Matt
Ma stiamo scherzando davvero. Come si permette a dirmi una cosa del genere? I miei pensieri a lei ostili subiscono una violenta inversione di rotta. Vittima di un temporaneo sdoppiamento della personalità mi rendo conto, quasi con mortificazione, di essermi comportato da vero stronzo con lei. Non riesco a capire il motivo di questo mio comportamento tanto aggressivo nei confronti della mia dea. Mi sento addosso la frustrazione del pittore che, non riuscendo a cogliere e riportare sulla tela tutti i più piccoli dettagli della sua modella preferita, per renderne immortale la figura, inizia a trattarla male come se lei fosse la colpevole di quel disagio. Come se fosse troppo bella da riuscirne a ritrarre perfettamente e perfino esaltarne la beltà.
Il mostro riemerge dagli abissi più oscuri della mia anima con la sua mano distruttrice che avvizzisce anche la creatura più stupefacente.
No. No. Non può andarsene così. Devo fermarla.
Inizio a correrle dietro come un idiota e la raggiungo in un attimo. L'afferro per un braccio e la volto verso di me.
Ci guardiamo ma nei suoi occhi vedo acredine nei miei confronti e questo mi fa andare su di giri più di quanto potessi immaginare.
La voglio. Ora. Qui. Subito.
L'attiro ancora di più a me e vedo i suoi occhi diventare una fessura. Mette le mani sul mio petto e si divincola dalla mia presa.
Ora o mai più. La bacio e spingo con forza la mia lingua nella sua bocca, meno riluttante di lei nell'aprirsi a me.
Faccio scivolare le mie mani lungo la sua schiena ossuta fino al sedere, che per fortuna, è piuttosto sodo. Lo stringo forte tra le mani e lei sussulta nella mia bocca.
Mi assesta una ginocchiata nelle parti basse e scappa via.
Maledizione che dolore. Mi accascio a terra perché mi manca il respiro. Sento un fischio nelle orecchie e mi sembra di vedere tutto offuscato davanti a me.
«Mattew!» sento la voce di Sandra che urla mentre si avvicina a me.
«Che le è successo?» chiede chinandosi su di me.
«Niente. Un cliente del negozio non ha apprezzato che io gli abbia preso l'ultima bottiglietta di Tabasco e mi ha dato una ginocchiata scappando via col bottino» dico con voce roca, contorcendomi sul pavimento.
«Ci sono videocamere dappertutto qui, andiamo in direzione così acchiapperanno quel burbero» dice lei alzandosi ed aiutando me a rimettermi in piedi.
Barcollo.
«Non si preoccupi Sandra. Ormai è andato» zoppico.
«Cosa doveva fare col Tabasco?» mi chiede sorreggendomi.
Accidenti. Cosa le rispondo ora? Inventa Matt.
«Credevo fosse scritto sulla lista» dico.
«Oh. No. Di sicuro non c'è sulla lista. Mi dispiace per lei. Ora pago ed andiamo a casa. Se la sente di guidare?» chiede apprensiva.
«Sì. Sì. Va meglio ora» bugia, sto malissimo.
Quando arriviamo alla cassa vedo una chioma bionda allontanarsi in fretta verso l'uscita.
Sospiro. Sarai mia. Fosse l'ultima cosa che faccio. Mi pregherai in ginocchio e sarai mia.
Ed inevitabilmente mi passa davanti agli occhi un immagine di lei nuda ed inginocchiata davanti a me. Inutile dire che quella sola immagine, frutto della mia fantasia, basta a farmi oltremodo eccitare.
Sandra paga ed io dispongo la spesa nelle buste.
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[IN REVISIONE] A midsummer night's dream (The Seasons Saga)
Romance"Io mi chiamo Amelia. Amelia Clayton. Ho sedici anni e sto terminando la terza liceo presso la Roosvelt High School di Seattle. Non c'è molto da dire su di me. Davvero. Lo giuro. Allora mi chiederete perché abbia deciso di cimentarmi nella scrittura...