3 parte

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Qualche ora dopo aver visto e rivisto il mio lavoro e aver sistemato tutte le fatture e il peso quantitativo della merce da spedire, il mio capo uscì dal suo ufficio guardandomi con aria severa in viso << signorina Collins, venga nel mio ufficio, Immediatamente! >> Accidenti spero che non si sia accorto del mio ritardo, è la seconda volta in una settimana e questa volta non lo avrebbe tollerato, avrebbe potuto anche licenziarmi ma accidenti a lui, dedicavo così tanto tempo in questo lavoro che tornavo a casa così stanca che non appena toccavo il letto cadevo in un sonno profondo. Entrai nel suo ufficio sontuoso, arredato con mobili costosi color mogano e le pareti rivestite di un colore freddo con appese delle foto con uomini di alto livello sociale. Nell' ufficio non eravamo soli, c'era un uomo accanto alla scrivania girato di spalle che guardava attraverso la vetrata il panorama del New Jersey. Non riuscii a capire cosa ci facessi lì in presenza di quest'uomo << signorina Collins , mi permetta di presentarle il signor Thomas Evans>> l'uomo si voltò verso di me , i nostri sguardi si incontrano , fermo in piedi ,mani nelle tasche dei pantaloni del vestito elegante di alta sartoria , sembrava ricucito sulla sua pelle stessa ,emana una fortissima sicurezza , mi scrutava in viso come se mi stesse analizzando ,mi osservò in maniera inquietante e non riuscii a toglierli gli occhi di dosso , non sappi specificare il colore dei suoi occhi , sembravano tra il grigio azzurri ma non scorsi nessuna luce, sembrano occhi spenti da qualcosa di oscuro . Il suo viso era severo come se non avesse mai sorriso in tutta la sua vita. Aveva un accenno di barba che gli dava l'aria ancora più affascinante. Mi porse la mano e io presi la sua in mò di saluto , il suo tocco era forte e sicuro di sé, intimidatorio . La voce del mio capo mi distolse dall'attenzione di quel magnifico viso << signorina Collins , so che le sembrerà strano essere richiamata qui nel mio ufficio se non per i suoi continui ritardi ma io e il signor Evans dobbiamo chiederle un favore, con la massima segretezza >> mi imbarazzai davanti a quell'uomo per aver specificato i miei ritardi ma distolsi il pensiero da quello e mi sentii vigile e attenta a quello che volle chiedermi. Non so perché ma ebbi la netta sensazione che non si trattasse di nulla di buono , mi accomodai sulla sedia davanti la scrivania e il mio capo mi porse un foglio , lo scrutai e non vi leggevo nulla di anomalo se non sempre le solite scartoffie.

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