«Cosa ti succede, tesoro?» mi domanda, improvvisamente, mia madre.
Ero così assorta nelle mie considerazioni e meditazioni da non essermi nemmeno accorta che mi stava fissando, da chissà quanto tempo.
Mi volto verso di lei. Ha i capelli in disordine, il trucco semisciolto, porta lo stesso abito da quasi ventiquattrore e sul suo viso sono sempre più evidenti, come solchi, i segni della stanchezza mista all'apprensione per la salute di mia nonna.
Nessuno di noi è voluto tornare a casa, la mia famiglia si è stretta in questo posto per poter essere più vicina a mia nonna e sapere più velocemente le notizie che ci ciungono a singhiozzi dai medici che, di volta in volta, si susseguono.
Forse stiamo davvero cambiando tutti e mi auguro con tutto il cuore che non sia semplicemente dovuto alla situazione contingente.
«Sto bene, mamma» rispondo, infine.
«A me non sembra. Hai notizie di Matt?» mi chiede provocandomi un'improvviso senso di irrequietezza ed insofferenza a parlare.
«Che sai di Matt?» le domando senza celare il fastidio che mi provoca.
«Nulla» si affretta a rispondermi «Solo...Paul, mi ha detto che non sei riuscita più a parlare con lui, ieri sera, perché era uscito, quindi mi domandavo se si fosse più fatto sentire, tutto qui».
«Ecco. Allora ne sai quanto ne so io. Senti, mamma, ora non ne voglio davvero parlare. Di lui mi preoccuperò più tardi, dopo aver ricevuto notizie della nonna»spezzo la conversazione sperando di non ricevere altre domande imbarazzanti.
Per fortuna vengo salvata dall'arrivo di Paul.
«Speravo fossi riuscita a riposare un po'» dice sopraggiungendo.
«In verità, ho sonnecchiato, forse un'oretta, dopo che ti sei allontanato» rispondo.
«Ok. Io ho appena iniziato il turno. Purtroppo, un mio collega oggi ha preso malattia e mi tocca di sostituirlo ma, resterò nei paraggi per qualsiasi cosa e, non appena saprò io qualche notizie vi informerò tempestivamente. Comunque ho parlato col Dottor Smith, il collega che si sta prendendo cura di nonna Clayton, e mi ha rassicurato circa le sue condizioni che fanno ben sperare in suo totale recupero entro brevi tempi. Sappiate che è sveglia. Le ho detto dove si trovava e cosa le fosse accaduto. Era visibilmente agitata, così, insieme al dottore, abbiamo deciso di far entrare suo marito. Un piccolo strappo alla regola del reparto ma, per Mrs Clayton, questo ed altro» proferisce e poi si congeda da noi rivolgendomi una strizzata d'occhio in segno d'intesa.
Chissà perché, in ogni suo gesto, dopo quello che è successo ieri e quello che ci siamo detti, non riesco a ravvisare lo spirito della pura amicizia che ci eravamo promessi.
Quando mi è accanto provo un tumulto di emozioni che mi sconcertano e mi sorprende persino il modo in cui io stia riuscendo a tollerare tutto questo sconvolgimento emotivo senza avvertire il desiderio irrefrenabile di vomitare.
È indubbio che, da quando Paul è entrato nella mia vita, dapprima come medico, e poi come amico, molto di me è riuscito a rimodellare permettendomi di affrontare la mia esistenza in maniera più positiva.
Paul mi fa sentire notevolmente meglio e non solo per il sostegno ed i consigli che mi dispensa ma anche per la sua stessa presenza nella mia vita.
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[IN REVISIONE] A midsummer night's dream (The Seasons Saga)
Romance"Io mi chiamo Amelia. Amelia Clayton. Ho sedici anni e sto terminando la terza liceo presso la Roosvelt High School di Seattle. Non c'è molto da dire su di me. Davvero. Lo giuro. Allora mi chiederete perché abbia deciso di cimentarmi nella scrittura...