacevole refrigerio che mi aiuta a riprendere contezza di me stessa.
Il mio pensiero va a Matt ed a quello che è successo tra di noi proprio in un bagno come questo, una manciata di ore fa. E di tutto il putiferio che ne è venuto fuori dopo.
Improvvisamente un moto di rabbia prende il sopravvento e mi ritrovo aggrappata, con tutte le mie forze, alla fredda ceramica del lavandino.
Come ha potuto farmi questo? Perché ha voluto riconquistarmi per poi lasciarmi nuovamente in balia della disperazione? Non ha un briciolo di cuore eppure sa quello che ho passato, conosce cose talmente intime di me, pur essendoci frequentati talmente poco. Forse è proprio questo il problema. In realtà, non ci conosciamo abbastanza per poterci fidare l'una dell'altra. Non dovevamo metterci subito insieme, non dovevo fare l'amore con lui senza prima essere sicura dei suoi sentimenti nei miei confronti. Eppure credevo ciecamente in quello che provavo io per lui.
È così frustrante rendersi conto di aver sbagliato ancora una volta le proprie valutazioni. Mi sento esposta, vulnerabile, privata di ogni difesa. Mi sentivo così sicura da avergli dato la parte migliore di me, quella più importante. Sono stata una vera stupida.
Mi fisso nuovamente allo specchio e mi accorgo di riuscire nemmeno più ad avvertire le lacrime che mi rigano il volto.
Mi asciugo con una salvietta ed esco dal bagno per raggiungere nuovamente la sala d'attesa.
Al mio arrivo trovo mia madre che, sveglia, sta parlando con Paul ma, alla mia vista, s'interrompono immediatamente.
«Tesoro. Va tutto bene?» chiede mia madre rivolgendosi a me.
«Sì, sì. Sono ok. Solo un po' stanca» rispondo prendendo posto accanto a Paul.
«Credo abbia squillato il tuo cellulare mentre eri via» aggiunge.
Guardo la borsetta accanto a me e mi accingo ad aprirla per sfilare il telefono.
Quando lo accendo noto diversi messaggi da parte di Matt e due chiamate senza risposta.
La tentazione di leggere i messaggi è molto forte ma improvvisamente avverto insistente lo sguardo di Paul su di me.
«É Matt?» chiede con tono inquisitorio.
Alzo gli occhi e lo vedo crucciato.
«Sì. Ma non ho intenzione di leggerli ora» per cui ricaccio il telefono nella borsetta e mi stiracchio.
Paul continua a fissarmi.
«Stai bene?» mi chiede.
«Sì. Te l'ho appena detto. Sono solo un po' stanca, tutto qui» rispondo evasiva.
«Volete che vi porti qualcosa di caldo?» dice rivolgendosi anche a mia madre e mio padre.
«Oh. No grazie. Stiamo apposto così» rispondono all'unisono.
«Ma nonno Charles?» chiedo guardandomi attorno.
«É appostato davanti alla rianimazione. Nemmeno tuo padre è riuscito a schiodarlo da li» risponde mia madre esasperata.
Sospiro e sprofondo nella poltroncina.
Paul si alza di scatto e subito dopo si allontana.
Quando scompare dietro l'angolo riprendo il cellulare e leggo i messaggi di Matt.
SONO APPENA RIENTRATO E MIA MADRE MI HA LASCIATO UN MESSAGGIO DICENDOMI CHE ERI PASSATA E CHE AVREI DOVUTO RICHIAMARTI QUANTO PRIMA.
CHE SUCCEDE?
TUO MATT XXX
Gesù. È davvero così stupido? Mi prende in giro o cosa? Sento la rabbia montare dentro me e passo al messaggio successivo.
PERCHÈ NON RISPONDI? EPPURE HO VISTO CHE SEI ONLINE, NONOSTANTE L'ORARIO.
TUO MATT XXX
Rimetto il blocco al telefono e lo ricaccio nella borsa che risistemo accanto a me.
Poi incrocio le braccia al petto imbronciata.
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[IN REVISIONE] A midsummer night's dream (The Seasons Saga)
Romance"Io mi chiamo Amelia. Amelia Clayton. Ho sedici anni e sto terminando la terza liceo presso la Roosvelt High School di Seattle. Non c'è molto da dire su di me. Davvero. Lo giuro. Allora mi chiederete perché abbia deciso di cimentarmi nella scrittura...