Amelia.
«Come lo vuoi il tuo gelato, Tesoro?»chiede mia madre strappandomi ai miei pensieri.
Mi volto e la vedo osservarmi impaziente mentre sfoglia il menù.
«Oh. Per me, va bene, vaniglia e mela verde» rispondo distratta.
«Ok. Allora per me, invece, una coppa con vaniglia, croccante mandorlato, pistacchio e panna» dice mia madre rivolgendosi alla ragazza che stava prendendo le nostre ordinazioni annotandole sul suo piccolo ipad.
Siamo sedute ai tavolini del Nestlè Toll House all'interno della South Bay Galleria.
Sospiro tornando a fissare le persone che passano oltre le vetrate del locale.
«Come sta andando con il Dottor Ross?» mi chiede improvvisamente mia madre attirando nuovamente la mia attenzione.
«Cosa intendi?» la guardo perplessa.
«Voglio dire, come procede la terapia con il Dottor Ross. Cosa credevi stessi chiedendo?»scoppia a ridere.
«Benone. Paul mi sta aiutando molto, fornendomi molti spunti di riflessione per comprendere meglio me stessa e poter poi affrontare meglio il giudizio degli altri, ponendolo nella giusta prospettiva» rispondo ed i miei occhi ricadono sulle mie stesse mani.
«C'è qualcosa della quale vorresti parlarmi?» chiede.
Mi volto di scatto.
«In che senso?» domando.
Sospira spazientita.
«Nel senso che ormai sembrate essere entrati parecchio in confidenza, al punto da chiamarlo per nome. E poi, quando ti ho chiesto come stesse procedendo la terapia, sei diventata paonazza improvvisamente» ammicca mia madre.
Non posso credere che mi stia chiedendo di confidare proprio a lei una mia eventuale tresca con lo psicologo che mi sta curando.
Accidenti è il mio dottore ed, anche se è stato proprio lui a voler stabilire un approccio più amichevole così da farmi sentire più a mio agio, vista la mia iniziale chiusura, questo non significa che io abbia una relazione con lui.
Sono indignata.
Paul è stato molto comprensivo con me ed, in breve tempo, ha saputo della mia vita cose che non mi sarei mai lontanamente immaginata di raccontare a qualcuno. I nostri incontri mi fanno sentire bene, mi rilassano, mi fanno sentire capita ed incoraggiata come mai prima.
«Non ho alcun rapporto che esuli il mero ambito professionale con il Dottor Ross e ti pregherei di evitare tali imbarazzanti insinuazioni. Anche perché, dette proprio da te, fanno solo ridere. Paul è stata l'unica persona che mi abbia mai ascoltata veramente e non mi giudica sempre inappropriata al contesto come fai tu» ribatto caustica.
Velo il suo sguardo rabbuiarsi improvvisamente ed, in un primo momento, provo una sorta di compiacimento ma, subito dopo, mi rendo conto che quella sua reazione, in realtà mi ha turbata.
«Sono contenta che tu riesca ad aprirti almeno con lui. Magari se fosse arrivato prima nella tua vita, non ti saresti ammalata» ribatte con un filo di voce.
«Magari se tu ti fossi impegnata un po' di più nel tuo ruolo di madre e non in un'assurda e costante campagna denigratoria nei miei confronti, avrei potuto raccontare a te i casini che stavo vivendo» rispondo ancora più astiosa.
La vedo chiudersi a riccio ed una lacrima spunta da sotto i suoi enormi occhiali da sole.
Cavoli, non volevo farla piangere ma ho talmente tanto rancore nei suoi confronti da non riuscire più a contenerlo.
So che si sta impegnando molto con me ma non posso dimenticare come stia ancora tentando di manipolarmi.
«Mi dispiace molto Amelia. So che vale a poco ma, credimi, ce la sto mettendo davvero tutta per recuperare, almeno in parte, il nostro rapporto anche se mi piacerebbe che tu mi concedessi quantomeno una possibilità invece di essere sempre tanto ostile» proferisce con voce ostile, lasciandomi senza parole.
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[IN REVISIONE] A midsummer night's dream (The Seasons Saga)
Romance"Io mi chiamo Amelia. Amelia Clayton. Ho sedici anni e sto terminando la terza liceo presso la Roosvelt High School di Seattle. Non c'è molto da dire su di me. Davvero. Lo giuro. Allora mi chiederete perché abbia deciso di cimentarmi nella scrittura...