Capitolo 7

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Una volta varcata l’entrata della villa feci finta di essere un ragazzo ricco, odiavo usare quell’atteggiamento da finto gentile, ma se non lo facevo mi sarei dimenticato di poter ospitare JJ.

Così indossai un sorriso stronzo ed inizia la commedia.

-Michael! Hai abbandonato le tinte eccentriche a quanto vedo.- esordì la putt.mia zia.

Annuii.

-Si cara zietta, ho avuto un momento di sbandamento.-

‘’Sono la tua famiglia non li puoi uccidere, quindi fai finta di niente e tutto finirà presto ‘’ ripetei mentalmente come un mantra.

-Caro Michael era un po’ che non ti presentavi a queste stupende cene, come mai?-

Come poteva mancare il cugino Eric.

Sorrisi anche a lui.

-Problemi..-

‘’In realtà perché mi state tutti sul cazzo e se non fosse stato per mio padre avrei fatto a meno di essere qui anche questa sera. ‘’

-Che tipo di problemi?- insistette lo stronzo.

-Scuol..- mi bloccai quando vidi un ciuffo biondo entrare nella sala.

Aveva uno smoking con tanto di papillon, che gli calzava a pennello e il suo piercing era nero il che rendeva tutto più sexy.

Cazzo gli sarei saltato addosso se non fosse che lui non è gay e qui è presente sia la mia famiglia che la sua.

-Scusa ti devo lasciare- sbiascicai prima di allontanarmi da mio cugino.

Senza dare troppo all’occhio cercai di raggiungerlo, ma già sapevo che non mi avrebbe degnato di uno sguardo in pubblico.

Così presi il telefono e lo chiamai.

Attaccò per tre volte di seguito, così mi decisi ad inviargli un messaggio.

‘’Sei a casa degli stronzi dei miei zii, se cerchi una via di fuga chiedi del bagno e ti aspetterò li.

-Michael ‘’

Appena inviato il messaggio alzai lo sguardo e lo vidi spaesato, mi stava cercando, ma non si muoveva da li.

Così facendo finta di niente mi avvicinai a lui urtandolo con un bicchiere di vino rosso.

-Oddio scusa! Sono così sbadato a volte! Aspetta ti accompagno in bagno così ti do una mano a sistemare questo casino.- recitai alla perfezione.

Vidi Luke cercare di trattenere le risate, ma dopo pochi secondi si girò verso la madre e quando lei annuì mi seguì.

-Sei un genio.- disse sorridendomi.

-Non cantare vittoria così presto, abbiamo solo guadagnato si e no venti minuti, abbiamo ancora tanto tempo da passare qui.-

-Non saprei come fare senza di te!-

Salimmo le scale, e arrivammo nella camera degli ospiti, una volta dentro chiusi la porta a chiave.

-Hai delle sigarette?-

Scosse la testa.

-Bene, allora ti va di stare un po’ qui?- chiesi speranzoso.

-Hm si, ma con la camicia?- guardai il disastro che avevo fatto.

-Troveremo un modo, abbiamo tempo.-

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