Amelia
Mi sento più leggera ora che ho parlato con Giorgia. Mi è sembrata molto combattuta ma mi ha anche assicurato che è stata proprio lei a mettere la parola fine a quell'assurda storia. Quel suo momento di debolezza è stato il frutto di uno stress emotivo dovuto all'imminente partenza di mio fratello, che la stava schiacciando ma, una volta compreso il profondo disagio provato per ciò che stava facendo all'insaputa di Elliot, si è sentita ancora più avvilita, decidendo poi di troncare con Matt. Era profondamente scossa dal fatto che io fossi a conoscenza di quella storia, pur non conoscendone i particolari, così come dalla consapevolezza di aver tradito Elliot che le ho voluto concedere il beneficio del dubbio, pur impegnandomi a tenerla sott'occhio, almeno finché mio fratello non si deciderà ad interrompere una volta e per tutte il loro rapporto.
Sospiro e guardo la finestra della mia stanza. Ho deciso che quest'anno non parteciperò al ballo di fine anno. È meglio così. Troppa attenzione, troppa gente e poi mi ricorderebbe cosa è accaduto l'anno scorso con James e non voglio, non ora.
Attraverso la stanza e mi fermo davanti allo specchio.
Rimango basita nel vedere il mio aspetto. Faccio davvero spavento. Ci credo che faccio ribrezzo a qualsiasi ragazzo.
Magari mi dovrei decidere a comprare dei nuovi abiti per le mie misure ma non ho nessuno che mi accompagnerebbe a fare acquisti e non mi va di chiedere a quella stronza di mia madre.
Mi sfilo la maglietta e poi i jeans, rimanendo in biancheria intima.
Oh. Mio. Dio. Che cosa mi sta succedendo?
Il mio corpo è filiforme, non ho la minima curva, anche il seno sembra essere scomparso mentre riesco a vedere le mie costole e subito mi vengono in mente quelle immagini di modelle affette da anoressia.
Gesù. Esclamo mentalmente. E mi porto una mano alla bocca, ricordando l'appellativo affibbiatomi da Megan stamattina.
Piccola Anoressica.
Sento le lacrime rompere le dighe e ricadermi sulle guance. Sono orribile. Sono orribile.
Penso a Giorgia ed a quanto sia bella, con le curve nei punti giusti, con la pelle ambrata, e la invidio perché Matt e mio fratello hanno voluto stare con lei.
Matt? Che accidenti mi interessa di Matt? Lui non è nessuno ed io non devo piacergli. È rimasto lo stupido bambino arrogante che ricordavo. Già, perché di tutti i pochi brevi ricordi della mia infanzia ed in particolare di quello specifico giorno, mi è tornato alla mente solo quel suo piglio insopportabile e l' essere, per lui, esclusivamente, l'obiettivo più appetibile per le sue angherie.
Mi infilo di corsa la maglietta ed i jeans ed esco dalla mia stanza per raggiungere la cucina.
Vedo Elliot seduto al bancone mentre è chino sul suo contenitore di cartone che addenta un boccone di lasagna come se non mangiasse da una vita.
Improvvisamente il mio stomaco brontola.
E deve fare davvero molto rumore perché mio fratello si volta di scatto gettando la forchetta nel contenitore.
«Cazzo. Amelia!» urla per lo spavento.
«Mangi senza di me?» chiedo sedendomi accanto a lui.
«Scusa ma devo sbrigarmi perché ho appuntamento con Giorgia e sono in ritardissimo» risponde ritornando a mangiare.
«Mi hai lasciato qualcosa?» chiedo sbirciando nel suo piatto.
«Sì la tua lasagna è nel forno. Vuoi che te la scaldi?» chiede fissandomi.
«Quando hai avuto il tempo di farla?» chiedo.
«L'ho preparata domenica sera, in verità. Ne ho fatto delle porzioni e congelata» risponde raccattando tutta la carne avanzata con la forchetta.
«Ovviamente lei non se ne frega niente che noi mangiamo, viviamo o cosa...»rispondo con astio riferendomi a mia madre.
«Lasciala perdere. Lo sai che è un periodo di merda anche per lei. Quando papà non c'è, va fuori fase e si trova tutti gli impegni possibili per non ritrovarsi a casa senza di lui» dice alzandosi in piedi e raggiungendomi verso il forno.
«Già, perché noi siamo nessuno per lei» ribatto acida.
«Non dire così. Lei ci ama, a modo suo, ovviamente» dice sarcastico per poi accendere il forno a microonde davanti a me.
Sbuffo.
«Hai qualcuno che ti accompagna al ballo?» chiede improvvisamente lasciandomi spiazzata.
«No! Non ci andrò» rispondo secca addentando una fetta di pane.
«Perchè? Se vuoi lo chiedo ad uno dei miei compagni di squadra» dice mentre afferra una mela dal cestino accanto al frigo.
«Non ho bisogno della carità di nessuno. Ho semplicemente deciso di non partecipare» ribatto.
Sento il bip del forno e mi avvento su di esso per estrarre la mia cena.
Sono affamata.
«Cosa c'è che non va? Sei cambiata nell'ultimo anno e gli effetti sono devastanti. Si tratta ancora di James? Dimmelo che gli spacco la faccia se continua a tormentarti» ringhia verso di me.
«Basta Elliot. Devi smetterla di pensare che io abbia sempre bisogno del tuo aiuto. Tra un mese te ne andrai e come pensi che farò? Dovete smetterla tutti di ossessionarmi. Sono...pensa agli affari tuoi Elliot» mi è venuta voglia di dirgli di pensare alla sua dolce fidanzata ma mi trattengo per un pelo.
Prendo il mio piatto dal forno e mi dirigo verso il bancone della cucina.
Il profumo della lasagna mi arriva dritto nello stomaco che inizia a brontolare famelico.
Inizio a mangiare gustando quelle forchettate come se non assaggiassi cibo da chissà quanto tempo ed in realtà è così.
Ultimamente le mie "crisi" sono diventate più frequenti al punto che ad ogni pasto sento la necessità di buttare fuori tutto.
Ma la me che sono diventata non mi piace affatto e nessuna preoccupazione a questo mondo può giustificare il mio stato. Tutti mi vedono solo come la Amelia fragile e bisognosa di protezione ma nessuno si pone il problema di capirne il perché.
Mangio vorace sotto gli occhi sbalorditi di Elliot.
«Cazzo. Amelia. Ma che ti prende?» chiede preoccupato mio fratello.
«Ho fame» rispondo con il boccone ancora tra i denti.
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[IN REVISIONE] A midsummer night's dream (The Seasons Saga)
Romance"Io mi chiamo Amelia. Amelia Clayton. Ho sedici anni e sto terminando la terza liceo presso la Roosvelt High School di Seattle. Non c'è molto da dire su di me. Davvero. Lo giuro. Allora mi chiederete perché abbia deciso di cimentarmi nella scrittura...